Esperienze ad aria in profondità

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  • #31
    Ciao a tutti.
    ​Ho letto (ammetto saltando un po di qua e di la) il proseguo della discussione.

    Provo a inserire alcuni commenti sulla base della mia esperienza in aria profonda, con la sola speranza di promuovere un confronto, dibattito.

    Ho letto di immersioni in aria oltre i -60 metri .... suicidio / non suicidio.

    Secondo me è doveroso approfondire i concetti che altrimenti rimangono buttati li e senza spiegazioni dicono tutto e nulla.

    Partiamo da un dato oggettivo che risponde alla seguente domanda:
    Si svolgono immersioni in aria oltre i -60 metri ?
    La risposta è si, ci sono subacquei che affrontano discese in aria oltre i -60 metri.

    A questo punto, prima di andare avanti, chiediamoci il perché i -60 metri sono considerati un "confine" tra attività "accettata" ed attività ad "alto rischio".

    I -60 metri rappresentano la quota tonda in cui non si supera, respirando aria, la pressione parziale di O2 di 1,5 bar - per l'esattezza in aria a -60 metri la Pp di O2 è 1,47 bar.

    E' l'ossigeno il limite dell'aria - l'ossigeno è un gas molto narcotico, oltre 1,5 da effetti che si sommano alla narcosi e se a ciò aggiungiamo anche un incremento importante della densità e di conseguenza della ritenzione di CO2 che non solo è prodotta in più (dal maggior sforzo anche solo per respirare) ma anche scaricata di meno (per effetto di un naturale rallentamento della ventilazione polmonare ad opera della densità maggiore).
    Queste condizioni: CO2 elevata, O2 elevata, densità e sforzo per scatenare, sono le condizioni per scatenare "blackout" letali per il subacqueo.

    Se mi sono spiegato e se non ho detto "castronerie" (a voi correggermi) abbiamo capito il perché a livello fisico e fisiologico i 60 metri rappresentano un confine tra attività profonda (comunque a maggior rischio) "accettabile" e attività i cui rischi non sono più accettabili.

    Ma, la percezione del rischio è molto soggettiva per cui alcuni possono facilmente pensare che in fondo i -60 metri non sono un limite cosi tassativo.
    Ed è vero, come abbiamo detto ci sono persone che vanno oltre i -60 metri ma, secondo me, c'è un "ma" oggettivo che dobbiamo considerare e di cui spesso non si considerano gli effetti.

    La formazione.

    Ragion per cui dobbiamo cambiare la domanda iniziale.

    Inizialmente ci siamo chiesti:
    Si svolgono immersioni in aria oltre i -60 metri ?

    Ora chiediamoci:
    Si può far didattica, ossia si può insegnare ad andare oltre i -60 metri ? (ovviamente in aria)
    La risposta è NO! tassativo ed oggettivo.

    E' NO, perché oltre i -60 metri non esiste subacqueo per quanto preparato che possa garantire, in aria, un'assistenza accettabile.
    L'attività di qualsiasi istruttore, per quanto bravo ed esperto non è garantita a un livello accettabile oltre i -60 metri.

    Se non puoi portare, guardare, intervenire su un allievo a cui stai insegnando a fare un certo tipo d'immersioni non puoi proporre nessuna attività didattica, dato che l'attività didattica ha come primo scopo garantire una sicurezza accettabile.

    In passato ci sono stati corsi oltre i -60 metri (-70 / -80) ma erano corsi ad alto rischio, il subacqueo che eccelle può anche guardarvi, entro certi limiti intervenire, ma se la situazione precipita la situazione diventa esplosiva, il cui esito è troppo aleatorio.

    Nessuno di chi va oltre i -60 metri (-70 / -80 e anche più) ha ricevuto una formazione specifica, quello che fanno lo fanno in seguito ad esperienze empiriche.

    Io sono andato oltre i -70 m., i meno -80 m. e anche oltre ma tutte queste esperienze sono nate in seguito a un attività svolta con un gruppo ristretto di subacquei, al di fuori di ogni tipo di didattica.

    In poche parole ho rischiato di mio e le persone con cui ho fatto queste esperienze hanno rischiato di loro.

