Sincope: conoscerla e prevenirla

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  • Sincope: conoscerla e prevenirla

    Ecco il mio articolo sulla sincope ed il samba.
    Visibile anche alla pagina: http://emozioneapnea.jimdo.com/articoli/sincope/

    La sincope è senza ombra di dubbio, la situazione più pericolosa per un apneista e tra le principali cause di decesso tra pescatori in apnea ed i profondisti. Per questo motivo è importante imparare a conoscerla e capire come prevenirla.

    Prima di parlare della sincope però è doveroso almeno dare un accenno sulla respirazione.

    Se nella cultura occidentale si tende a non prestare mai molta attenzione al respiro, per l'apneista la conoscenza di questo gesto del tutto spontaneo deve essere di fondamentale importanza. A tale proposito mi sento sempre di consigliare un corso base di respirazione o di yoga.

    L'atto respiratorio è la funzione attraverso la quale si apporta ossigeno al sangue (O2) e si espelle anidride carbonica (CO2).

    L'ossigeno, volendo fare un paragone motoristico, è il carburante di cui necessitiamo per le normali funzioni vitali, l'anidride carbonica invece sono i gas di scarico prodotti dall'attività dei nostri muscoli. E' proprio quest'ultima a giocare il ruolo fondamentale durante l'immersione in apnea. Dedichiamogli allora un istante per capire cosa è questa CO2 e come agisce in condizioni "normali" all'interno del nostro organismo.

    L'anidride carbonica è innanzitutto un gas. Viene prodotta dall'attività metabolica del corpo, in parole povere, come già accennato è il risultato della naturale attività fisica, come per esempio, un allenamento o anche il semplice battito cardiaco. Essa risulta di fondamentale importanza per gli scambi gassosi all'interno del nostro corpo. La sua carenza è infatti è associata a gravi disturbi e patologie. E' difatti un vero e proprio collante per le reazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo. Scarsa CO2 comporta il rallentamento di questi processi chimici fondamentali. In particolare si è notato che in presenza di bassa CO2 l'emoglobina rilascia con più difficoltà l'ossigeno nel sangue, ne consegue che tutti i tessuti risulteranno scarsamente ossigenati.

    Capiamo dunque quanto sia importante mantenere i giusti livelli di ossigeno ed anidride carbonica attraverso una corretta respirazione e capiamo altrettanto bene come l'apnea sia di per sè un'attività che mette a seria prova tutto il nostro sistema respiratorio che è progettato per avere un flusso costante e non interrotto come nel nostro caso.

    Cosa accade dunque quanto tratteniamo il respiro? Fermare la respirazione non significa bloccare le funzioni vitali. Per quanto i nostri muscoli possano essere rilassati anche durante una prova di apnea statica, il nostro corpo continuerà a "lavorare" e di conseguenza a produrre scarto (CO2). Immaginiamo di prendere un bel respiro e poi trattenerlo. Il corpo si carica, come consuetudine, di ossigeno e per qualche istante tutto sembra procedere come se niente fosse. Le normali funzioni vitali però continuano a produrre anidride carbonica che pian piano si accumulano nel sangue. Quando i livelli di anidride carbonica salgono drasticamente oltre una certa soglia di sicurezza, nel nostro corpo (che è una macchina perfetta) avviene una sorta di pre-allarme. L'anidride carbonica e il drastico abbassamento del PH sanguineo agiscono sui recettori del cervello (che non possono essere spenti volontariamente). Il corpo, con dei movimenti involontari, prova a far ripartire la respirazione. Ecco che si avvertono le famose contrazioni diaframmatiche. Chi ha esperienza di apnea statica sà di cosa sto parlando. Con l'arrivo delle contrazioni inizia a crescere esponenzialmente anche la fame d'aria. Questi sono i primi segnali che ci invia il corpo. Durante queste contrazioni siamo ancora pienamente lucidi ed in grado di controllare muscoli e movimenti, ma se proseguissimo troppo oltre? Ecco che possiamo iniziare a parlare della sincope.

    Spesso si legge sui giornali che riportano le tristi disgrazie in mare, che l'apneista è morto per un malore. Con tutta probabilità si è trattata di sincope. Torniamo a ciò che sta accadendo al nostro corpo che da qualche minuto non respira. L'ossigeno preso con la nostra boccata d'aria è ormai quasi esaurito, è penetrato nel sangue trasportato dall'emoglobina che adesso viaggia a pieno regime nell'alveolo trasportando anidride carbonica che nel frattempo si sta intasando nel sangue. I recettori del cervello sono in allerta, tentano di riprendere autonomamente la respirazione, ma noi continuiamo a trattenere il respiro nonostante la grande fame d'aria che avvertiamo. Le nostre funzioni vitali sono messe in crisi, ma c'è ancora una discreta riserva ed e proprio quella riserva la causa della sincope.

    Il cervello si spegne all'improvviso. Black-out totale. La sincope anossica. Nella sala comandi hanno capito che non ci possono lasciare il comando, così ci spengono e se lo riprendono. La sincope, non è altro che l'ultimo sistema difensivo del nostro corpo. Il concetto è semplice: spegnere tutte le principali funzioni vitali, cuore compreso, per poter ottimizzare al massimo l'ultima riserva di ossigeno. Versiamo in stato incoscienza totale, svenuti. Vi lascio immaginare la conseguenza se fossimo in mare da soli.

