Ciao a tutti.
Ho letto (ammetto saltando un po di qua e di la) il proseguo della discussione.
Provo a inserire alcuni commenti sulla base della mia esperienza in aria profonda, con la sola speranza di promuovere un confronto, dibattito.
Ho letto di immersioni in aria oltre i -60 metri .... suicidio / non suicidio.
Secondo me è doveroso approfondire i concetti che altrimenti rimangono buttati li e senza spiegazioni dicono tutto e nulla.
Partiamo da un dato oggettivo che risponde alla seguente domanda:
Si svolgono immersioni in aria oltre i -60 metri ?
La risposta è si, ci sono subacquei che affrontano discese in aria oltre i -60 metri.
A questo punto, prima di andare avanti, chiediamoci il perché i -60 metri sono considerati un "confine" tra attività "accettata" ed attività ad "alto rischio".
I -60 metri rappresentano la quota tonda in cui non si supera, respirando aria, la pressione parziale di O2 di 1,5 bar - per l'esattezza in aria a -60 metri la Pp di O2 è 1,47 bar.
E' l'ossigeno il limite dell'aria - l'ossigeno è un gas molto narcotico, oltre 1,5 da effetti che si sommano alla narcosi e se a ciò aggiungiamo anche un incremento importante della densità e di conseguenza della ritenzione di CO2 che non solo è prodotta in più (dal maggior sforzo anche solo per respirare) ma anche scaricata di meno (per effetto di un naturale rallentamento della ventilazione polmonare ad opera della densità maggiore).
Queste condizioni: CO2 elevata, O2 elevata, densità e sforzo per scatenare, sono le condizioni per scatenare "blackout" letali per il subacqueo.
Se mi sono spiegato e se non ho detto "castronerie" (a voi correggermi) abbiamo capito il perché a livello fisico e fisiologico i 60 metri rappresentano un confine tra attività profonda (comunque a maggior rischio) "accettabile" e attività i cui rischi non sono più accettabili.
Ma, la percezione del rischio è molto soggettiva per cui alcuni possono facilmente pensare che in fondo i -60 metri non sono un limite cosi tassativo.
Ed è vero, come abbiamo detto ci sono persone che vanno oltre i -60 metri ma, secondo me, c'è un "ma" oggettivo che dobbiamo considerare e di cui spesso non si considerano gli effetti.
La formazione.
Ragion per cui dobbiamo cambiare la domanda iniziale.
Inizialmente ci siamo chiesti:
Si svolgono immersioni in aria oltre i -60 metri ?
Ora chiediamoci:
Si può far didattica, ossia si può insegnare ad andare oltre i -60 metri ? (ovviamente in aria)
La risposta è NO! tassativo ed oggettivo.
E' NO, perché oltre i -60 metri non esiste subacqueo per quanto preparato che possa garantire, in aria, un'assistenza accettabile.
L'attività di qualsiasi istruttore, per quanto bravo ed esperto non è garantita a un livello accettabile oltre i -60 metri.
Se non puoi portare, guardare, intervenire su un allievo a cui stai insegnando a fare un certo tipo d'immersioni non puoi proporre nessuna attività didattica, dato che l'attività didattica ha come primo scopo garantire una sicurezza accettabile.
In passato ci sono stati corsi oltre i -60 metri (-70 / -80) ma erano corsi ad alto rischio, il subacqueo che eccelle può anche guardarvi, entro certi limiti intervenire, ma se la situazione precipita la situazione diventa esplosiva, il cui esito è troppo aleatorio.
Nessuno di chi va oltre i -60 metri (-70 / -80 e anche più) ha ricevuto una formazione specifica, quello che fanno lo fanno in seguito ad esperienze empiriche.
Io sono andato oltre i -70 m., i meno -80 m. e anche oltre ma tutte queste esperienze sono nate in seguito a un attività svolta con un gruppo ristretto di subacquei, al di fuori di ogni tipo di didattica.