    Posso dire che i problemi ci sono stati, posso dire che in molte occasioni l'addestramento e l'esperienza hanno fatto la differenza, devo assolutamente confessare che in alcune altre situazioni sono e siamo stati molto, ma molto, fortunati a non lasciarci la pelle.
    Non sono state situazioni in cui ha prevalso l'esperienza erano situazioni in cui per qualche motivo del "fato", "fortuna" o qualsiasi cosa in cui credete .... semplicemente non era giunta la nostra ora e ci siamo salvati.

    Aggiungo qualcosa in più, provoco e faccio lo sfacciato.
    Tra i -60 e i -80 metri si rischia molto ma con qualche "malizia" (non s'improvvisa questa attività bisogna avere comunque ben chiari concetti come "narcosi" - CO2 - O2 - tecnica subacquea ecc, ecc) si può pensare ancora di agire e reagire nelle doverose limitazioni.
    Oltre i -80 metri si entra in "stati di allucinazione" nel senso che hai il cervello in botta mistica, personalmente non ho più affrontato queste situazioni - ancora oggi ripensando al passato provo un senso di gratitudine verso la "provvidenza" che mi ha permesso di essere qui a parlare.

    Oltre i -60 metri l'attività cognitiva si compromette rapidamente, lo stress fisico anche solo per respirare è altrettanto pesante ed assorbe gran parte delle nostre energie fisiche.
    E' un attività il cui rischio oggettivo è altissimo, in cui di fatto si va a camminare sospesi in equilibrio su una corda sempre più fine ed instabile, una corda dove è facile "cadere" e "cadere" spesso vuol dire non avere risorse per far fronte ai problemi.
    Fino a quando tutto va bene - bene - anche a -70 -80 ecc, ma prima o poi qualcosa non va bene ....

    Cordialmente
    Rana

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    • #32
      @rana
      Ed ecco perche' ognuno prima o poi si fissa dei limiti. Proprio perche' non e' mai successo nulla di grave. Se c'e' un motivo di interesse si fa una puntatina con molte attenzioni.
      Circa lo sforzo inspiratorio voglio precisare che quando il mio mares e' diventato di legno ed ho comperato un aga e poi un jetstream ho ritrovato lo sforzo inspiratorio da quote decompressive
      Li' ho trovato tutti i soldi che ho speso.
      Oggi che sono vecchietto alcuni amici molto piu' bravi di me li lascio andare e mi limito a girare "alto".
      Per il resto credo sia difficile trovare chi possa contestare quanto hai scritto
      Cordialmente
      Paolo
      Paolo

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      • #33
        Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
        @rana
        Ed ecco perche' ognuno prima o poi si fissa dei limiti. Proprio perche' non e' mai successo nulla di grave. Se c'e' un motivo di interesse si fa una puntatina con molte attenzioni.
        Circa lo sforzo inspiratorio voglio precisare che quando il mio mares e' diventato di legno ed ho comperato un aga e poi un jetstream ho ritrovato lo sforzo inspiratorio da quote decompressive
        Li' ho trovato tutti i soldi che ho speso.
        Oggi che sono vecchietto alcuni amici molto piu' bravi di me li lascio andare e mi limito a girare "alto".
        Per il resto credo sia difficile trovare chi possa contestare quanto hai scritto
        Cordialmente
        Paolo
        Ciao Paolo55.

        Io penso che sia assolutamente importate mantenere efficiente, attivo ed aggiornato il percorso di formazione - aria profonda - nelle quote in cui è possibile garantire uno standard accettabile di sicurezza.

        Secondo la mia esperienza questa fascia di corsi dovrebbero coprire l'attività tra i -40 m. e i -60 m..

        La formazione fatta correttamente è secondo me l'unico vero strumento per dare una consapevolezza vera del fare, in aria profonda, rendendo i subacquei realmente consapevoli delle problematiche.

        Da li in poi, quando il subacqueo è stato ben istruito, addestrato, quando ha appreso le problematiche sia a livello teorico ma anche a livello pratico nelle varie esercitazioni, sta alla sua coscienza modulare l'attività se entro e/o oltre i limiti.

        Al contrario se non ci sono percorsi didattici ben strutturati l'attività finisce nel "fai da te" nello scendere e provare, con il sentito dire e/o la voglia di mettersi alla prova.
        Questo a me fa veramente paura.

