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L’organizzazione della gang di datterai era perfetta.
Ma i predatori del mare della penisola sorrentina sono stati scoperti, bloccati e denunciati dagli uomini della capitaneria di Porto di Castellammare che ne hanno denunciato ben 11.
Ma avevano già compiuto l’ennesima razzia: 140 chilogrammi pronti a essere messi in vendita nelle pescherie di Castellammare e Penisola Sorrentina per i pasti e le cene natalizie.
La gang era organizzata in squadre, ciascuna in azione in orari e zone diverse, e, all’interno di ogni squadra, ciascun componente aveva un compito diverso: c’erano gli esperti sub che conoscono a menadito i fondali marini della costa stabiese e sorrentina dove trovare i molluschi, poi c’erano le sentinelle che avevano il compito di avvertire i complici in caso di arrivo delle forze dell’ordine, altri invece erano addetti al trasporto da mare a terra e la consegna del bottino all’altro gruppo incaricato a sua volta di smistare il prodotto con l’ausilio di motorini e autoveicoli.
Sono stati tutti sorpresi ieri dagli uomini della guardia costiera di Castellammare di Stabia comandati dal capitano di fregata Guglielmo Cassone: il blitz, in località Punta Scutolo, a Vico Equense, ha permesso anche di sequestrare ben 140 chili di datteri appena pescati.
I datterai colti in flagranza sono ben undici, tutti pregiudicati già condannati per la recidività degli stessi reati.
Al momento del fermo, gli uomini stavano rientrando da una battuta di pesca abusiva sui fondali della penisola sorrentina. Sono stati tutti denunciati e sequestrato il bottino e tutte le attrezzature utilizzate per compiuere le razzie sui fondali marini.
È scattato l’arresto per uno stabiese a cui si è aggiunta anche l’inosservanza dell’obbligo di dimora nel comune di Castellammare.
Il danno ambientale alla costa derivato dalla pesca di questo quintale e mezzo di datteri è enorme – afferma il comandante Guglielmo Cassone – e si ripercuote non solo sul delicato ecosistema marino, ma anche sulla bellezza delle nostre coste e dei nostri fondali, in quanto per poterli pescare bisogna frantumare le rocce con inevitabili danni ambientali in quanto vengono impiegati anche dei martelli pneumatici particolarmente distruttivi”.
Ma i predatori del mare della penisola sorrentina sono stati scoperti, bloccati e denunciati dagli uomini della capitaneria di Porto di Castellammare che ne hanno denunciato ben 11.
Ma avevano già compiuto l’ennesima razzia: 140 chilogrammi pronti a essere messi in vendita nelle pescherie di Castellammare e Penisola Sorrentina per i pasti e le cene natalizie.
La gang era organizzata in squadre, ciascuna in azione in orari e zone diverse, e, all’interno di ogni squadra, ciascun componente aveva un compito diverso: c’erano gli esperti sub che conoscono a menadito i fondali marini della costa stabiese e sorrentina dove trovare i molluschi, poi c’erano le sentinelle che avevano il compito di avvertire i complici in caso di arrivo delle forze dell’ordine, altri invece erano addetti al trasporto da mare a terra e la consegna del bottino all’altro gruppo incaricato a sua volta di smistare il prodotto con l’ausilio di motorini e autoveicoli.
Sono stati tutti sorpresi ieri dagli uomini della guardia costiera di Castellammare di Stabia comandati dal capitano di fregata Guglielmo Cassone: il blitz, in località Punta Scutolo, a Vico Equense, ha permesso anche di sequestrare ben 140 chili di datteri appena pescati.
I datterai colti in flagranza sono ben undici, tutti pregiudicati già condannati per la recidività degli stessi reati.
Al momento del fermo, gli uomini stavano rientrando da una battuta di pesca abusiva sui fondali della penisola sorrentina. Sono stati tutti denunciati e sequestrato il bottino e tutte le attrezzature utilizzate per compiuere le razzie sui fondali marini.
È scattato l’arresto per uno stabiese a cui si è aggiunta anche l’inosservanza dell’obbligo di dimora nel comune di Castellammare.
Il danno ambientale alla costa derivato dalla pesca di questo quintale e mezzo di datteri è enorme – afferma il comandante Guglielmo Cassone – e si ripercuote non solo sul delicato ecosistema marino, ma anche sulla bellezza delle nostre coste e dei nostri fondali, in quanto per poterli pescare bisogna frantumare le rocce con inevitabili danni ambientali in quanto vengono impiegati anche dei martelli pneumatici particolarmente distruttivi”.