OT The Social Dilemma: chi l'ha visto?

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  • OT The Social Dilemma: chi l'ha visto?

    ciao!

    ho visto il film The Social Dilemma.

    ECCESSIVO.

    Cosa ne pensate?

    La mia recensione:
    https://www.zeropixel.it/recensione-...ocial-dilemma/
    Pubblicato su Netflix il 9 settembre 2020, "The Social Dilemma" è un docu-film diretto da Jeff Orlowski che esplora lo sviluppo dei social media focalizzandosi sull'impatto negativo di questi sulla società.
    http://www.daturi.com

  • #2
    ce l'ho in wishlist , devo decidermi a vederlo!

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    • #3
      Caro mad
      seguo il regista Jeff Orlowsky (tra l'altro un ottimo subacqueo) da Chasing Ice, e dal meraviglioso Chasing Coral.
      Penso che esporre il lato oscuro dei social sia necessario, per noi e per i nostri legislatori, che hanno lasciato in un limbo privo di regole (o far west) uno strumento utile e rivoluzionario.
      In un mondo senza regole vale la legge del più forte o del più furbo.
      Se questo accadesse solo con la pubblicità sarebbe un male di poco. Sono contento, per esempio, di ricevere le pubblicità di canoe e non di 'guarisci coi cristalli'.

      Il problema sorge quando si tocca la privacy, e quando i social si sostituiscono all'informazione, perché i social (tranne twitter che è un aggregatore di trend e di informazioni) non sono stati progettati per informarci correttamente, ma per tenerci lì dentro il più a lungo possibile.

      Hanno trovato un pubblico impreparato, e dei legislatori ancora meno preparati del pubblico.
      Se da punto di vista commerciale ha funzionato, dal punto di vista politico, sociale, e culturale hanno creato un serio dissesto:
      confirmation bias > polarizzazione > diffusione di fake news/teorie del complotto > manipolazione.
      Con un impatto senza precedenti nella storia umana.

      I social hanno creato degli algoritmi mostro e questi algoritmi sono stati studiati ed utilizzati a loro vantaggio da gente senza scrupoli, da bot e da forze ombra: illuminante il saggio di David Puente: 'Il Grande Inganno'.

      Come hai scritto tu nella tua recensione, la TV aveva già fatto qualcosa del genere, verissimo, ma non ci dava l'illusione di partecipare, di essere la TV.

      Sono d'accordo su un fatto: più che biasimare i social dovremmo imparare ad usarli.

      Aggiungerei che i legislatori dovrebbero imparare a capirli e imporre loro di correggersi.
      Con il divieto di trasferire i dati dei cittadini europei fuori dall'UE c'è già un segnale forte.
      Altri segnali, come lo stop alle fake news (anche se postate dal presidente USA) sono stati recepiti.

      Speriamo.

      Non mi sento però di fare sconti:
      non dimentichiamoci che si tratta di multinazionali che incassano quanto il gettito fiscale di un paese avanzato e che hanno fagocitato la quasi totalità del mercato pubblicitario, distrutto il concetto di diritto d'autore, affondato l'editoria.
      E che non pagano le tasse nei territori dove hanno fatto man bassa.


      cidiemme


















      .





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      • #4
        L'ho visto e a me non è parso così esagerato. Più che altro un filino scontato nei contenuti, ma ha comunque il merito di far capire a quelli che non li conoscono, quali siano i meccanismi di funzionamento dei social network, oltre a fornire degli interessanti spunti di riflessione.

        La conclusione comunque mi pare condivisibile: cercare di rendere più umani i meccanismi delle reti sociali virtuali. Non credo sia sbagliato, anzi, visto che mi pare evidente come la cosa sia un poco sfuggita di mano, anche in buona fede e spinta dalla solita, comprensibile, voglia di profitto.

        “Call me Ishmael. Some years ago - never mind how long precisely - having little or no money in my purse, and nothing particular to interest me on shore, I thought I would sail about a little and see the watery part of the world."

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        • #5
          Originariamente inviato da Ishmael Visualizza il messaggio
          L'ho visto e a me non è parso così esagerato. Più che altro un filino scontato nei contenuti, ma ha comunque il merito di far capire a quelli che non li conoscono, quali siano i meccanismi di funzionamento dei social network, oltre a fornire degli interessanti spunti di riflessione.

          La conclusione comunque mi pare condivisibile: cercare di rendere più umani i meccanismi delle reti sociali virtuali. Non credo sia sbagliato, anzi, visto che mi pare evidente come la cosa sia un poco sfuggita di mano, anche in buona fede e spinta dalla solita, comprensibile, voglia di profitto.
          Togliamo la buona fede:
          suggerendo allarme, fake news e giocando con le casse di risonanza hanno costruito il più grande indice d'ascolto del pianeta.