    Ovviamente questo è il caso limite. Nelle esercitazioni o nelle performace, è più frequente che si verifichi un "samba" piuttosto che una sincope. La differenza tra samba e sincope è tra cercarsi proprio in quella famosa pressione parziale di ossigeno ed anidride carbonica. Il samba è per l'appunto uno stato di incoscienza o semi-incoscienza che precede la sincope. E' caratterizzato da difficoltà nel controllare l'atto respiratorio, nel parlare e nel controllare i muscoli nei casi più lievi, spasmi incontrollati, tremore, convulsioni e totale perdita di conoscenza per quelli più gravi. Se il malcapitato non riprende a respirare successivamente ad un samba si passerà alla sincope vera e propria. Chi è colpito da samba, anche nei casi più lievi, davvero molto raramente rimane lucido e consapevole di ciò che gli sta accadendo, per questo non può assolutamente contare solo su se stesso. Al “risveglio” le persone soccorse ammettono, infatti, di non ricordare assolutamente nulla di ciò che sia accaduto.

    La quasi totalità degli episodi di samba si verifica a pochissimi metri dalla superficie, se non addirittura alcuni secondi dopo (anche venti) essere riemersi, dipende dal fatto che anche se si è con la testa fuori dall'acqua e si è ripresa la respirazione, occorre ancora del tempo prima che i livelli di O2 e CO2 si stabilizzino nei parametri di “normalità”.

    Cosa fare e come prevenire questi incidenti.

    Per chi è colto da samba, o peggio, da sincope l'imperativo è respirare il prima possibile per riportare i valori allo stato ottimale. Come già detto, è molto molto raro e solo nelle manifestazioni più blande che chi viene colpito da samba abbia la lucidità tale per riprendersi autonomamente, è quindi necessario l'intervento di un compagno per salvarsi la vita. Nei casi più lievi basta semplicemente che il compagno sfili la maschera e lo aiuti a riprendere la respirazione, magari scuotendolo leggermente. La situazione si risolverà in pochi secondi senza comportare altri interventi. Inutile dire che è obbligatorio uscire dall'acqua e non immergersi più nell'arco della giornata, anche se apparentemente ci si senta bene. Nelle situazioni più gravi di samba o sincope potrebbe essere necessaria la respirazione bocca a bocca, la rianimazione ed al limite l'intervento del pronto soccorso ed un chek-up medico. Per il recupero e l'assistenza del compagno colto da samba attenersi alle manovre insegnate nei corsi. Restare dietro di esso con il busto eretto, far passare il proprio braccio sotto l'ascella del malcapitato e tenergli il mento verso l'alto così che non rischi di ingerire acqua che peggiorerebbe solo la situazione. Sfilare sia la propria cintura che quella del compagno così da potervi sostentare a galla agevolmente. State molto attenti a non farvi colpire accidentalmente durante le convulsioni o gli spasmi, sarebbe ideale che adagiaste la sua nuca sul vostro petto così da poter controllare meglio le reazioni più violente.



    Per evitare questi incidenti invece è importante imparare a conoscere il proprio corpo e le proprie possibilità oltre che imparare ad “ascoltarlo” durante ogni singola immersione. I consigli pratici che mi sento di dare sono:

    -Non entrare in acqua se le condizioni psico-fisiche non sono ottimali. Stress, ansia, emotività, paura, attacchi di panico sono tutti nemici dell'apnea e della sicurezza, sono le condizioni in cui immergersi equivale ad aumentare esponenzialmente il rischio di gravi incidenti.

    -Siate sempre almeno in due e sorvegliatevi ad ogni tuffo. Samba e sincope, se si è prontamente soccorsi, lasciano solo un po' di strizza e niente più, in caso contrario... beh, non lo potreste raccontare a nessuno.

    -Cercare di rimanere lucidi e calmi anche nelle situazioni di panico. L'innalzamento repentino dei battiti cardiaci (la paura) fa bruciare più ossigeno e produrre più anidride carbonica, abbassando drasticamente la soglia di “sicurezza” nella quale siamo abituati ad operare.

    -Nel caso dell'apnea profonda, durante la risalita rimanere calmi e cercare di rilassarsi concentrandosi sulla pinneggiata e non cercare la superficie. E' una situazione che genera ansia e tensione muscolare.

    -Preparare l'apnea respirando in modo profondo e rilassato, solo quando ci si sente davvero pronti per immergersi nuovamente procedere con l'apnea.

    -Una volta riemersi fare una piccola espirazione, senza svuotare drasticamente i polmoni (che comporterebbe un abbassamento ulteriore e repentino della pressione parziale) e prendere subito una boccata di aria “nuova”, solo successivamente procedere con atti respiratori più profondi.



    L'iperventilazione:

    Dedico due parole a parte per questa tecnica che in passato è stata molto usata anche da alcuni campioni di calibro mondiale. Si riteneva erroneamente che iperventilare facesse ossigenare di più il corpo per poter così prolungare le apnee. Niente di più errato. Si è scoperto che la quantità di ossigeno che penetra nel sangue dipende dall'emoglobina disponibile in quel momento. Se aumentiamo la quantità di aria introdotta non aumentiamo l'ossigeno che si combina con l'emoglobina, ma semplicemente quella introdotta ed espulsa (che non verrà utilizzata) ed insieme ad essa anche l'anidride carbonica. Se è vero che l'anidride carbonica gioca la parte più importante nella sincope, è anche vero però che è fondamentale per poter dare al corpo le prime avvisaglie. Come detto precedentemente, è proprio la sua presenza in eccesso ad attivare i ricettori neurologici che portano alle contrazioni diaframmatiche. Bassi livelli di CO2 nel sangue (il caso dell'iperventilazione) equivalgono a “falsare” i ricettori predisposti alla respirazione. Ne consegue che avvertiremmo le contrazioni e la fame d'aria molto tempo dopo rispetto ad una ventilazione classica o addirittura non averla nemmeno. Non cambia però la soglia entro il quale avviene la sincope. Una sorte di doping per farla breve. E' una manovra pericolosissima, poiché la sincope potrebbe avvenire in qualsiasi istante senza avere dal corpo il minimo avvertimento.
    http://emozioneapnea.jimdo.com

