Sport propedeutici alla subaquea

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  • Sport propedeutici alla subaquea

    Salve a tutti,
    avrei una domanda per voi.

    Quali sport sono “propedeutici” per tenersi allenati per la subacquea?

    Al momento mi alleno in palestra seguendo alcuni corsi –yoga-pilates-power zumba- total body- gag – schiena e addominali- mi chiedevo se questo allenamento possa essere considerato “propedeutico” o se in realtà i corsi che seguo non servano a nulla a parte che per tenersi in forma.
    Premetto che faccio dalle 4,30 alle 8 ore di palestra a settimana (dipende sempre quanta voglia o di andare e quanto mi sento stanca dopo i vari corsi e la giornata di lavoro) di cui circa 2 ore di pilates a settimana 1 di yoga 1 di zumba e gli altri corsi si dividono le restanti ore.

  • #2
    Se il cuore e' sano vai tranquillo
    Chiamare la subacquea con ara uno sport proprio non mi convince
    Paolo

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    • #3
      Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
      Se il cuore e' sano vai tranquillA
      Chiamare la subacquea con ara uno sport proprio non mi convince
      Per quello che so il cuore è sanissimo, ma per ridurre i consumi so che una buona forma fisica aiuta. Per questo chiedevo se ci sono sport/esercizi che vengono consigliati

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      • #4
        Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio

        Per quello che so il cuore è sanissimo, ma per ridurre i consumi so che una buona forma fisica aiuta. Per questo chiedevo se ci sono sport/esercizi che vengono consigliati
        Per la subacquea ricreativa nulla più della Sana e robusta costituzione è necessario. Certo è che sei fai esercizi aerobici questi non possono che essere utili. Sicuramente avendo più "fiato" farai meno fatica e quindi i consumi caleranno. Ma non è che questi dipendono strettamente dal tipo di allenamento fatto.
        Uno dei miei istruttori (72 anni) consuma nulla anche se la maggiore attività fisica che svolge ora è quella di alzare la bottiglia di vino a cena...

        un immersione Ara, ricreativa, è paragonabile a una passeggiata nei boschi a livello di fatica fisica

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        • #5
          Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
          Per quello che so il cuore è sanissimo, ma per ridurre i consumi so che una buona forma fisica aiuta. Per questo chiedevo se ci sono sport/esercizi che vengono consigliati
          Ciao.
          Per ridurre i consumi serve fare tante immersioni.
          Acquaticità, propriocezione, controllo muscolare, sono aspetti che puoi affinare solo sott'acqua.
          Fuori puoi preparare le tecniche per arrivare a controllare questi aspetti - come per esempio lo "Yoga" ma se non vai sott'acqua non c'è nulla fuori che possa essere anche lontanamente simile ad un immersione.
          A dire il vero c'è, fare un corso d'apnea in piscina, imparare a padroneggiare l'apnea è sicuramente un passo avanti verso gli aspetti sopra citati (acquaticità, propriocezione, controllo psicofisico).

          Il resto ......
          Il resto va bene come va bene praticare qualsiasi attività fisica che ci tiene in forma ma nulla di più.

          Cordialmente
          Rana





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          • #6
            Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
            Salve a tutti,
            avrei una domanda per voi.

            Quali sport sono “propedeutici” per tenersi allenati per la subacquea?
            Jogging all'aria aperta
            Apnea in piscina
            www.bludivecenter.com

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            • #7
              Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
              Salve a tutti,
              avrei una domanda per voi.

              Quali sport sono “propedeutici” per tenersi allenati per la subacquea?

              Al momento mi alleno in palestra seguendo alcuni corsi –yoga.
              Mi accodo e sottoscrivo quanto detto da chi mi precede.

              Sottolineo però lo Yoga che, almeno nella mia specifica esperienza, è stato cruciale (insieme a tanto altro, come già detto meglio da chi mi precede).