        Morale della favola, non sono io a giudicare chi va oltre i -60 metri, so per certo che si fa e a volte l'ho fatto e lo faccio anch'io, ma sono un convinto sostenitore che per affrontare certi scenari sia necessaria una corretta formazione alle spalle a quote in cui è ancora possibile far didattica.
        Bisogna sapere cosa si sta facendo, sapere le vere problematiche, bisogna avere l'esperienza nel conoscersi, nel controllo, nella percezione di quanto ci succede dentro e fuori di noi e tutto questo lo si impara grazie ai corsi di formazione.

        Spesso la formazione, se fatta bene, toglie la voglia di andare oltre, e quando si va oltre non ci si sente "sicuri", oltre i -60 metri non è un immersione sicura, si spera solo che sia realmente consapevole dei pericoli.

        Cordialmente
        Rana



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        • #34
          Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio


          Io penso che ........ Secondo la mia esperienza questa fascia di corsi dovrebbero coprire l'attività tra i -40 m. e i -60 m..
          La formazione fatta correttamente è secondo me l'unico vero strumento per dare una consapevolezza vera del fare, in aria profonda, rendendo i subacquei realmente consapevoli delle problematiche.
          Da li in poi, quando il subacqueo è stato ben istruito, addestrato, quando ha appreso le problematiche sia a livello teorico ma anche a livello pratico nelle varie esercitazioni, sta alla sua coscienza modulare l'attività se entro e/o oltre i limiti.
          Bisogna sapere cosa si sta facendo, sapere le vere problematiche, bisogna avere l'esperienza nel conoscersi, nel controllo, nella percezione di quanto ci succede dentro e fuori di noi e tutto questo lo si impara grazie ai corsi di formazione.

          Spesso la formazione, se fatta bene, toglie la voglia di andare oltre, e quando si va oltre non ci si sente "sicuri", oltre i -60 metri non è un immersione sicura, si spera solo che sia realmente consapevole dei pericoli.

          Cordialmente
          Rana


          QUOTO al 100% , evidenziando quello che è stata la mia esperienza . Bravo RANA
          Ciao MarenaSub
          Cit.Silvano :
          Qualcuno ha persin detto che per andare sott'acqua ci vogliono le palle.
          E subito qualcun'altro ha scritto che palle e scroto raggrinziti dal freddo spostano meno liquido che le stesse allascate e gonfie per la calura, se ne deduce che con le palle al fresco si è negativi e si può togliere zavorra, viceversa , a palle lasche , un po' di zavorra in più non fa mai male.

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          • #35
            RANA
            Ribadendo una sintonia con quanto hai scritto ti chiedo di chiarire, se possibile una mia curiosita'.
            Mi risulta che all' estero abbiano concepito corsi per l' utilizzo dell' aria fino a 70. E' vero ?
            Spostare di una decina di metri l' asticella della didattica non mi sembra poco rispetto a quanto avviene qui da noi. l' istruttore per i 70 sicuramente sara' molto lucido quando porta i sui allievi alla massima profondita' ed avra' una sua asticella personale posizionata presumo piu' in alto. Non penso proprio che siano i suoi allievi a provvedere a lui sulle massime profondita' di quei corsi.
            Come se a 80 ci fosse veramente una forte discriminante.
            A quel punto mi tornerebbe tutto, le visioni mistiche oltre gli 80, il fatto che alcuni computer come bravo one avessero il limite a 82 ed anche alcune mie personali considerazioni fatte con chi abitualmente affrontava gli 80-85 e proprio per eccezione molto motivata andava oltre.
            Alla fine il cerchio deve chiudersi da qualsiasi parte si voglia affrontare il ragionamento.
            Poi ci sono i casi isolati come quello del Maestro Angius che fanno apparire quelli come me dei sub normali.
            Ciao
            Paolo
            Paolo

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            • #36
              Ciao Paolo55,
              ​le tue osservazioni forniscono spunti interessanti su cui confrontarci e cercare di capire.
              Non pretendo di avere la "verità" in mano, io parlo sulla base della mia esperienza come subacqueo e anche, concedimelo, come istruttore di immersioni profonde.
              Premesso questo provo a rispondere alle tue osservazioni.


              Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
              Ribadendo una sintonia con quanto hai scritto ti chiedo di chiarire, se possibile una mia curiosita'.
              Mi risulta che all' estero abbiano concepito corsi per l' utilizzo dell' aria fino a 70. E' vero ?
              Si è vero.
              In Europa i corsi sono limitati a -60 metri ma in America penso che sia operativo anche un corso a -73 metri in aria.
              Non ne ho certezza ma posto il seguente link come fonte:

              http://www.psai.it/#tech

              ​"PSAI è l'unica agenzia didattiche che offre un addestramento ad aria fonda fino a 73 metri (negli Stati Uniti) e 61 (in Italia) insegnata in sei livelli."

              Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
              Spostare di una decina di metri l' asticella della didattica non mi sembra poco rispetto a quanto avviene qui da noi. l' istruttore per i 70 sicuramente sara' molto lucido quando porta i sui allievi alla massima profondita' ed avra' una sua asticella personale posizionata presumo piu' in alto. Non penso proprio che siano i suoi allievi a provvedere a lui sulle massime profondita' di quei corsi.
              Paolo scusa ma non ho compreso molto bene questo tuo passaggio, provo ad interpretarlo - correggimi se sbaglio.

              A mio avviso -70 m. sono tanti per pianificare un corso.
              A -70 metri si respira l'ossigeno a una pressione parziale di 1,68 bar e sinceramente qualsiasi cosa dovesse succedere all'allievo - trovo che sia difficile riuscire anche solo una giustificazione a un giudice sul perché ci si è spinti fino a respirare l'ossigeno a questa pressione parziale universalmente riconosciuta come eccessiva.

              Tieni presente che la DAN non parla di profondità ma si riferisce alle pressioni parziali dei gas, il DAN ti assicura fino a quando stai dentro a queste pressioni parziali:

              https://alertdiver.eu/it_IT/articoli...-assicurazioni

              "“Sarei coperto se utilizzassi una pressione parziale di ossigeno di 1,6 Ata?”
              Sì, la copertura ci sarebbe, poiché è accertato che le pressioni parziali di 1,6 Ata per l’ossigeno e 5,6 Ata per l’azoto sono sicure. Tuttavia, i medici raccomandano di utilizzare nelle miscele respiratorie pressioni parziali di 1,4 Ata per l’ossigeno e di 3,95 Ata di azoto." Ovviamente si parla di atmosfere e non di bar se si fanno i doverosi rapporti e si trasformano le cifre in bar si ottengono le pressioni parziali che si avrebbero respirando aria a -60 metri. Tutto questo per dirti che strutturare una didattica profonda in aria vuol dire valutare non solo la fattibilità (di cui parleremo in seguito) ma anche gli aspetti legali e a -70 metri non ci sono margini per poter asserire nessuna difesa legale in caso d'incidente.

              Inoltre, parlo sulla base della mia esperienza come istruttore, nei corsi non solo quelli che ho tenuto io ma tutti quelli che sono stati tenuti nella federazione di cui faccio parte non si sono mai verificati incidenti ma i problemi si sono evidenziati.
              Se la didattica è svolta correttamente l'allievo si confronta con le problematiche e i problemi si palesano.
              Ci sono stati casi in cui abbiamo dovuto interrompere l'immersione, casi in cui l'allievo è andato in blackout, casi in cui l'allievo ha saltato degli esercizi mostrando confusione ecc, ecc.

              Sono convinto che operare a -70 metri (a "soli" 10 metri in più di profondità) porti a situazioni più estreme situazioni in cui anche l'istruttore più preparato potrebbe essere messo in crisi.

              Per questo ritengo che -70 metri sia una quota troppo alta per garantire uno standard di sicurezza accettabile considerando la media degli istruttori ed allievi.
              Una didattica non dovrebbe parametrarsi all'istruttore "virtuoso" quello predisposto e particolarmente motivato.
              Una didattica dovrebbe parametrarsi a una media ponderata e realistica delle capacità del corpo insegnante in modo e maniera che il livello sia gestibile nella media.