  • #2
    Re: Sincope: conoscerla e prevenirla

    Originariamente inviato da iverdog
    Il cervello si spegne all'improvviso. Black-out totale. La sincope anossica. [...] spegnere tutte le principali funzioni vitali, cuore compreso
    Potrei sbagliarmi: nella quasi totalità di sincopi si parla di sincopi ipossiche non anossiche. Nelle quali appunto il corpo si spegne per preservare le energie (che nel caso di sincope anossica sarebbero già esaurite). E l'arresto cardiaco non sopraggiunge in concomitanza (ne ho viste un po' e fortunatamente mai è stato necessario l'RCP).

    La sincope anossica è un caso davvero limite, che trova poco riscontro in apnea statica e dinamica ed è principalmente dovuto ad una forte iperventilazione (da capogiro) precedente alla performance. Chiaramente è una tecnica da evitare.
    Luca Angiolini - TDI OC/CCR Advanced Mixed Gas Diver

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    • #3
      grazie per l'intervento, hai ragione, infatti il primo esempio è il caso più estremo che possa verificarsi, nelle righe successive infatti dico

      Ovviamente questo è il caso limite. Nelle esercitazioni o nelle performace, è più frequente che si verifichi un "samba"
      mi rendo conto di non aver specificato bene, però, provvederò a correggere.
      Grazie
      http://emozioneapnea.jimdo.com

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      • #4
        Originariamente inviato da iverdog
        grazie per l'intervento, hai ragione, infatti il primo esempio è il caso più estremo che possa verificarsi, nelle righe successive infatti dico

        Ovviamente questo è il caso limite. Nelle esercitazioni o nelle performace, è più frequente che si verifichi un "samba"
        mi rendo conto di non aver specificato bene, però, provvederò a correggere.
        Grazie
        Hai perfettamente ragione eh, samba batte sincope 10 a 1 (probabilmente e fortunatamente anche molto di più). Però sincope ipossica batte la sincope anossica altrettanto (quindi no arresto cardiaco). Altrimenti i morti che ahimè ci sono ogni anno sarebbero sa dio quanti
        Luca Angiolini - TDI OC/CCR Advanced Mixed Gas Diver

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        • #5
          Ciao Iverdog.
          Ti faccio i miei complimenti per esserti cimentato con un argomento molto importante.

          La bella stagione è alle porte e con essa purtroppo arrivano anche gli incidenti di chi s'improvvisa apneista pensando che l'apnea sia più sicura e facile delle bombole.
          Cosa non vera che trova purtroppo riscontro in tanti anzi troppi incidenti mortali che si potevano evitate.

          Questo è un discorso impopolare e mal gradito anche dagli stessi apneisti che (soprattutto i pescatori) amano spesso andare da soli.

          Originariamente inviato da iverdog
          Ecco il mio articolo sulla sincope ed il samba.
          Visibile anche alla pagina: http://emozioneapnea.jimdo.com/articoli/sincope/
          Ho letto con interesse e mi sono permesso di riportare sotto alcune mie osservazioni in merito che sottopongo alla tua attenzione e che possono essere elementi di discussione.

          Originariamente inviato da iverdog
          La sincope è senza ombra di dubbio, la situazione più pericolosa per un apneista e tra le principali cause di decesso tra pescatori in apnea ed i profondisti. Per questo motivo è importante imparare a conoscerla e capire come prevenirla.

          E' la sola causa di morte - la principale e anche l'unica e basterebbe veramente poco per far si che al verificarsi della sincope non segua il decesso.
          Basterebbe semplicemente immergersi in apnea con un compagno che sia in grado di prestare la corretta assistenza.
          Purtroppo il mondo dell'apnea è ancora troppo lasciato al fai da te - comportamenti pericolosi (come fare apnea da soli) spesso sono accompagnati da una non conoscenza delle dinamiche dell'apnea stessa.
          Si preferisce comprare le pinne in carbonio che spendere in una corretta formazione.


          Prima di parlare della sincope però è doveroso almeno dare un accenno sulla respirazione.

          Se nella cultura occidentale si tende a non prestare mai molta attenzione al respiro, per l'apneista la conoscenza di questo gesto del tutto spontaneo deve essere di fondamentale importanza. A tale proposito mi sento sempre di consigliare un corso base di respirazione o di yoga.

          Io, un corso di respirazione (La disciplina dello Yoga è strutturata in 8 "passi" - otto parti, il quarto passo è il "Pranayama" - Prana = energia / Yama = controllo controllo del respiro) lo consiglierei anche a chi pratica la subacquea con le bombole.

          L'atto respiratorio è la funzione attraverso la quale si apporta ossigeno al sangue (O2) e si espelle anidride carbonica (CO2).

          L'ossigeno, volendo fare un paragone motoristico, è il carburante di cui necessitiamo per le normali funzioni vitali, l'anidride carbonica invece sono i gas di scarico prodotti dall'attività dei nostri muscoli. E' proprio quest'ultima a giocare il ruolo fondamentale durante l'immersione in apnea. Dedichiamogli allora un istante per capire cosa è questa CO2 e come agisce in condizioni "normali" all'interno del nostro organismo.

