Sapete cos'e' il "Blue Carbon"?

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  • Sapete cos'e' il "Blue Carbon"?

    Per chi non avesse mai sentito di questo termine (e' abbastanza recente), riporto qui una sommaria spiegazione e link relativo (in inglese, sorry).
    Credo che spesso ci chiediamo il perche' certi ecosistemi vengano protetti meglio di altri e a volte le risposte non sono cosi' semplici, se non si e' del mestiere, ma queste possono essere fondamentali per essere ognuno di noi parte del cambiamento.


    "Gli ecosistemi costieri di mangrovie, paludi e fanerogame forniscono numerosi benefici e servizi essenziali per l'adattamento ai cambiamenti climatici lungo le coste di tutto il mondo (...) in particolare, questi ecosistemi sequestrano e immagazzinano quantità significative di carbonio blu costiero dall'atmosfera e dall'oceano e quindi sono ora riconosciuti per il loro ruolo nel mitigare i cambiamenti climatici. Nonostante questi benefici e servizi, gli ecosistemi di carbonio blu costiero sono alcuni degli ecosistemi più minacciati sulla Terra, con una stima che va da 340.000 a 980.000 ettari distrutti ogni anno. Si stima che siano stati persi rispettivamente fino al 67% e almeno il 35% e il 29% della copertura globale delle mangrovie e delle paludi. Se queste tendenze continuassero ai tassi attuali, un ulteriore 30-40% delle paludi e delle fanerogame e quasi tutte le mangrovie non protette potrebbero essere persi nei prossimi 100 anni. Se degradati o persi, questi ecosistemi possono diventare fonti significative di biossido di carbonio a effetto serra."


    "Do you come from a land Down Under?
    Where women glow and men plunder?" Men at work

  • #2
    Originariamente inviato da Giudiver Visualizza il messaggio
    Per chi non avesse mai sentito di questo termine (e' abbastanza recente), riporto qui una sommaria spiegazione e link relativo (in inglese, sorry).
    Credo che spesso ci chiediamo il perche' certi ecosistemi vengano protetti meglio di altri e a volte le risposte non sono cosi' semplici, se non si e' del mestiere, ma queste possono essere fondamentali per essere ognuno di noi parte del cambiamento.


    "Gli ecosistemi costieri di mangrovie, paludi e fanerogame forniscono numerosi benefici e servizi essenziali per l'adattamento ai cambiamenti climatici lungo le coste di tutto il mondo (...) in particolare, questi ecosistemi sequestrano e immagazzinano quantità significative di carbonio blu costiero dall'atmosfera e dall'oceano e quindi sono ora riconosciuti per il loro ruolo nel mitigare i cambiamenti climatici. Nonostante questi benefici e servizi, gli ecosistemi di carbonio blu costiero sono alcuni degli ecosistemi più minacciati sulla Terra, con una stima che va da 340.000 a 980.000 ettari distrutti ogni anno. Si stima che siano stati persi rispettivamente fino al 67% e almeno il 35% e il 29% della copertura globale delle mangrovie e delle paludi. Se queste tendenze continuassero ai tassi attuali, un ulteriore 30-40% delle paludi e delle fanerogame e quasi tutte le mangrovie non protette potrebbero essere persi nei prossimi 100 anni. Se degradati o persi, questi ecosistemi possono diventare fonti significative di biossido di carbonio a effetto serra."

    Grazie Giudiver,
    interessante articolo quello che hai riportato nella tua traduzione, anche se, a me che non sono certo un biologo, spaventa non poco.

    Sono molto pessimista sul fatto che nei prossimi 100 anni si possa riuscire a invertire i processi che postano alla scomparsa di questi ecosistemi.
    Sono molto pessimista sul fatto che l'umanità nella sua globalità, ormai l'attività umana è cosi incontrollata, rapida che se si vuole anche solo pensare di cambiar qualcosa si deve ragionare in termini globali, riesca a maturare una coscienza ecologica unitaria che spinga verso politiche globali.

    Ma .... come dici tu, tutto inizia dalla singola goccia che cambia nel mare, per cui cerco di conservare un barlume di speranza.

    Purtroppo immergendomi, nel mio piccolo vedo scomparire rapidamente le praterie di posidonia e anche questo è un sintomo negativo.
    Le praterie di posidonie non solo sono nursery naturali ma attenuano il moto ondoso e la sua erosione.