              Inoltre i problemi evidenziati a -60 metri sono gestibili ma nonostante questo abbiamo riscontrato picchi che mi portano a pensare che, sempre ragionando nella media e non nell'eccezione delle capacità, abbiamo raggiunto il limite otre il quale i picchi degli eventi problematici potrebbero non essere gestiti.

              In conclusione, posso capire che un subacqueo (volutamente non parlo di istruttore) particolarmente di esperienza accompagni un altro subacqueo formato ed esperto anche se non a -70 metri in immersioni a -70 metri in aria e nel farlo svolga un ruolo anche formativo ma questa non è didattica.

              Io ho avuto la fortuna d'incontrare persone che capendo che io ero fortemente motivato e che comunque già avevo una preparazione ed andavo a certe quote (-60) mi hanno accompagnato a -70 ed oltre ma questo legame non era un legame istruttore allievo.
              Era un legame che vincola amici di cui ci si fida nel voler fare una cosa in cui tutti eravamo al consapevoli del maggior pericolo e nonostante questo abbiamo accettato liberamente di fare avendo le capacità provate per tentare.
              Mentre la didattica prevede che l'allievo in quanto allievo non è consapevole di quello che fa e di conseguenza dei rischi che si assume, è l'istruttore che forte della sua esperienza e consapevolezza garantisce l'incolumità dell'allievo stesso.

              Come istruttore so di poter andare ben oltre i -60 metri, e questo non nego mi da sicurezza, sicuramente a -60 metri mi sento in una zona di "confort" rispetto alla mia esperienza e alle quote affrontate tale per cui penso di avere i margini per poter garantire la sicurezza dell'allievo durante le sue esercitazioni a -60 metri, complice anche il contesto, la struttura, ecc, ecc.

              Ma la mia asta si ferma li come istruttore, perché oltre sono in grado di andare solo come subacqueo che non deve "guardare" nessuno.
              In aria profonda oltre -60 metri ci vai in solitaria, non t'immergi pensando di avere l'aiuto del compagno o di dover dare aiuto al compagno.
              Sono immersioni che fai e di cui ti assumi ogni aspetto ben sapendo che l'aiuto del compagno è marginale, cosi come l'aiuto che tu puoi fornire al compagno.

              Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
              Come se a 80 ci fosse veramente una forte discriminante.
              A -80 metri la mia esperienza indica che effettivamente in aria c'è una forte discriminante.
              Puoi scendere in aria a -80 metri ma più che immersioni erano dei rimbalzi a -80 metri e l'immersione si sviluppava in risalita.
              Permanenza zero, qualche minuto non di più.
              Un volta lessi, non mi ricordo più su quale libro che a -80 metri in aria 80% delle risorse fisiche erano assorbite dalla ventilazione, il restante 20% era tutta la forza su cui il subacqueo poteva contare per gestire l'immersione, muoversi, pinneggiare, ragionare ecc, ecc.
              Nella mia esperienza queste percentuali si avvicinano al vero e descrivono bene il contesto in cui ci si muove.

              Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
              A quel punto mi tornerebbe tutto, le visioni mistiche oltre gli 80, il fatto che alcuni computer come bravo one avessero il limite a 82 ed anche alcune mie personali considerazioni fatte con chi abitualmente affrontava gli 80-85 e proprio per eccezione molto motivata andava oltre.
              Alla fine il cerchio deve chiudersi da qualsiasi parte si voglia affrontare il ragionamento.
              Poi ci sono i casi isolati come quello del Maestro Angius che fanno apparire quelli come me dei sub normali.
              Per me otre i -80 metri si entra nell'azzardo più sparato.
              Ci sono persone che sono motivate, predisposte a reggere pesanti livelli di stress, ecc, ecc, che sono stati in grado di affrontare quelle quote in aria ma i rischi sono fuori scala.
              Ripeto non ci si può parametrare alle eccezioni, le eccezioni ci sono ma come tali sono rare e non generalizzabili.

              Io non mi considero un eccezione, io sono andato oltre i -80 metri per scoprire che non avevo la stoffa per fare un certo tipo di attività.
              Ho avuto la fortuna e anche la grazia di poterlo capire senza lasciarci la pelle.

              Questo tipo di attività - immersioni a -80 metri ed otre in aria - non hanno senso se consideriamo i rischi elevatissimi e le alternative - trimix - ormai alla portata di tutti.