          L'anidride carbonica è innanzitutto un gas. Viene prodotta dall'attività metabolica del corpo, in parole povere, come già accennato è il risultato della naturale attività fisica, come per esempio, un allenamento o anche il semplice battito cardiaco. Essa risulta di fondamentale importanza per gli scambi gassosi all'interno del nostro corpo. La sua carenza è infatti è associata a gravi disturbi e patologie. E' difatti un vero e proprio collante per le reazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo. Scarsa CO2 comporta il rallentamento di questi processi chimici fondamentali. In particolare si è notato che in presenza di bassa CO2 l'emoglobina rilascia con più difficoltà l'ossigeno nel sangue, ne consegue che tutti i tessuti risulteranno scarsamente ossigenati.

          La CO2 nel corpo contribuisce a determinare quello che viene chiamato "effetto Bohr".
          http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Bohr
          In breve l'emoglobina non rilascia ossigeno in maniera casuale.
          Se ciò avvenisse in maniera casuale il corpo non riuscirebbe a funzionare bene in quanto potremmo avere comparti che non stanno consumando (per esempio muscoli a riposo) con tanto ossigeno e comparti che stanno lavorando (ergo che hanno bisogno di O2) con poco ossigeno e questo è palesemente un problema.
          L'effetto Bohr spiega come viene rilasciato l'ossigeno in maniera specifica ossia dove necessita rispetto a dove ne va di meno.
          Tutte le cellule solo per il fatto di essere vive bruciano ossigeno e liberano CO2 (consumo basale) in questi processi generano calore e altri "scarti".
          La CO2 (come hai detto) abbassa il PH del sangue e lo rende "acido" questo unitamente all'aumento di temperatura fa si che l'emoglobina cambi forma e rilasci molecole di O2 (cosa che altrimenti non farebbe).
          Ovviamente tanto più quelle cellule lavorano tanto più calore e CO2 producono ergo, l'emoglobina che arriva troverà un ambiente ancora più acido e più caldo che la costringono a rilasciare una quantità maggiore di ossigeno.


          Capiamo dunque quanto sia importante mantenere i giusti livelli di ossigeno ed anidride carbonica attraverso una corretta respirazione e capiamo altrettanto bene come l'apnea sia di per sè un'attività che mette a seria prova tutto il nostro sistema respiratorio che è progettato per avere un flusso costante e non interrotto come nel nostro caso.

          O2 e CO2 sono legati nel senso che la CO2 sale con il diminuire dell'O2.
          Il nostro corpo regola la ventilazione con dei ricettori nervosi che misurano la quantità di CO2 presente nel corpo.
          Nel tuo esempio automobilistico possiamo dire che il nostro corpo è una macchina che misura la quantità residua di benzina presente nel serbatoio dalla quantità di gas di scarico prodotta.
          Tu hai centrato il problema in pieno Iverdog il nostro fisico è fatto per avere uno scambio continuo tramite la ventilazione mentre nel momento in cui blocchiamo la ventilazione mettiamo in moto dei meccanismi fisici tali per cui non è possibile escludere a priori la perdita di coscienza.
          Questo è il motivo per cui l'immersione in solitaria con le bombole è un'attività fattibile (anche se l'assenza del compagno la rende a rischio) ma il fatto che il subacqueo continui a ventilare esclude la possibilità di una perdita di coscienza improvvisa.
          Mentre l'apneista - bloccando la ventilazione - non ha mai e poi mai per quanto faccia tutti giusto (o pensi di far giusto) la certezza di non incorrere in una perdita di coscienza al cui verificarsi solo il compagno può salvarci.


          Cosa accade dunque quanto tratteniamo il respiro? Fermare la respirazione non significa bloccare le funzioni vitali. Per quanto i nostri muscoli possano essere rilassati anche durante una prova di apnea statica, il nostro corpo continuerà a "lavorare" e di conseguenza a produrre scarto (CO2).

          Esatto è la differenza tra quella che comunemente si considera respirazione ma che in realtà è la ventilazione polmonare e la respirazione cellulare.
          Fare apnea non vuol dire bloccare la respirazione cellulare ma solo la ventilazione polmonare.
          In ogni momento dell'apnea bisogna garantire sempre lo svolgersi regolare della respirazione cellulare.


          Immaginiamo di prendere un bel respiro e poi trattenerlo. Il corpo si carica, come consuetudine, di ossigeno e per qualche istante tutto sembra procedere come se niente fosse. Le normali funzioni vitali però continuano a produrre anidride carbonica che pian piano si accumulano nel sangue. Quando i livelli di anidride carbonica salgono drasticamente oltre una certa soglia di sicurezza, nel nostro corpo (che è una macchina perfetta) avviene una sorta di pre-allarme. L'anidride carbonica e il drastico abbassamento del PH sanguineo agiscono sui recettori del cervello (che non possono essere spenti volontariamente). Il corpo, con dei movimenti involontari, prova a far ripartire la respirazione. Ecco che si avvertono le famose contrazioni diaframmatiche. Chi ha esperienza di apnea statica sà di cosa sto parlando. Con l'arrivo delle contrazioni inizia a crescere esponenzialmente anche la fame d'aria. Questi sono i primi segnali che ci invia il corpo. Durante queste contrazioni siamo ancora pienamente lucidi ed in grado di controllare muscoli e movimenti, ma se proseguissimo troppo oltre? Ecco che possiamo iniziare a parlare della sincope.

