Camera iperbarica per controllo celle O2

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  • #16
    IMG_2449.JPG
    vediamo se riesco ...
    Ultima modifica di danboss; 22-09-2017, 14:17.

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    • #17
      IMG_2448.JPGvediamo se riesco ...

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      • #18
        vediamo se riesco ...

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        • #19
          Ne provi una alla volta? Mi sembra proprio che funzioni.
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          • #20
            Ma qual’e l’utilità della di questo strumento?
            Il comportamento delle celle nel reb è molto differente rispetto ad una misurazione in laboratorio, per umidità e pressione.
            Meglio che testare i sensori a inizio immersione a 6m in ox puro, durante la risalita ad quota e miscela stabilita con un lavaggio (che male non fa) e a fine immersione sempre a 6m in ox puro?
            Facendolo in ogni immersione ci si accorge di come varia la lettura in senso assoluto ma soprattutto la velocità di risposta ai cambi di ppo2, forse più importante.

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            • #21
              Anche se la prova è fatta in "laboratorio" ti assicuro che ti permette di capire se una o più celle hanno difficoltà a leggere certe PpO2 e se sono lineari. Nel reb tante problematiche delle celle vengono nascoste, perché c'è un ritardo nella risposta della lettura causato dal volume del loop che si miscela di volta in volta che c'è un'adduzione di O2. Come spiegavo prima tante celle, anche abbastanza nuove, non riescono a leggere oltre certi valori di PpO2, il che significa che se hai un problema di iperossia ( il più importante da tenere sotto controllo in un reb) potresti non notarlo perché la cella si è come dire "bloccata" a quel valore max di mV. Ad esempio a 40m potresti avere un picco di PpO2 a 1,6 ma essere già a 1,8 se non di più! Quando devo verificare i sensori io metto sul fondo della camera dell'acqua tiepida, lascio stabilizzare la temperatura della camera e di conseguenza delle celle e poi mando in pressione. Segno i valori ottenuti aumentando la pressione di 0,2 bar alla volta e traggo le mie considerazioni in termini di linearità e capacità di leggere determinate PpO2 riportando i valori su un grafico, grafico che dovrebbe essere quanto più simile ad una retta. Vi accorgerete che più saliamo con la PpO2 più questa retta comincia ad appiattirsi e vedrete che i mV non aumenteranno più con la stessa progressione (linearità) avuta a PpO2 inferiori. Inoltre avendo in contemporanea la lettura simultanea di tutte e tre le celle mi rendo conto se una o più celle faticano a stabilizzarsi o a raggiungere i valori attesi.

              Un saluto
              Alessandro
              Ultima modifica di alexcacciafotosub; 26-09-2017, 09:14.
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              • #22
                Grazie.....
                Ma quand’è che lo utilizzi?
                Per testare i sensori nuovi prima del cambio o ogni tot tempo/immersione?
                Un dubbio che ho è che la lettura dei sensori sia influenzata molto dalla pressione assoluta e che quindi nella camera non sia affidabile al 100%.
                Mi spiego meglio.
                Da quanto mi era stato spiegato, 100% O2 a 6m, non da proprio la stessa lettura che 16/50 a 90m.....lasciamo perdere diluente, ppo2 ecc ecc.....ho fatto solo esempio di calcolo.
                La cella galvanica, che da in uscita mV proporzionali alla ppo2, in qualche modo è influenzata anche dalla pressione assoluta.
                Testare in laboratorio ok, ma non so....poi non respiri dalla camera iperbarica.

                Quando testi i sensori nel reb con un gas certo e a una profondità stabilita, tu ti aspetti una lettura CERTA, che non sempre coincide con quella LETTA, e da li capisci la differenza tra teorico e reale; vedi cioè se il sistema reb/sensori/elettronica di lettura ti danno un valore più alto o più basso di quello che ti aspetteresti, e ti regoli di conseguenza.
                Per testare ppo2 alte, cosa utile come dici tu, basta fare un lavaggio in O2 a 8-10m in immersioni tranquille.....per 1 min mica muori.
                Oppure vai in aperto e lavi a perdere con O2, sempre se hai invertito addizione manuale ox sul sacco espirazione e l’ox fa tutto il giro prima di uscire, sul Meg.

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                • #23
                  Appena "spacchetto" i sensori li metto in camera, per farli stabilizzare visto che erano sigillati. In pratica porto la pressione a 1bar e lascio per circa 1h stabilizzare le celle. Poi lentissimamente scarico la pressione. L'indomani faccio i test su descritti e valuto se le 3 celle sono allineate (mV) tra loro a PpO2 prossime a 1,6. Se questo mio test viene passato, con uno scarto max di 5/6mV tra un sensore e l'altro (con PpO2 di 1,6 siamo a circa 80mV) allora le ritengo attendibili. Poi periodicamente ogni 3 mesi ripeto il test. Considera che i sensori non li "tiro" mai oltre gli 11/12 mesi, oltre non sono più affidabili.

                  Un saluto
                  Alessandro
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                  • #24
                    Scusatemi se vado OT. Dunque, i sensori O2 sono delle "pile galvaniche". Essi infatti generano tensione in presenza di ossigeno...... Se non ci fosse ossigeno non "lavorerebbero" quindi si allungherebbe la loro vita poiche la generazione è, gioco forza, dovuta al mutare di un elemento chimico (o insieme) presente nella sonda ossigeno con conseguente deperimento dovuto nel caso ad ossidazione....Se pur essendo stati aperti li conservassi in ambiente modificato, ossia privo di ossigeno (ad esempio in azoto o elio) cosa succederebbe alla loro vita ? Qualcuno sa rispondermi ?

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                    • #25
                      Dicono che anche da chiusi (sigillati) hanno una vita "di scaffale". Per cui non credo che potresti andare oltre questa dichiarata dal produttore.
                      Se avessi molto più tempo potrei fare molte più cose.
                      L'ottimista pensa che viviamo nel migliore dei mondi possibili, il pessimista teme che sia vero.

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                      • #26
                        Confermo quanto detto da Alastar. Considera che queste celle contengono sostanze acide che in ogni caso "logorano" i componenti interni (anodo e catodo) è un pò come se tenessi una pila inutilizzata per diversi anni, inevitabilmente si consuma nonostante non sia stata sfruttata l'energia contenuta all'interno. Le sonde che compro possono essere usate entro un anno dalla data di confezionamento, ma onestamente chi si sognerebbe di usare qualcosa che è "stabulato" da 1 anno anche se sigillato correttamente? Io no!

                        Un saluto
                        Alessandro
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