              Ma deve essere pranayama, cioè lo Yoga della respirazione. Per carità, tutti gli stili fanno bene, ma il pranayama è quello che ha avuto, almeno con me, i migliori risultati.

              Un saluto
              “Call me Ishmael. Some years ago - never mind how long precisely - having little or no money in my purse, and nothing particular to interest me on shore, I thought I would sail about a little and see the watery part of the world."

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              • #8
                Originariamente inviato da Ishmael Visualizza il messaggio

                Ma deve essere pranayama, cioè lo Yoga della respirazione. Per carità, tutti gli stili fanno bene, ma il pranayama è quello che ha avuto, almeno con me, i migliori risultati.

                Un saluto
                Non ho idea di che Yoga sia, so solo che facciamo molto respiro, distensione muscolare e allungamenti per aumentare la flessibilità delle articolazioni (che dopo esercizi di sforzo vanno benissimo per evitare crampi o per allungarsi quando il giorno prima si hanno sollecitato troppo i muscoli)

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                • #9
                  Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
                  Non ho idea di che Yoga sia, so solo che facciamo molto respiro, distensione muscolare e allungamenti per aumentare la flessibilità delle articolazioni (che dopo esercizi di sforzo vanno benissimo per evitare crampi o per allungarsi quando il giorno prima si hanno sollecitato troppo i muscoli)
                  Ciao Gb87,
                  lo Yoga è una disciplina che è organizzata in otto passi:

                  http://www.leviedeldharma.it/otto-braccia-dello-yoga/

                  1. Yama
                    Sono cinque comandamenti morali che regolano la condotta dello yogi nella vita sociale. Comprendono la non-violenza, la sincerità, l’onestà, la moderazione nel sesso e la mancanza di avidità.
                  2. Niyama
                    Sono cinque regole di condotta individuale per migliorare sé stessi: pulizia, contentezza, austerità, studio dei testi, devozione.
                  3. Asana
                    Sono le posture del corpo, la cui pratica unisce corpo e mente, mente e anima. Patanjali non descrive posizioni specifiche, ma sottolinea come mantenere il corpo in condizioni ottimali permetta il risveglio della coscienza: man mano che ci si esercita nella pratica le asana richiederanno meno sforzo e lo yogi potrà concentrarsi sempre meglio sulla mente e sui sensi.
                  4. Pranayama
                    Il controllo del respiro ha l’obiettivo di concentrare e far risalire l’energia dalla base della colonna vertebrale verso la sommità del capo.
                  5. Pratyahara
                    Significa “ritrazione dei sensi”, cioè il distogliere i sensi dal mondo esterno per rivolgerli al mondo interiore. Attraverso le prime quattro braccia dello yoga, i primi quattro passi di questo percorso, lo yogi impara a vincere le distrazioni fisiche e mentali, a rimanere indifferente agli stimoli esterni e può così raggiungere un livello di coscienza molto profondo.
                  6. Dharana
                    È uno stato di concentrazione profonda, rivolta all’interiore: per esempio verso un punto individuato dentro di sé, verso un chakra, una divinità o verso la visualizzazione di un proprio maestro e punto di riferimento.
                  7. Dhyana
                    Significa meditazione, lo stato a cui lo yogi giunge quando riesce a mantenere a lungo e senza interruzioni la concentrazione profonda. L’oggetto su cui si sta concentrando permea la coscienza dello yogi; il suo corpo, il respiro, la mente, i sensi e l’ego si fondono con l’assoluto.
                  8. Samadhi
                    È lo scopo finale dello yoga: corpo e sensi sono a riposo come se dormissero, ma la mente è vigile, lo yogi si trova in uno stato superconscio, che conduce alla liberazione e al risveglio.

                  Di questi otto passi, perché andrebbe visto come un cammino di consapevolezza psicofisica che parte dal primo gradino (passo) Yama che vuol dire controllo al successivo fino all'ultimo passo Samadhi - il pranayama (prana=energia - yama =controllo) controllo delle energie ossia controllo del respiro è la parte che riguarda la respirazione.