          L'aumento della CO2 innesca quelle che vengono chiamate fasi dell'apnea:
          *PERIODO SICURO in cui non ho stimoli alla respirazione (CO2 su livelli normali), in cui sto bene.
          *PERIODO FLUTTUANTE in cui la CO2 è salita, inizio a sentire il desiderio di respirare ma non ho una reazione fisica.
          *PERIODO DI SOFFERENZA in cui la CO2 è salita a tal punto da innescare una reazioni fisiche (contrazioni diaframmatiche, irrigidimento muscolare ecc.)
          *PERIODO DI LATENZA in cui la CO2 è al massimo ma a un certo punto cessano le reazioni fisiche (la calma prima del disastro) - se la CO2 è al massimo e la conseguenza è trovarsi con poco ossigeno a tal punto da attivare anche delle terminazioni nervose preposte a misurare l'O2.
          A questo punto può scattare il meccanismo di difesa del corpo che cerca di mantenerci vivi con poco ossigeno ossia la perdita di coscienza.
          *SINCOPE

          Fino al periodo di latenza che non è detto che ci sia o che duri posso interrompere volontariamente l'apnea.
          Dopo si ha l'interruzione involontaria - la sincope.


          Spesso si legge sui giornali che riportano le tristi disgrazie in mare, che l'apneista è morto per un malore. Con tutta probabilità si è trattata di sincope. Torniamo a ciò che sta accadendo al nostro corpo che da qualche minuto non respira. L'ossigeno preso con la nostra boccata d'aria è ormai quasi esaurito, è penetrato nel sangue trasportato dall'emoglobina che adesso viaggia a pieno regime nell'alveolo trasportando anidride carbonica che nel frattempo si sta intasando nel sangue. I recettori del cervello sono in allerta, tentano di riprendere autonomamente la respirazione, ma noi continuiamo a trattenere il respiro nonostante la grande fame d'aria che avvertiamo. Le nostre funzioni vitali sono messe in crisi, ma c'è ancora una discreta riserva ed e proprio quella riserva la causa della sincope.

          Giusto a un certo punto scattano dei sensori nervosi dell'O2 che - rilevato troppo poco ossigeno scatenano un meccanismo di difesa.
          Immagine una persona che vuole togliersi la vita.
          Potrebbe semplicemente trattenere il respiro fino a morire ma questo non avverrebbe, perché a un certo punto il meccanismo di difesa fa si che la sua volontà di morire venga spenta riprendendo in maniera automatica la ventilazione.
          Solo che questo meccanismo di difesa non sa distinguere l'ambiente in cui ci troviamo cosi anche se siamo sott'acqua scatta.........


          Il cervello si spegne all'improvviso. Black-out totale. La sincope anossica. Nella sala comandi hanno capito che non ci possono lasciare il comando, così ci spengono e se lo riprendono. La sincope, non è altro che l'ultimo sistema difensivo del nostro corpo. Il concetto è semplice: spegnere tutte le principali funzioni vitali, cuore compreso, per poter ottimizzare al massimo l'ultima riserva di ossigeno. Versiamo in stato incoscienza totale, svenuti.

          No, qui c'è secondo me un po di confusione.
          La perdita di coscienza per apnea protratta che chiamiamo "sincope" (in maniera impropria in quanto non è propriamente ciò che in medicina viene considerata sincope.
          Una sincope vera per esempio è la famosa "idrocuzione" ossia una persona che è stata al sole si butta improvvisamente in acqua fredda svenendo.
          Questa è caratterizzata da vasocostrizione cerebrale = ergo sincope ma l'apneista non ha una vasocostrizione ma il contrario ad opera della CO2 ha una vasodilatazione quindi non è proprio una sincope anche se nel gergo comune ormai la chiamiamo sincope.)
          è una difesa (come giustamente hai detto) e come tutte le difese cercano di mantenerci vivi il più a lungo possibile.
          Quindi quando l'O2 scende a livelli minimi il meccanismo spegne la coscienza per tagliare via tutti i consumi non necessari alla vita e destinare il poco ossigeno agli organo vitali (cuore per primo).
          Quindi quando subentra la sincope il soggetto continua a respirare a livello cellulare e non subisce danni.
          Questo fino a quando anche se poco c'è O2 per far pompare il cuore.
          Quando l'O2 scende e non alimenta più il cuore questo si ferma - con l'arresto cardiaco si ha l'interruzione della ventilazione cellulare e solo in questa fase iniziano i veri e seri problemi.
          Con l'arresto del cuore le prime cellule a morire sono quelle del sistema nervoso ergo si hanno i famosi cinque minuti d'oro che chi fa primo soccorso sulle autoambulanze conosce oltre i quali se il paziente viene salvato è di fatto quasi un vegetale.
          Ma tra la sincope e l'arresto cardiaco passano alcuni minuti un tempo assolutamente sufficiente a permettere al compagno di riportare l'apneista in superficie.


          Vi lascio immaginare la conseguenza se fossimo in mare da soli.

          Senza compagno la sincope dell'apneista equivale a morte certa.

          Ovviamente questo è il caso limite. Nelle esercitazioni o nelle performace, è più frequente che si verifichi un "samba" piuttosto che una sincope. La differenza tra samba e sincope è tra cercarsi proprio in quella famosa pressione parziale di ossigeno ed anidride carbonica. Il samba è per l'appunto uno stato di incoscienza o semi-incoscienza che precede la sincope.

          La samba non è proprio cosi.
          Anche se ormai nelle gare si parifica la samba alla sincope e per tanto comporta comunque la squalifica.


          E' caratterizzato da difficoltà nel controllare l'atto respiratorio, nel parlare e nel controllare i muscoli nei casi più lievi, spasmi incontrollati, tremore, convulsioni e totale perdita di conoscenza per quelli più gravi. Se il malcapitato non riprende a respirare successivamente ad un samba si passerà alla sincope vera e propria. Chi è colpito da samba, anche nei casi più lievi, davvero molto raramente rimane lucido e consapevole di ciò che gli sta accadendo, per questo non può assolutamente contare solo su se stesso.

