Originariamente inviato da npole
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Dipanato questo aspetto sono convinto che convergiamo su comuni intese.
Un tempo per programmazione s'intendeva il mero calcolo dei consumi unito alla lettura della tabella "tempo profondità", limitando tutto il discorso sicurezza alla storica convinzione che il portandosi dietro le tabelle mettesse al riparo da qualsiasi imprevisto.
L'introduzione del computer in questo contesto ha rappresentato un miglioramento della sicurezza dato che i calcoli sopra descritti erano passivi dell'errore umano.
Il computer è diventato oggetto indispensabile per gestire immersioni multilivello - cosa che le tabelle non fanno - e i subacquei sono diventati dipendenti da questo strumento.
Lo usano "bovinamente" senza quella consapevolezza data da una reale esperienza, da una reale conoscenza e cultura subacquea, che fa si che il computer non sia mai indispensabile ma solo una comodità.
Per fortuna le cose al giorno d'oggi si sono un pochino evolute e non mi riferisco ai computer con la sonda ma al modo di programmare un immersione.
Anche se le didattiche non hanno fatto - secondo me - ancora sufficienti sforzi per diffondere questa cultura nel programmare e di questo gliene faccio carico.
Spesso abbiamo detto che il computer non deve essere considerato elemento necessario ma solo una comodità - ben venga (non sono contrario al suo uso) ma in ogni momento dell'immersione dobbiamo essere pronti a farne a meno.
In poche parole è sbagliato dipendere dal computer.
Fino a qui è chiaro il mio punto di vista ? spero di si.
A questo punto tu mi metti davanti a un problema che, dal tuo punto di vista, ha una sola soluzione, affidarsi al computer, riporto il passaggio che hai scritto - per maggior chiarezza:
Originariamente inviato da npole
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Premessa, non mi sto inventando nulla, anzi chiedo a tutti nel forum d'intervenire e correggere quanto affermo se lo ritengono sbagliato.
Il 95% delle nostre immersione è la ripetizione di profili pressoché uguali.
Caro Npole, tu hai affermato di aver catalogato tutte le tue immersioni con ogni sorta di dati compreso l'andamento cardiaco, i consumi ecc, ecc.
Benissimo - se cosi, mi chiedo, come mai affermi che se scendi 2 metri in più per fotografare un pesce non sai più cosa fare senza computer ?
Vai a rivedere le tue immersioni, fai una griglia, dove in un lato metti il profilo dell'immersione almeno per sommi capi e dall'altro la decompressione svolta, noterai che il tutto si concentra in una piccola area decompressiva che si ripete sempre con piccolissime differenze.
Non può essere altrimenti dato che non ti basterebbe l'aria.
Se sei consapevole di questo sei in grado di stimare senza tabella in ogni momento la decompressione che devi fare per uscire pulito anche senza computer.
Nel programmare calcolo anche eventuali situazioni oltre l'ordinario di quello che intendo fare, se ho questi andamenti sono in grado di stimare comunque la decompressione anche se faccio qualche metro in più o qualche minuto in più.
Se si rompe il computer non è un problema, anzi potrei anche farne a meno, lo uso perché è comodo, ma consapevole che posso anche farne a meno.
E' inutile che mi sciolini l'importanza del cardio frequenzimetro, l'importanza dei dati che con questo strumento puoi raccogliere se non hai la consapevolezza di quello che fai a livello decompressivo nelle tue innumerevoli immersioni e senza computer non sai cosa fare se scendi 2 metri in più o fai 2 minuti in più.
Il consumo io lo calcolo di volta in volta, se stimo un determinato consumo ed esco con un risultato diverso mi chiedo il perché - come ha descritto Paolo55 - sono aspetti che si devono acquisire sperimentalmente misurando il fabbisogno personale in varie situazioni (stress si, stress no, sul fondo, in decompressione ecc, ecc) bisogna arrivare a saper gestire questi aspetti.
Una volta che si sa il proprio consumo - una volta che con questo dato si calcolano i consumi in fase di programmazione non serve altro che un manometro con cui leggere la pressione nelle bombole.
Come vedi bisogna affinare la conoscenza e la consapevolezza di quello che si fa, purtroppo, ripeto, le didattiche in tal senso non stanno facendo molto, salvo alcune a cui va dato merito.
Le case costruttrici di computer subacquei vogliono far credere che lo strumento sia necessario, vogliono creare la domanda, vogliono creare un bisogno che non c'è ......
C'è bisogno di consapevolezza di quello che si fa, c'è bisogno di didattiche che insegnano a ragionare su quanto si è fatto, su quanto si fa, c'è bisogno di smettere di pensare che la sicurezza risiede all'esterno di noi, ma è in noi e come tale dobbiamo affinarla.
Dopo ben vengano anche gadget come la sonda, il cardio frequenzimetro, la bussola digitale, il GPS ecc, ecc, ma usati sempre dandogli il giusto peso e mai come surrogato alle nostre abilità.
Cordialmente
Rana
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