                  In genere in occidente che tutto tende al "veloce" e alla facile fruizione i passi come il "pranayama" sono diventati corsi a se.

                  Rimane il fatto che non si può arrivare a fare pranayama se non si fanno anche gli "asana" ossia le posizioni.

                  Quello che fai penso sia una sorta di estrapolazione dallo Yoga di esercizi finalizzati allo stretching le la respirazione.

                  Non voglio apparire un estremista ma io sono dell'opinione che lo Yoga parola che in sanscrito vuol dire "unire" - unire la mente al corpo - al fine di massimizzare gli effetti su discipline come l'apnea e anche la subacquea con le bombole - debba essere preso nella sua completezza.

                  Le parti che riguardano la concentrazione, la meditazione che aiutano a prendere consapevolezza del proprio corpo per me non sono meno importanti del pranayama.

                  Attenzione ci tengo a precisare una cosa, lo Yoga è una disciplina che sconfina negli aspetti legati alla religione ecc, ecc ...
                  Io non mi riferisco a nulla di tutto questo, io considero lo Yoga solo una pratica di benessere psicofisico, volta sulla consapevolezza di se stessi e del proprio corpo.

                  Cordialmente
                  Rana








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                  • #10
                    Sono ovviamente del tutto d'accordo con la spiegazione data da Rana. La mia puntualizzazione sul tipo di Yoga era dovuta al fatto che oggi vengono proposti una serie di stili "occidentalizzati" nei quali l'enfasi è posta soprattutto sull'attività fisica in senso stretto, sostanziandosi in una sorta di stretching "ritmato" dal respiro.

                    Nel contesto subacqueo, ambito nel quale era posta la domanda iniziale, credo che il controllo della respirazione (ma ancora prima, la consapevolezza di come si struttura l'atto respiratorio) sia qualcosa di fondamentale e spesso, purtroppo, bypassato dai più nell'ambito dei corsi sub (il classico: respira calmo e profondo e stai a posto!). Per questo credo che il pranayama sia molto utile per chi fa subacquea.

                    In un'ottica generale, ovviamente, lo Yoga è una disciplina sistemica che andrebbe presa nella sua interezza; cosa che io, personalmente, non faccio, limitandomi ad una pratica piuttosto basica, orientata al rilassamento e alla consapevolezza dell'atto respiratorio in ambito subacqueo. Con risultati, per me, più che soddisfacenti.

                    Un saluto!
                    “Call me Ishmael. Some years ago - never mind how long precisely - having little or no money in my purse, and nothing particular to interest me on shore, I thought I would sail about a little and see the watery part of the world."

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                    • #11
                      Originariamente inviato da Ishmael Visualizza il messaggio
                      Sono ovviamente del tutto d'accordo con la spiegazione data da Rana. La mia puntualizzazione sul tipo di Yoga era dovuta al fatto che oggi vengono proposti una serie di stili "occidentalizzati" nei quali l'enfasi è posta soprattutto sull'attività fisica in senso stretto, sostanziandosi in una sorta di stretching "ritmato" dal respiro.

                      Nel contesto subacqueo, ambito nel quale era posta la domanda iniziale, credo che il controllo della respirazione (ma ancora prima, la consapevolezza di come si struttura l'atto respiratorio) sia qualcosa di fondamentale e spesso, purtroppo, bypassato dai più nell'ambito dei corsi sub (il classico: respira calmo e profondo e stai a posto!). Per questo credo che il pranayama sia molto utile per chi fa subacquea.

                      In un'ottica generale, ovviamente, lo Yoga è una disciplina sistemica che andrebbe presa nella sua interezza; cosa che io, personalmente, non faccio, limitandomi ad una pratica piuttosto basica, orientata al rilassamento e alla consapevolezza dell'atto respiratorio in ambito subacqueo. Con risultati, per me, più che soddisfacenti.

