Giovane apneista muore all'Elba

[nello]

"Il giovane era uscito in mare con il gommone insieme al compagno della madre, alla madre e alla sorellina piccola, per fare immersioni in apnea.
Sempre secondo ricostruzioni della capitaneria di porto di Portoferraio, il gruppo aveva pescato la mattina.
Poi nel primo pomeriggio, sembra verso le 14, il compagno della madre, risalendo a bordo del gommone, ha notato a un centinaio di metri il pallone galleggiante rosso usato come segnale, ma non vedeva risalire in superficie il ragazzo."

[RANA]

R.i.p.
Cordoglio per una giovane vita spezzata.

Purtroppo, questa è l'ennesima vittima dell'apnea - che presenta il medesimo comune denominatore delle morti in apnea, praticare in solitaria.

La quasi totalità delle morti in apnea, escludendo gli incidenti in cui l'apneista è stato travolto dai natanti, è dovuto al banale fatto di essere da soli.

La perdita di coscienza e conseguente annegamento nell'ambito dell'apnea "falcia" ogni anno un numero elevato di vittime superiori agli incidenti subacquei con le bombole.

Si discute molto sull'immersione con le bombole in solitaria, ma con le bombole, ergo, potendo ventilare a livello polmonare, si allontana in maniera sostanziale la perdita di coscienza.

L'apneista, al contrario, immobilizzando la ventilazione polmnonare, anche se in perfette condizioni non può escludere la perdita di coscienza (per apnea protratta, o riflessa da uno spavento) da qui la tassativa necessità di avere un compagno che possa prontamente intervenire.

Purtroppo nessuna tragedia terribile come questa ha mai messo fine a questo modo di fare apnea, non è il primo, purtroppo non sarà l'ultimo.

Rana