    Il mondo sta cambiano, se un tempo si trovavano negli oceani addensamenti di tappeti di alghe rastrellate dalle correnti ora questi tappeti sono diventati zone in cui si compatta la plastica che l'umanità produce ma non smaltisce.

    Ci sono politiche folli come quella di Trump - che ha riacceso la corsa verso l'uso del carbone fossile, bollando di fake news il problema CO2 nell'atmosfera.

    Mi chiedo come sarà possibile controbilanciare tutto questo ...... ma poi come tutti, faccio lo struzzo e mi consolo pensando che non è ne un mio problema e forse spero neanche un problema di mia figlia ....probabilmente ci saranno generazioni future che pagheranno un pesante prezzo.

    Scusate ma oggi sono pessimista.

    Cordialmente
    Rana

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    • #3
      Rana,
      e' vero che guardando al mondo di oggi viene difficile essere ottimisti e provare ad andare controcorrente perche' ci si sente come una goccia nell'oceano. Ma per quanto la ricerca possa portare innovazioni, scoperte e possa arrivare al nocciolo del problema, siamo noi tutti nelle piccole cose ad essere il cambiamento.
      In ogni caso, quello che sto vedendo io, e' che ogni popolo agisce e reagisce in modo diverso. Ora sono in Australia ed e' piacevolmente rassicurante vedere la cultura che hanno nei confronti dell'ambiente. E per la vastita' di territori ancora poco o nulla toccati dall'uomo mettono in atto ferree regolamentazioni e stanziano veramente tanti fondi per la ricerca.
      Bisognerebbe imparare da certi governi e dall'educazione di certi popoli.
      "Do you come from a land Down Under?
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      • #4
        Originariamente inviato da Giudiver Visualizza il messaggio
        Rana,
        e' vero che guardando al mondo di oggi viene difficile essere ottimisti e provare ad andare controcorrente perche' ci si sente come una goccia nell'oceano. Ma per quanto la ricerca possa portare innovazioni, scoperte e possa arrivare al nocciolo del problema, siamo noi tutti nelle piccole cose ad essere il cambiamento.
        In ogni caso, quello che sto vedendo io, e' che ogni popolo agisce e reagisce in modo diverso. Ora sono in Australia ed e' piacevolmente rassicurante vedere la cultura che hanno nei confronti dell'ambiente. E per la vastita' di territori ancora poco o nulla toccati dall'uomo mettono in atto ferree regolamentazioni e stanziano veramente tanti fondi per la ricerca.
        Bisognerebbe imparare da certi governi e dall'educazione di certi popoli.
        ​Ciao Giudiver.

        Penso che il cambiamento nasca da un cambiamento culturale prima di tutto, e, in tal senso condivido con te l'importanza di "educare", istruire, puntare sul cambiamento culturale delle nuove generazioni le quali cambiano se cambia il modo nostro di far cultura, di educare, d'insegnare.
        In tal senso anche il singolo può far tanto e deve fare di più, dobbiamo sforzarci e credere con convinzione che sia possibile trasmettere, insieme al progresso e alle scoperte, anche un nuovo modo di "gestire" l'ambiente.
        Questo è l'investimento che secondo me potrebbe fare la differenza, potrebbe aprire quegli spiragli di luce.

        Sei in Australia, una terra unica, isolata evolutivamente parlando che ha dato origine a un suo variegato ecosistema unico.
        Sei in Australia una terra vasta poco popolata e ricca, condizioni ideali affinché possa nascere e diffondersi quella cultura basata sul rispetto della terra e delle generazioni future, sicuramente un esempio e una bella boccata di ottimismo ma ....

        Il problema non sono le realtà come l'Australia, i paesi ricchi e con il benessere floridi di cultura e rispetto per l'ambiente, il problema sono i paesi poveri, i paesi che per colmare il divario, schiacciati da problemi legati alla sopravvivenza non esitano a distruggere la natura per conquistare spazio vitale.