          La "samba" che prende il nome dal noto ballo, è uno scoordinamento motorio ad opera del sistema nervoso.
          Come hai detto è uno stato presincopale ma non avviene attraverso le dinamiche della sincope.
          E' sempre conseguenza a un abbassamento di O2 ma ....
          La cellula nervosa funziona come tutte le altre cellule - ossia compie il proprio lavoro usando come energia la molecola di ATP (adenosina trifosfato) questa viene prodotta attraverso dei passaggi biochimici in due organelli che sono presenti in tutte le cellule del nostro corpo che si chiamano mitocondri.
          Nei mitocondri l'O2 viene ossidato per produrre ATP.
          Ma cosa serve l'ATP alle cellule nervose ?
          Alle cellule muscolari serve per contrarsi ma a quelle nervose ?
          Le cellule nervose producono impulsi elettrici e questi impulsi si generano dalla differenza di ioni che c'è tra l'esterno della membrana cellulare e l'interno della cellula.
          Quando questa viene eccitata (pensa al tatto o alla vista) la relativa cellula nervosa fa entrare gli ioni esterni generando l'impulso (tanto come una pila) ma dopo deve riportarli (gli ioni) all'esterno per ritornare nella condizione normale pronta per un altro impulso.
          Come fa a farli uscire ? serve energia ? questa energia è fornita appunto dall'ATP.
          Quando l'ossigeno scarseggia diminuisce anche la produzione di ATP e questo fa si che la cellula nervosa non ha energia sufficiente a ritornare in equilibrio, questo genera un'anomala attività elettrica a livello del sistema nervoso che causa i movimenti inconsulti che noi chiamiamo "samba".


          Al “risveglio” le persone soccorse ammettono, infatti, di non ricordare assolutamente nulla di ciò che sia accaduto.

          Si, la sincope spegne la coscienza e con essa ferma i ricordo, il soggetto si sveglia e nella sua mente non c'è ricordo della sincope per questo la nega.
          Ciò non avviene con la samba.
          La samba te la ricordi, anche se può capitare che non ci si accorda di piccoli movimenti scoordinati ma quando questa è massiccia si.


          La quasi totalità degli episodi di sincope (samba) si verifica a pochissimi metri dalla superficie, se non addirittura alcuni secondi dopo (anche venti) essere riemersi, dipende dal fatto che anche se si è con la testa fuori dall'acqua e si è ripresa la respirazione, occorre ancora del tempo prima che i livelli di O2 e CO2 si stabilizzino nei parametri di “normalità”.

          Quando si riemerge c'è tutta una procedura corretta per riprendere a respirare volta proprio a non far collassare la pressione all'interno dell'alveolo di colpo.
          Questo è anche il motivo per cui è sbagliatissimo tenere lo snorkel in bocca in quando aumenta lo sforzo per riprendere a respirare dovendo svuotare il tubo e a questo sforzo segue un improvviso crollo della pressione alveolare quando l'acqua viene espulsa.


          Cosa fare e come prevenire questi incidenti.

          Per chi è colto da samba, o peggio, da sincope l'imperativo è respirare il prima possibile per riportare i valori allo stato ottimale. Come già detto, è molto molto raro e solo nelle manifestazioni più blande che chi viene colpito da samba abbia la lucidità tale per riprendersi autonomamente, è quindi necessario l'intervento di un compagno per salvarsi la vita. Nei casi più lievi basta semplicemente che il compagno sfili la maschera e lo aiuti a riprendere la respirazione, magari scuotendolo leggermente. La situazione si risolverà in pochi secondi senza comportare altri interventi. Inutile dire che è obbligatorio uscire dall'acqua e non immergersi più nell'arco della giornata, anche se apparentemente ci si senta bene. Nelle situazioni più gravi di samba o sincope potrebbe essere necessaria la respirazione bocca a bocca, la rianimazione ed al limite l'intervento del pronto soccorso ed un chek-up medico. Per il recupero e l'assistenza del compagno colto da samba attenersi alle manovre insegnate nei corsi. Restare dietro di esso con il busto eretto, far passare il proprio braccio sotto l'ascella del malcapitato e tenergli il mento verso l'alto così che non rischi di ingerire acqua che peggiorerebbe solo la situazione. Sfilare sia la propria cintura che quella del compagno così da potervi sostentare a galla agevolmente. State molto attenti a non farvi colpire accidentalmente durante le convulsioni o gli spasmi, sarebbe ideale che adagiaste la sua nuca sul vostro petto così da poter controllare meglio le reazioni più violente.

          Samba e sincope sono episodi auto estinguenti - ossia si risolvono da soli spontaneamente - senza conseguenze il soggetto riprende a respirare.
          Ricordo che in sincope (e ovviamente anche in samba) la respirazione cellulare avviene.
          Il problema della sincope è solo legata al fatto che si è sott'acqua.
          Sott'acqua la ripresa del respiro involontario equivale ad allagamento dei polmoni e di conseguenza annegamento.
          Ma per fortuna ci sono anche i riflessi d'immersione e uno di questo è la chiusura spontanea dell'epiglottide.
          Per cui in caso di sincope bisogna solo e semplicemente riportare il soggetto in superficie il più rapidamente possibile.