                      Un saluto!
                      ​Ciao Ishmael, personalmente condivido questo tuo intervento.

                      Neanch'io riesco a seguire lo Yoga nella sua interezza e con la costanza che richiede, limitandomi a una pratica piuttosto di base per una questione di tempi ed impegni che non mi consentono di poter far tutto.

                      Rimane un dato oggettivo: nell'apnea, come altre discipline, lo Yoga è entrato a pieno diritto come pratica importante che corona la preparazione dell'atleta.

                      Cordialmente
                      Rana


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                      • #12
                        Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

                        Quello che fai penso sia una sorta di estrapolazione dallo Yoga di esercizi finalizzati allo stretching le la respirazione.

                        Ciao Rana,
                        adoro leggere i tuoi interventi.

                        Si probabilmente il corso in palestra che faccio si limita ed esercizi di respirazione e stretching che però, anche se è banale. posso dire che aiutano molto, soprattutto per rilassare i muscoli di spalle e schiena dopo ore seduta davanti al pc.

                        Facendo anche pilates mi sono resa conto che comincio ad avere una postur diversa anche davanti al pc.

                        Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio
                        Non voglio apparire un estremista ma io sono dell'opinione che lo Yoga parola che in sanscrito vuol dire "unire" - unire la mente al corpo - al fine di massimizzare gli effetti su discipline come l'apnea e anche la subacquea con le bombole - debba essere preso nella sua completezza.

                        Le parti che riguardano la concentrazione, la meditazione che aiutano a prendere consapevolezza del proprio corpo per me non sono meno importanti del pranayama.

                        Attenzione ci tengo a precisare una cosa, lo Yoga è una disciplina che sconfina negli aspetti legati alla religione ecc, ecc ...
                        Io non mi riferisco a nulla di tutto questo, io considero lo Yoga solo una pratica di benessere psicofisico, volta sulla consapevolezza di se stessi e del proprio corpo.
                        Assolutamente d´accordo, ma per seguire un pecorso così completo avrei bisogno anche di una persona che mi segua e dovrei dedicarvi molto tempo.
                        Vivendo in una piccola cittadina dispersa nel nulla del nord, devo accontentarmi di quello che offre la palestra vicino a casa,

                        Un peccato, ma come si dice...se la vita ti dà limoni, fatti una limonata!

                        Grazie mille e continuerò con le mie ore di "Yoga" in palestra

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                        • #13
                          Nel fare un corso di apnea mi hanno dato questo suggerimento. Fare apnea nelle piscine è vietato a meno di seguire un corso apposito. Chi deve controllare se vede qualcuno che fa apnea durante il nuoto ‘normale’ lo blocca immediatamente perché in teoria anche in 20 cm di acqua l’apnea ha dei rischi. Perciò uno dei pochi esercizi ‘di apnea’ che si può fare in piscina è prendere la tavoletta e nuotare solo con le gambe (come si fa in
                          apnea appunto) prendendo aria a intervalli sempre più lunghi. Quindi aria alla 3a bracciata poi alla 5a poi 7a poi 9a poi 11 a (se ci riesci...) poi di nuovo 3a 5a 7a etc. questo esercizio si può fare anche senza tavoletta nuotando normalmente a stile libero. È uno degli esercizi di base e direi che potrebbe essere utile per aumentare la capacità di consumare poca aria anche con le bombole. Gli altri mi correggano se sbaglio