              Io penso che un limite bisogna metterlo, il limite è sempre una convenzione, tale per cui ci saranno persone che andranno oltre ma questo non vuol dire nulla.
              L'eccezione è eccezione e in questo caso conferma la regola.

              Cordialmente
              Rana

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              • #37
                @rana
                Grazie.
                Con simpatia
                Paolo
                Paolo

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                • #38
                  Per paolo55 ( e per chiunque ovviamente, se gli interessa ) Hall Watts e la sua organizzazione un tempo negli USA insegnavano e certificavano anche un livello superiore per l'aria profonda che era di ben 91 metri ( avevano cercato di insegnare anche il livello di 105 metri ma poi si accorsero che era davvero troppo e ben pochi predestinati potevano avvicinarsi a quelle quote in aria con un minimo di lucidità e capacità di raziocinio indipendentemente dall'allenamneto e dall'attrezzutra, che mica ci portavano il primo che passava a quelle quote! ). dopo lasciarono perdere anche la quota di 91 metri e si sono plafonati a "solo" 73 metri negli USA e in Italia 61 metri.
                  la nostra marina militare fino a pochi anni fa' aveva un protocollo per immersioni in aria fino a 95 metri, oltre dicevano che si poteva fare ma non in modo continuativo, sicuro e generalizzato per i loro supersommozzatori ( non certo il primo che passava neanche lì .....) e quindi non lo avevano "codificato". adesso al massimo vanno a 70 metri, se serve e per lavorarci in caso di emergenza soccorso fuga dal fondo e qundi interventi "brevi" che non superino i 20 minuti. se devono andare oltre quei tempi vanno in saturazione, ma lì è tutto un altro mondo, sia riguardo i militari che riguardo le immerisoni in saturazione.

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                  • #39
                    @di turno. Scusa se storpio il tuo nick ma da milanese mi sembra di offenderti.
                    Grazie per le informazioni molto dettagliate.
                    Io mi immergo in autonomia, sono un dilettante e se non vado da solo in genere vado con moglie e figlio.
                    Non forzo mai nessuno, nemmeno me stesso.e non ho quasi mai avuto problemi in acqua.
                    Mi rendo conto che non avendo vincoli di gruppo e di didattica ho potuto fare esperienze che in altri contesti mi sarebbero state probabilmente negate.
                    Sono scelte che ho fatto liberamente molto tempo fa e che oggi riconfermo.
                    Buona giornata
                    Paolo


                    Paolo

                    Commenta


                    • #40
                      Originariamente inviato da pirla di turno Visualizza il messaggio
                      Per paolo55 ( e per chiunque ovviamente, se gli interessa ) Hall Watts e la sua organizzazione un tempo negli USA insegnavano e certificavano anche un livello superiore per l'aria profonda che era di ben 91 metri ( avevano cercato di insegnare anche il livello di 105 metri ma poi si accorsero che era davvero troppo e ben pochi predestinati potevano avvicinarsi a quelle quote in aria con un minimo di lucidità e capacità di raziocinio indipendentemente dall'allenamneto e dall'attrezzutra, che mica ci portavano il primo che passava a quelle quote! ). dopo lasciarono perdere anche la quota di 91 metri e si sono plafonati a "solo" 73 metri negli USA e in Italia 61 metri.
                      la nostra marina militare fino a pochi anni fa' aveva un protocollo per immersioni in aria fino a 95 metri, oltre dicevano che si poteva fare ma non in modo continuativo, sicuro e generalizzato per i loro supersommozzatori ( non certo il primo che passava neanche lì .....) e quindi non lo avevano "codificato". adesso al massimo vanno a 70 metri, se serve e per lavorarci in caso di emergenza soccorso fuga dal fondo e qundi interventi "brevi" che non superino i 20 minuti. se devono andare oltre quei tempi vanno in saturazione, ma lì è tutto un altro mondo, sia riguardo i militari che riguardo le immerisoni in saturazione.
                      ​Molto interessante quello che hai scritto.
                      Una domanda - provoco un po ma non è per polemica nei tuoi confronti, cerco solo di capire.