          Per evitare questi incidenti invece è importante imparare a conoscere il proprio corpo e le proprie possibilità oltre che imparare ad “ascoltarlo” durante ogni singola immersione. I consigli pratici che mi sento di dare sono:

          -Non entrare in acqua se le condizioni psico-fisiche non sono ottimali. Stress, ansia, emotività, paura, attacchi di panico sono tutti nemici dell'apnea e della sicurezza, sono le condizioni in cui immergersi equivale ad aumentare esponenzialmente il rischio di gravi incidenti.

          -Siate sempre almeno in due e sorvegliatevi ad ogni tuffo. Samba e sincope, se si è prontamente soccorsi, lasciano solo un po' di strizza e niente più, in caso contrario... beh, non lo potreste raccontare a nessuno.

          -Cercare di rimanere lucidi e calmi anche nelle situazioni di panico. L'innalzamento repentino dei battiti cardiaci (la paura) fa bruciare più ossigeno e produrre più anidride carbonica, abbassando drasticamente la soglia di “sicurezza” nella quale siamo abituati ad operare.

          -Nel caso dell'apnea profonda, durante la risalita rimanere calmi e cercare di rilassarsi concentrandosi sulla pinneggiata e non cercare la superficie. E' una situazione che genera ansia e tensione muscolare.

          -Preparare l'apnea respirando in modo profondo e rilassato, solo quando ci si sente davvero pronti per immergersi nuovamente procedere con l'apnea.

          -Una volta riemersi fare una piccola espirazione, senza svuotare drasticamente i polmoni (che comporterebbe un abbassamento ulteriore e repentino della pressione parziale) e prendere subito una boccata di aria “nuova”, solo successivamente procedere con atti respiratori più profondi.

          Condivido tutto ma tengo a precisare:
          per quanto possiamo conoscerci, per quanto possiamo fare le cose corrette non possiamo mai e poi mai escludere la malaugurata ipotesi di una perdita di coscienza (sincope).
          La possibilità di fare una sincope accompagna costantemente l'apneista per quanto bravo e preparato.
          Questo è il motivo per cui - premesso tutto quello che hai detto la SOLA regola che ci da certezza di ritornare a casa dai nostri cari da un uscita in apnea è la presenza di un compagno in grado di riportarci in superficie nel caso si verifichi una perdita di coscienza.
          Andare da soli in apnea per me è troppo pericoloso ma malgrado una statistica che spaventerebbe chiunque la gente continua ad andarci - ok ne prendo atto - ma almeno andateci ben consci dei pericoli - conoscendo per filo e per segno le dinamiche fisiche, in questo modo non potete avere la certezza di non morire ma se limitate tempi e profondità e "giocate in difesa" facilmente potete ritornare a casa.


          L'iperventilazione:

          Dedico due parole a parte per questa tecnica che in passato è stata molto usata anche da alcuni campioni di calibro mondiale. Si riteneva erroneamente che iperventilare facesse ossigenare di più il corpo per poter così prolungare le apnee. Niente di più errato. Si è scoperto che la quantità di ossigeno che penetra nel sangue dipende dall'emoglobina disponibile in quel momento. Se aumentiamo la quantità di aria introdotta non aumentiamo l'ossigeno che si combina con l'emoglobina, ma semplicemente quella introdotta ed espulsa (che non verrà utilizzata) ed insieme ad essa anche l'anidride carbonica. Se è vero che l'anidride carbonica gioca la parte più importante nella sincope, è anche vero però che è fondamentale per poter dare al corpo le prime avvisaglie. Come detto precedentemente, è proprio la sua presenza in eccesso ad attivare i ricettori neurologici che portano alle contrazioni diaframmatiche. Bassi livelli di CO2 nel sangue (il caso dell'iperventilazione) equivalgono a “falsare” i ricettori predisposti alla respirazione. Ne consegue che avvertiremmo le contrazioni e la fame d'aria molto tempo dopo rispetto ad una ventilazione classica o addirittura non averla nemmeno. Non cambia però la soglia entro il quale avviene la sincope. Una sorte di doping per farla breve. E' una manovra pericolosissima, poiché la sincope potrebbe avvenire in qualsiasi istante senza avere dal corpo il minimo avvertimento.

          L'iperventilazione è una pratica pericolosa per quanto hai detto ma per chi fa apnea a un certo livello è una pratica attraverso cui passa.
          Diciamo che è un rischio che un campione del calibro di Valentino Rossi si può permettere di fare con la moto mentre è impensabile nella guida quotidiana

          Ciao spero che questo mio intervento fornisca spunti di discussione e di riflessione fosse anche correggere gli eventuali miei errori.


          Un cordiale saluto.
          Rana

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          • #6
            CIAO Rana e grazie per il prezioso intervento, spunto anche per me per approfondire discorsi che sono piuttosto complessi.
            Alcuni passaggi tecnici come l'effetto Bohr lo conoscevo, ma l'ho evitato (così come ho evitato il discorso della pressione parziale nell'apnea fonda) per non appesantire l'articolo già di per se lungo con terminologie tecniche. E' pensato per il neofita, che magari non ha mai nemmeno fatto il corso. Altri accenni che hai dato, sarò sincero, non li conoscevo e ti ringrazio per averli riportati perché sono davvero molto utili per la comprensione dell'apnea.

            Mi permetto di correggerti solo su 2 punti, purtroppo la sincope non è l'unica causa di morte, certamente la maggiore, ma non l'unica. Penso alle imbarcazioni che talvolta hanno letteralmente falciato i sub, alle reti illegali in cui è capitato impigliarsi, alle altre cause di morte come infarto ecc... è pur sempre uno sport... e talvolta la sfiga ci vede proprio bene.