                          Personalmente mi trovo allo stesso punto in cui sei tu. Ho iniziato a fare subacquea assolutamente per caso. Non ho mai avuto una particolare acquaticita’, ho solo imparato a nuotare ma facevo altri sport non sono mai andato a nuotare allenandomi costantemente. Siccome ero e probabilmente sono piuttosto scarso mi sono posto il problema di come migliorare. Uno degli aspetti era il consumo di aria. Ho avuto l’onore di incontrare di persona Rana a Paraggi in Liguria, esperienza molto interessante. E lui mi ha consigliato di fare un corso di apnea, che infatti sto seguendo. La didattica che seguo prevede anche esercizi di yoga e di respirazione. Gli effetti li vedo, data la stagione ho fatto per ora poche immersioni con bombole ma il consumo di aria è già sceso rispetto a prima, anche se non sono ancora al livello che vorrei raggiungere. Diciamo che adesso sono a un livello sufficiente o mediocre di consumo, mentre partivo da un livello scandaloso. Detto per inciso lo stesso Rana aveva commentato che a un principiante non di richiede di fare il record del mondo. Quindi finché fai l’immersione e ti diverti se esci con poca aria non cambia granché. Non so se lui ha maturato questa consapevolezza e questa imperturbabilità facendo yoga, ma alla fine anche questo era vero
                          Ultima modifica di Sbiriguda; 16-02-2019, 09:36.

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                          • #14
                            Originariamente inviato da Sbiriguda Visualizza il messaggio
                            Personalmente mi trovo allo stesso punto in cui sei tu. Ho iniziato a fare subacquea assolutamente per caso. Non ho mai avuto una particolare acquaticita’, ho solo imparato a nuotare ma facevo altri sport non sono mai andato a nuotare allenandomi costantemente.
                            Ok, io forse parto avvantaggiata rispetto a te...
                            L´acquaticità per fortuna non mi manca ,anzi, 6 anni di nuoto sincronizzato di cui 2 da agonista durante gli anni della crescita, più un paio di anni di pallanuoto all´università mi hanno portato ad avere un ottimo controllo in acqua del mio corpo ed a sapermi muovere con un leggero movimento della mano, cosa che però con le bombele non e consigliata.
                            Infatti all´inizio il mio principale problema era che per stabilizzarmi usavo i movimenti delle mani (mani, non braccia), alla fine ricordandomi di tenerle incrociate o risolto il problema.

                            Io sto cercando di capire se avere dei polmoni grandi (come quelli che mi ritrovo) sia un bene o un male, se dovessi fare apnea direi che è un bene, ma per la subacquea?

                            PS: Grazie mille per il consiglio dell´aumentare le bracciate facendo stile.
                            Quando facevo qualche garetta di nuoto facevo il contrario. Dopo il tuffo tiravo avanti il più a lungo possibile con l´aria dei polmoni e poi uscivo per respirare il meno spesso possibile cercando di usare tutta l´aria a disposizione per non rallentarmi facendo uscire la testa....la prossima volta che vado in piscina proverò a fare qualche vasca aumentando le bracciate e poi riducendole.


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                            • #15
                              Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
                              ......
                              Io sto cercando di capire se avere dei polmoni grandi (come quelli che mi ritrovo) sia un bene o un male, se dovessi fare apnea direi che è un bene, ma per la subacquea? ....
                              Ciao Gb87.

                              Avere una grande capacità polmonare è senza ombra di dubbio una caratteristica fisica che predispone sia all'apnea, sia alla subacquea con le bombole.

                              Cosi pure avere una preparazione fisica come quella che esce dal tuo passato di nuotatrice.

                              Premesso questo, l'apnea ma io sono convinto anche le bombole, sono attività che non dipendono interamente da fattori fisici ma una parte importantissima dipende dalle emozioni e dal "mentale".

                              Questo spiega come mai persone molto predisposte, con grandi capacità polmonari non raggiungono i risultati di altri meno dotati in termini fisici (come appunto la capacità polmonare).

                              Trovo in tal senso molto calzante la storia di "Aggi Statti":
                              l'uomo che nel 1913 ricuperò, a 77 metri di profondità l'ancora della "Regina Margherita", non sapeva trattenere il fiato per più di quaranta secondi, ma sott'acqua resisteva per tre minuti e mezzo.