                      Io, al momento posso certificare senza ombra di dubbio, e, senza la paura di essere smentito che in ben 17 anni di attività in cui, nella nostra federazione, si tengono i corsi aria profonda che chiamiamo I.A.A. (Immersioni Avanzate Aria) non ci sono stati incidenti, dove per incidenti intendo che il subacqueo è uscito con qualche danno fisico, anche leggero.
                      Problemi si sono evidenziati ma nulla è mai sfociato in incidenti.
                      La stessa cosa posso dirla con certezza per quanto riguarda al momento la popolazione dei nostri brevettati aria profonda e la loro attività.
                      Al momento non abbiamo riscontrato in 17 anni a livello nazionale nessun incidente sia in fase di didattica sia nell'attività dei nostri subacquei formati.

                      Ora mi chiedo se altrettanto si può dire per le 'esperienze più estreme che hai citato come i corsi immersione profonda in aria a -73 metri a -91 metri a -105.
                      Io sono, purtroppo, convinto che non rispecchiano la stessa statistica virtuosa ma al contrario annoverano incidenti anche gravi e mortali.

                      Il famoso "club" dei -100 metri in aria annoverava una media di un morto all'anno, senza contare i miracolati che, magari malconci, ma riuscivano a portare la pelle a casa, questo solo per far capire di cosa parliamo.

                      L'incidente in questi contesti (-73 / -91 / -105) non è una possibilità ma una certezza, in aria a oltre 70 metri, con un allievo.
                      91 metri / -105 metri sono quote mortali in aria per più del 99% dei subacquei che comunemente frequentano i diving.
                      Sono quote in cui anche il più preparato, predisposto, bravo attrezzato che compone quel 1% di predisposti ha un rischio di morire elevato a livelli esponenziali.

                      Su questo c'è un ampia documentazione.
                      Basta leggere "Deep Diving" di Bret Gillian, "Blu Profondo" di Bernie Chowdhury, "Blu Estremo" ecc, ecc, per avere il polso del rischio reale e dei molti incidenti successi in aria profonda oltre i -60 metri / -70 metri.

                      I militari sono un mondo a parte.
                      I militari sono una popolazione "omogenea" e non "eterogenea" come quella ludica, hanno una percezione del pericolo radicalmente differente, delle priorità differenti.

                      Io non dico che non si possa fare la puntata oltre i -60 metri, no di certo.
                      Ho amici che affrontano i -70 metri e anche più.
                      Dico che non è possibile formare, insegnare a fare questo.
                      Ci si arriva pian piano e ognuno fa il suo approccio a suo rischio e pericolo.

                      Queste immersioni profonde sono di fatto una variante delle immersioni in solitaria.
                      Non è possibile insegnare l'immersione in solitaria, l'immersione in solitaria nasce spontanea a un certo momento se sentita dal subacqueo e si affina con il tempo a proprio rischio e pericolo.

                      Cordialmente
                      Rana







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                      • #41
                        @Rana
                        Ora credo che sulla base delle tue ultime osservazioni possiamo aprire un post sulle immersioni profonde ad aria in solitaria
                        Con simpatia
                        Paolo
                        Paolo

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                        • #42
                          Grazie in particolare a Rana per l'ampiezza degli interventi... paolo, secondo me a quella discussione non parteciperebbe nessuno!
                          CACCIATORI DI RETI FANTASMA

                          Commenta


                          • #43
                            Ci sono, ci sono, ci sono sempre stati ....
                            Con simpatia
                            Paolo
                            Paolo

                            Commenta


                            • #44
                              Originariamente inviato da Livio Cortese Visualizza il messaggio
                              Grazie in particolare a Rana per l'ampiezza degli interventi... paolo, secondo me a quella discussione non parteciperebbe nessuno!
                              Io partecipo sono un neofita la pratico da 4 anni e ci sono arrivato dopo 15 di "onorata" carriera
                              Ultima stamattina nel laghetto!!
                              Mi piace moltissimo
                              http://profondeemozioni.blogspot.com...V5SQJ1vZvQ6WZR
                              http://profondeemozioni.blogspot.com/

                              Commenta


                              • #45
                                Vedi che se parli degli indiani prima o poi spuntano le penne ?
                                Ciao a tutti
                                Paolo
                                Paolo

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