          Ma lentamente sta succedendo: più per pressione dei governi che da autoregolamenti, si stanno dando una auto-regolata.
          Il problema è che i governi sono indietro rispetto alle loro capacità.
          E il fatto che loro siano avanti anni luce non vuol dire che ci sia da fidarsi, è questo l'errore.
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          • #6
            https://www.scientificamerican.com/a...sinformation1/
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            • #7
              Originariamente inviato da cidiemme Visualizza il messaggio

              Togliamo la buona fede:
              suggerendo allarme, fake news e giocando con le casse di risonanza hanno costruito il più grande indice d'ascolto del pianeta.

              Ma lentamente sta succedendo: più per pressione dei governi che da autoregolamenti, si stanno dando una auto-regolata.
              Il problema è che i governi sono indietro rispetto alle loro capacità.
              E il fatto che loro siano avanti anni luce non vuol dire che ci sia da fidarsi, è questo l'errore.
              Ok per quanto riguarda le fake news e tutto quel che ci gira intorno, anche se a mio avviso anche qui la questione ha radici un po' diverse. La realtà è che Facebook e co. non vogliono accollarsi le "classiche" responsabilità da editori e pertanto hanno invocato per lungo tempo la libertà di espressione sulle loro piattaforme, corroborati ovviamente anche dalla crescita di traffico dovuta a tale meccanismo. Hanno poi dovuto però fare marcia indietro, sebbene parziale, una volta emerso con chiarezza come fosse facile manipolare l'opinione pubblica dei paesi democratici (dove l'opinione pubblica conta) da parte di pochi "tecnici" abilmente guidati da strutture "opache" (vedi Russia, Cina etc.).

              Oggi siamo arrivati sino al punto che anche i Tweet di Trump sono cancellati dal social perché riportano evidenti fandonie; mi pare un grosso passo avanti. C'è ancora molto da fare, ma credo che sul punto si sia presa la giusta direzione.

              Un po' diversa è invece la questione relativa ai meccanismi di profilazione ai fini commerciali e agli stimoli all'interazione (ci sono connessioni con quanto sopra, ma le cose possono essere scisse). Se devo credere a quello che dicono gli intervistati del documentario, che sono tutti addetti ai lavori della prima ora, all'inizio la questione era "monetizzare" il grande interesse per i social e per internet in generale (questo avveniva qualche anno prima), cercando di mantenere la buona fede e la neutralità della struttura. Cosa che è evidentemente sfuggita di mano.

              Io mi occupo di tasse e strutture societarie nella vita di tutti i giorni e ho una certa dimestichezza su come queste impattino sugli incentivi o i disincentivi alle attività economiche. Un passaggio interessantissimo del documentario è quello dove viene proposto di "tassare" la quantità di dati raccolti. Oggi infatti non ci sono né regole definite al riguardo né un chiaro sistema di incentivi e disincentivi alla raccolta: vale a dire, prendo tutto, tanto poi in un modo o nell'altro qualcosa ci farò. Se invece introduco un sistema secondo il quale il dato è raccolto in un quadro di "costi/benefici" non solo per chi quel dato lo produce (l'utente) ma anche chi lo raccoglie (il network) ecco che si pone un freno a questa indiscriminata raccolta di dati che con tutta evidenza ha degli impatti immani sulla nostra privacy, in primis, e su molto altro (penso sempre ai sistemi di condizionamento di massa che questi dati potrebbero suggerire se andassero a finire nelle mani sbagliate).

              Si tratta di temi che esulano ovviamente dalle mie limitate competenze, ma la sfida che ci pone il progresso, come sempre, è difficile ma necessaria. Diversamente saremmo ancora all'età della pietra.

              Un saluto.
              “Call me Ishmael. Some years ago - never mind how long precisely - having little or no money in my purse, and nothing particular to interest me on shore, I thought I would sail about a little and see the watery part of the world."

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              • #8
                Originariamente inviato da Ishmael Visualizza il messaggio

                ...Oggi infatti non ci sono né regole definite al riguardo né un chiaro sistema di incentivi e disincentivi alla raccolta: vale a dire, prendo tutto, tanto poi in un modo o nell'altro qualcosa ci farò. Se invece introduco un sistema secondo il quale il dato è raccolto in un quadro di "costi/benefici" non solo per chi quel dato lo produce (l'utente) ma anche chi lo raccoglie (il network) ecco che si pone un freno a questa indiscriminata raccolta di dati che con tutta evidenza ha degli impatti immani sulla nostra privacy, in primis, e su molto altro (penso sempre ai sistemi di condizionamento di massa che questi dati potrebbero suggerire se andassero a finire nelle mani sbagliate).
                ciao Ishmael,
                hai toccato il vivo della faccenda: il rischio (realissimo) di una manipolazione di massa.

                Ho trovato illuminante questo TED:
                "Stiamo costruendo una distopia solo per farci cliccare sulle pubblicità"
                (Zeynep Tufekci)

                https://www.ted.com/talks/zeynep_tuf...n_ads#t-226133

                Qualche passo avanti per frenare la fame di dati è stato fatto, ma questi colossi sono sempre un passo avanti.
                La prospettiva di una AI ottimizzata è inquietante.

                un saluto
                Ultima modifica di cidiemme; 30-10-2020, 10:18.
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