                              http://www.calypsosub.it/archivio/in...960&Itemid=182



                              la sua storia è reale e per la prima volta documentata dal punto di vista medico dato che le sue immersioni avvennero dopo che i medici lo avevano visitato - di lui dissero:

                              "ecco il rapporto del medico di bordo: «Haggi Statti Georgios, nativo di Simi, pescatore di spugne di 35 anni e ammogliato con 4 figli, tutti sani e viventi. Alto metri 1,70, pesa 65 kg. perimetro toracico 0,92. essendo 0,98 quello corrispondente alla massima inspirazione e 0.90 quello della massima espirazione, di colorito castano, piuttosto magro, ha uno sviluppo muscolare regolare.
                              «Per quanto all’esame si constati un notevole enfisema polmonare, tuttavia la parte alta del torace non ha ancora raggiunto rilevanti proporzioni, pur essendo alquanto convessa e rigida. I toni del cuore si percepiscono lontani, ma regolari»
                              «Polso 80 a 90, atti respiratori da 20 a 22. Nulla dl anormale nel sistema nervoso ne nel sistema pupillare ... Funzione auditiva ridotta, per mancanza assoluta di una delle membrane del timpano, residui nell'altra. Non ha sofferto di alcuna malattia... (salvo"un tracoma regresso in seguito ad atto operatorio). Accenna solo a dolori alla colonna vertebrale e li sopporta rassegnatamente»
                              «Invitato a trattenere un respiro nell'ambiente ordinario, si oppose da principio, dicendo che l'esperimento non poteva avere valore perché sott'acqua resisteva assai di più. Infine vi si sottopose, e risultò che la sua capacità in queste condizioni giungeva appena a 40 secondi. Nelle operazioni di recupero innanzi descritte egli è sceso a profondità. variabili da 40 a 60 ed anche ad 80 metri trattenendosi sott'acqua da minuti 1,30 a 3,35: assicura di avere raggiunto i 110 metri e di potere a 30 metri resistere persino 7 minuti»
                              «Da qualunque immersione lo statti è uscito nel pieno vigore delle sue forze e lo dimostrava la maniera con la Quale saltava nell'imbarcazione e vi rimaneva senza l'aiuto dei suoi aiutanti. Subito dopo si liberava dell'acqua penetrata nel naso e nelle orecchie, Interrogato sui fenomeni che sente durante le immersioni, dice di non avvertirne alcuno; probabilmente, abituatovi dall'infanzia, non li percepisce; solo, afferma di sentire tutta la pressione sulle spalle. Sugli occhi, nulla. Afferma, pure che a 80 metri, per quanto la luce sia diminuita, se l'acqua è limpida ci si vede abbastanza per lavorare ».
                              Il rapporto medico conclude cercando di spiegare le straordinarie capacita di Haggi Statti col progressivo allenamento, cominciato fin da bambino nella ricerca delle spugne. Ma per spiegare la differenza fra i 40 secondi in cui riusciva a trattenere il fiato in superficie e il tempo che poteva trascorrere sott'acqua, il medico del 1913 azzarda un'ipotesi singolare: «….una certa respirazione cutanea dell'aria disciolta nell'acqua, favorita forse dalla pressione».​"

                              Bisogna inoltre considerare che a quel tempo (1913) non si era al corrente dei riflessi d'immersione e della compensazione ematica della cassa toracica.
                              Per anni questo rapporto medico rimase sospeso ed ignorato dalla comunità medica la quale non sapendo dare una giustificazione preferì ignorare l'accaduto.

                              Per ritornare in tema.
                              la predisposizione e le caratteristiche fisiche sono sicuramente aspetti importanti ma non sono gli unici.

                              Avere una grande capacità polmonare è, ripeto senza ombra di dubbio, un fattore predisponente sia per quanto riguarda l'apnea sia per quanto riguarda l'immersione con le bombole, ma è solo una delle tante tessere che si devono incastrare

                              Cordialmente
                              Rana





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