In poche parole ho rischiato di mio e le persone con cui ho fatto queste esperienze hanno rischiato di loro.
Posso dire che i problemi ci sono stati, posso dire che in molte occasioni l'addestramento e l'esperienza hanno fatto la differenza, devo assolutamente confessare che in alcune altre situazioni sono e siamo stati molto, ma molto, fortunati a non lasciarci la pelle.
Non sono state situazioni in cui ha prevalso l'esperienza erano situazioni in cui per qualche motivo del "fato", "fortuna" o qualsiasi cosa in cui credete .... semplicemente non era giunta la nostra ora e ci siamo salvati.
Aggiungo qualcosa in più, provoco e faccio lo sfacciato.
Tra i -60 e i -80 metri si rischia molto ma con qualche "malizia" (non s'improvvisa questa attività bisogna avere comunque ben chiari concetti come "narcosi" - CO2 - O2 - tecnica subacquea ecc, ecc) si può pensare ancora di agire e reagire nelle doverose limitazioni.
Oltre i -80 metri si entra in "stati di allucinazione" nel senso che hai il cervello in botta mistica, personalmente non ho più affrontato queste situazioni - ancora oggi ripensando al passato provo un senso di gratitudine verso la "provvidenza" che mi ha permesso di essere qui a parlare.
Oltre i -60 metri l'attività cognitiva si compromette rapidamente, lo stress fisico anche solo per respirare è altrettanto pesante ed assorbe gran parte delle nostre energie fisiche.
E' un attività il cui rischio oggettivo è altissimo, in cui di fatto si va a camminare sospesi in equilibrio su una corda sempre più fine ed instabile, una corda dove è facile "cadere" e "cadere" spesso vuol dire non avere risorse per far fronte ai problemi.
Fino a quando tutto va bene - bene - anche a -70 -80 ecc, ma prima o poi qualcosa non va bene ....
Cordialmente
Rana
Ho letto (ammetto saltando un po di qua e di la) il proseguo della discussione.
Provo a inserire alcuni commenti sulla base della mia esperienza in aria profonda, con la sola speranza di promuovere un confronto, dibattito.
Ho letto di immersioni in aria oltre i -60 metri .... suicidio / non suicidio.
Secondo me è doveroso approfondire i concetti che altrimenti rimangono buttati li e senza spiegazioni dicono tutto e nulla.
Partiamo da un dato oggettivo che risponde alla seguente domanda:
Si svolgono immersioni in aria oltre i -60 metri ?
La risposta è si, ci sono subacquei che affrontano discese in aria oltre i -60 metri.
A questo punto, prima di andare avanti, chiediamoci il perché i -60 metri sono considerati un "confine" tra attività "accettata" ed attività ad "alto rischio".
I -60 metri rappresentano la quota tonda in cui non si supera, respirando aria, la pressione parziale di O2 di 1,5 bar - per l'esattezza in aria a -60 metri la Pp di O2 è 1,47 bar.
E' l'ossigeno il limite dell'aria - l'ossigeno è un gas molto narcotico, oltre 1,5 da effetti che si sommano alla narcosi e se a ciò aggiungiamo anche un incremento importante della densità e di conseguenza della ritenzione di CO2 che non solo è prodotta in più (dal maggior sforzo anche solo per respirare) ma anche scaricata di meno (per effetto di un naturale rallentamento della ventilazione polmonare ad opera della densità maggiore).
Queste condizioni: CO2 elevata, O2 elevata, densità e sforzo per scatenare, sono le condizioni per scatenare "blackout" letali per il subacqueo.
Se mi sono spiegato e se non ho detto "castronerie" (a voi correggermi) abbiamo capito il perché a livello fisico e fisiologico i 60 metri rappresentano un confine tra attività profonda (comunque a maggior rischio) "accettabile" e attività i cui rischi non sono più accettabili.