            L'iperventilazione non è ormai più usata neanche dai campioni, ho visto fare loro degli esercizi con la glottide (la carpa) che possono ricordare vagamente una iperventilazione oppure degli esercizi di kapalabhati che è molto simile all'iperventilazione, ma per ciò che ne so dovrebbe essere una manovra "controllata" e che in ogni caso non precede l'immersione. L'iperventilazione ed il kapalabhati infatti prevedono l'uso di diversi muscoli, mentre gli istanti prima del tuffo dovrebbero essere di puro rilassamento... (anche su questo punto discutiamone, è possibile che sbaglio)

            PS: sei medico? Se non lo sei, complimenti per l'incredibile precisione nel descrivere cose anche molto complesse!
            http://emozioneapnea.jimdo.com

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            • #7
              Originariamente inviato da iverdog
              CIAO Rana e grazie per il prezioso intervento, spunto anche per me per approfondire discorsi che sono piuttosto complessi.
              Alcuni passaggi tecnici come l'effetto Bohr lo conoscevo, ma l'ho evitato (così come ho evitato il discorso della pressione parziale nell'apnea fonda) per non appesantire l'articolo già di per se lungo con terminologie tecniche. E' pensato per il neofita, che magari non ha mai nemmeno fatto il corso. Altri accenni che hai dato, sarò sincero, non li conoscevo e ti ringrazio per averli riportati perché sono davvero molto utili per la comprensione dell'apnea.
              Grazie per aver accettato il mio intervento come momento di reciproco confronto.

              Insieme nel forum si cerca di capire e condividere le conoscenze de esperienze.

              Originariamente inviato da iverdog
              Mi permetto di correggerti solo su 2 punti, purtroppo la sincope non è l'unica causa di morte, certamente la maggiore, ma non l'unica. Penso alle imbarcazioni che talvolta hanno letteralmente falciato i sub, alle reti illegali in cui è capitato impigliarsi, alle altre cause di morte come infarto ecc... è pur sempre uno sport... e talvolta la sfiga ci vede proprio bene.
              Condivido, si è vero non è l'unica.
              Io ho usato il termine unica in quanto volevo ribadire che è la prima causa di morte.
              Ma condivido che ce ne sono altre come quelle da te menzionate.

              Originariamente inviato da iverdog
              L'iperventilazione non è ormai più usata neanche dai campioni, ho visto fare loro degli esercizi con la glottide (la carpa) che possono ricordare vagamente una iperventilazione oppure degli esercizi di kapalabhati che è molto simile all'iperventilazione, ma per ciò che ne so dovrebbe essere una manovra "controllata" e che in ogni caso non precede l'immersione. L'iperventilazione ed il kapalabhati infatti prevedono l'uso di diversi muscoli, mentre gli istanti prima del tuffo dovrebbero essere di puro rilassamento... (anche su questo punto discutiamone, è possibile che sbaglio)
              Sei un grande, non tutti conoscono l'esercizio Yoga chiamato "kapalabhati" che in sanscrito dovrebbe essere "cranio lucente" - mi è rimasto impresso in quanto al corso Yoga quando il maestro ci ha spiegato il significato del termine tutti mi hanno guardato (sono calvo) e anno riso .
              Kapalabhati è un esercizio di iperventilazione controllata.
              Il termine "cranio lucente" deriva dalla sensazione che si prova dopo data appunto dall'abbassamento della CO2 che causa un senso di giramento di testa e formicolio.

              La tecnica della "Carpa" è pericolosa ma ancora si usa e se guardi i filmati prima di un tuffo in profondità qualche colpo di "carpa" lo danno.
              Per chi non lo sapesse "carpare" vuol dire muovere la bocca come il pesce carpa - usare i muscoli della bocca per spingere a forza aria nei polmoni pieni che cosi si riempiono ancora un pochino.
              C'è stato chi si è lesionato i polmoni esagerando con la carpa.
              La carpa non è il massimo in quanto quando la fai sei già in apnea quindi quello che metti in più lo stai gia consumando.
              Premesso questo quando si spinge al limite nei dovuti modi si media anche queste tecniche estreme.

              Quanto dici prima dell'inizio di una prestazione d'apnea è vero non si spinge più in iperventilazione come si faceva un tempo ma alcune respirazioni forzate si usano fare.

              Originariamente inviato da iverdog
              PS: sei medico? Se non lo sei, complimenti per l'incredibile precisione nel descrivere cose anche molto complesse!
              No non sono un medico anche se mia madre avrebbe voluto tanto
              Grazie del complimento.

              Permettimi di ringraziarti stai affrontando un aspetto molto interessante dell'apnea.


              Cordialmente
              Rana

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              • #8
                Originariamente inviato da RANA
                tutti mi hanno guardato (sono calvo) e anno riso . ....


                Ecco appunto non sono un medico e neanche uno scrittore - più vicino a un analfabeta.

                Errori grammaticali a nastro .. ovviamente chiedo venia.

                Ciao
                Rana

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                • #9
                  Apprezzo le critiche costruttive ed adoro quando qualcuno approfondisce gli argomenti con terminologie tecniche e scientifiche, come hai fatto tu. Come mi faceva notare anche Luky, ho fatto dei refusi dovuti al fatto che nel ritrovare gli appunti presi nel tempo e rinfrescandole con le info prese in rete ho fatto un pò di confusione, mi sono impappinato su me stesso!

                  Per il resto condivido pienamente il tuo discorso. Il kapalabhati l'ho provato diverse volte nell'ambito di lezioni di Yoga, bellissima tecnica, ma occorre essere seguiti da qualcuno, io ho provato altre volte da solo, ma mi sono arreso all'evidenza che c'è bisogno di un "maestro".
                  http://emozioneapnea.jimdo.com

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