        I paesi emergenti sono la maggior parte del globo.
        Pensa che se da un lato abbiamo paesi virtuosi come l'Australia, dall'altro abbiamo una Cina che ha rappresentato il peggio in termini di inquinamento e distruzione dell'ambiente, ma anche la nostra piccola Italia, un territorio con una pressione umana stratosferica, bagnata da un mare chiuso anch'esso soggetto ad altrettanta pressione dell'attività umana.
        Pensiamo ai paesi dell'Africa, dell'Asia, che stanno galoppando verso il futuro tecnologico e industriale mi chiedo a quale prezzo dal punto di vista ambientale.

        Chi può dire a queste realtà, rallentate, investite le poche risorse che avete nell'ambiente, non fate come noi che ora ci troviamo a dover sanare profonde ferite ... ma noi abbiamo il benessere conquistato allo stesso prezzo, ora però chiediamo a chi è povero, non correre verso il benessere non distruggere l'ambiente.
        Insomma non è facile cambiare la cultura arrivare a un pensiero uniforme a livello globale.

        Cordialmente
        Rana





        Ultima modifica di RANA; 11-05-2018, 11:27.

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        • #5
          Lo so che non e' facile e mai ho pensato che lo fosse. Quello che di positivo vedo qui e' che ci sono tantissimi asiatici che vengono a studiare e come tale vengono istruiti ed educati ad un certo grado di civilta' nei confronti dell'ambiente e per questioni di immigrazione non potranno piu rimanere come prima ma saranno obbligati a tornare al loro paese portando con se' quello che hanno imparato. Certo, sono solo la minuscola parte della totalita', ma sempre meglio che nulla.

          Da qualche parte bisogna iniziare e se non sono certe nazioni a farlo (vedi Trump) allora non ci sara' nemmeno la possibilita' di arrivare a raggiungere qualche tipo di risultato anche solo per emulazione.

          Si, l'Australia probabilmente e' una nazione a se' stante ma proprio per il fatto che e' tanto vasta e tanto ancora libera dalla presenza umana, ha tanti ecosistemi diversi (vedi l'articolo) che sono ancora facili da proteggere e questo non ha solo ritorni positivi sull'Australia o sul paese di turno, ma su tutti. Questo dovremmo capire forse in primis.
          "Do you come from a land Down Under?
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          • #6
            Originariamente inviato da Giudiver Visualizza il messaggio
            Per chi non avesse mai sentito di questo termine (e' abbastanza recente), riporto qui una sommaria spiegazione e link relativo (in inglese, sorry).
            Interessante , grazie .

            Originariamente inviato da Giudiver Visualizza il messaggio
            "Gli ecosistemi costieri di mangrovie, paludi e fanerogame forniscono numerosi benefici e servizi essenziali per l'adattamento ai cambiamenti climatici lungo le coste di tutto il mondo (...) "

            Del problema delle mangrovie , ne avevo letto tempo fa .

            http://static.repubblica.it/repubbli...io-gamberetti/
            http://www.oneplanetfood.info/approf...tti-mangrovie/
            https://www.lifegate.it/persone/news...i-e-gamberetti




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            • #7
              Ciao Nello,

              gli articoli che riporti sono a dir poco sconcertanti ma sottolineano ancora una volta come parte del cambiamento potrebbe (e dovrebbe) partire dalle azioni di ognuno di noi.
              "Do you come from a land Down Under?
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              • #8
                Per me che vivo in Riviera Maya, essere ottimisti è impossibile.
                Io gli ettari di mangrovie distrutti li vedo, non ne sento solo parlare.
                Localmente quello che potrebbe salvare l'ecosistema è una bella guerra tra cartelli della droga, che ridurrebbe drasticamente il numero di turisti e, di conseguenza, di migranti.
                www.filoariannadive.com

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                • #9
                  E' triste ma credo bisogni davvero iniziare a capire dove e quali ecosistemi si possono ancora salvare e quali altri no. Almeno gli sforzi sarebbero di sicuro piu' concentrati e, come tale, avrebbero di sicuro piu successo. E il vantaggio non e' mai soltanto a livello locale, cosa che, purtroppo, e' quello che nessuno comprende.
                  "Do you come from a land Down Under?
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                  • #10
                    su LE SCIENZE di questo mese - ottobre - c'è un bell'articolo: 'Blu come il carbonio'
                    http://www.lescienze.it/archivio/art...bonio-4137696/

                    purtroppo l'intero contenuto non è disponibile online
                    ma è un bell'approfondimento
                    BLOG
                    https://claudiodimanaoblog.blogspot.com/

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