Ma, la percezione del rischio è molto soggettiva per cui alcuni possono facilmente pensare che in fondo i -60 metri non sono un limite cosi tassativo.
Ed è vero, come abbiamo detto ci sono persone che vanno oltre i -60 metri ma, secondo me, c'è un "ma" oggettivo che dobbiamo considerare e di cui spesso non si considerano gli effetti.
La formazione.
Ragion per cui dobbiamo cambiare la domanda iniziale.
Inizialmente ci siamo chiesti:
Si svolgono immersioni in aria oltre i -60 metri ?
Ora chiediamoci:
Si può far didattica, ossia si può insegnare ad andare oltre i -60 metri ? (ovviamente in aria)
La risposta è NO! tassativo ed oggettivo.
E' NO, perché oltre i -60 metri non esiste subacqueo per quanto preparato che possa garantire, in aria, un'assistenza accettabile.
L'attività di qualsiasi istruttore, per quanto bravo ed esperto non è garantita a un livello accettabile oltre i -60 metri.
Se non puoi portare, guardare, intervenire su un allievo a cui stai insegnando a fare un certo tipo d'immersioni non puoi proporre nessuna attività didattica, dato che l'attività didattica ha come primo scopo garantire una sicurezza accettabile.
In passato ci sono stati corsi oltre i -60 metri (-70 / -80) ma erano corsi ad alto rischio, il subacqueo che eccelle può anche guardarvi, entro certi limiti intervenire, ma se la situazione precipita la situazione diventa esplosiva, il cui esito è troppo aleatorio.
Nessuno di chi va oltre i -60 metri (-70 / -80 e anche più) ha ricevuto una formazione specifica, quello che fanno lo fanno in seguito ad esperienze empiriche.
Io sono andato oltre i -70 m., i meno -80 m. e anche oltre ma tutte queste esperienze sono nate in seguito a un attività svolta con un gruppo ristretto di subacquei, al di fuori di ogni tipo di didattica.
In poche parole ho rischiato di mio e le persone con cui ho fatto queste esperienze hanno rischiato di loro.
Posso dire che i problemi ci sono stati, posso dire che in molte occasioni l'addestramento e l'esperienza hanno fatto la differenza, devo assolutamente confessare che in alcune altre situazioni sono e siamo stati molto, ma molto, fortunati a non lasciarci la pelle.
Non sono state situazioni in cui ha prevalso l'esperienza erano situazioni in cui per qualche motivo del "fato", "fortuna" o qualsiasi cosa in cui credete .... semplicemente non era giunta la nostra ora e ci siamo salvati.
Aggiungo qualcosa in più, provoco e faccio lo sfacciato.
Tra i -60 e i -80 metri si rischia molto ma con qualche "malizia" (non s'improvvisa questa attività bisogna avere comunque ben chiari concetti come "narcosi" - CO2 - O2 - tecnica subacquea ecc, ecc) si può pensare ancora di agire e reagire nelle doverose limitazioni.
Oltre i -80 metri si entra in "stati di allucinazione" nel senso che hai il cervello in botta mistica, personalmente non ho più affrontato queste situazioni - ancora oggi ripensando al passato provo un senso di gratitudine verso la "provvidenza" che mi ha permesso di essere qui a parlare.
Oltre i -60 metri l'attività cognitiva si compromette rapidamente, lo stress fisico anche solo per respirare è altrettanto pesante ed assorbe gran parte delle nostre energie fisiche.
E' un attività il cui rischio oggettivo è altissimo, in cui di fatto si va a camminare sospesi in equilibrio su una corda sempre più fine ed instabile, una corda dove è facile "cadere" e "cadere" spesso vuol dire non avere risorse per far fronte ai problemi.
Fino a quando tutto va bene - bene - anche a -70 -80 ecc, ma prima o poi qualcosa non va bene ....
Cordialmente
Rana
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