Immersione senza usare il GAV una volta fatta la discesa

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  • Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

    Ciao.
    Si certo, chi ha piacere di leggerla può scaricarla liberamente:

    https://www.fias.it/servizi-fias/dow...tmpl=component

    Cordialmente
    Rana​
    Scaricata. Sembra una lettura interessante, grazie!

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    • Ho all’attivo circa 30 immersioni tra lago e mare. Questa estate tramite un mio amico che non usa il gav ho provato l’esperienza. peso circa 80 kg, la mia attrezztura era: muta umida con salopette da 5 mm, bibombola 10/10, 3 kg di zavorra, zero GAV. Risultato: immersione bellissima, sensazione stupenda, amore a primo colpo. Siamo scesi a 31 metri ed ero leggermente negativo. acqua 18 gradi. Sensazione di libertà assoluta.

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      • Meraviglioso. È bello sapere che in giro altri provano -in sicurezza- e non si chiudono alla bellezza di questa tecnica.
        CACCIATORI DI RETI FANTASMA

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        • Originariamente inviato da Livio Cortese Visualizza il messaggio
          Meraviglioso. È bello sapere che in giro altri provano -in sicurezza- e non si chiudono alla bellezza di questa tecnica.
          Ciao Livio.
          Grazie per il tuo commento.

          Mi fa piacere quando si sdogana la tecnica "senza gav" dal concetto di pratica "esoterica", con asseriti pericoli da "leggende metropolitane" per far emergere gli aspetti più tecnici e belli di un modo semplice ma non banale d'immergersi.

          Ciao Gasleon81
          Ho letto con interesse il tuo post.

          Mi associo ai commenti di Livio soprattutto per aver curato la "sicurezza" nel sperimentare questa tecnica.

          Sono contento che l'esperienza vi abbia fatto provare il piacere di un più diretto rapporto tra fisicità ed acqua, percezione e movimento.

          Amo dire e ripetere che il "senza gav" non è e non deve diventare una condizione per stabilire le abilità del subacqueo, ne tanto meno terreno di affermazione del proprio ego, non è obbligo ci mancherebbe - ma - è un modo in più per declinare l'immersione che non toglie nulla a quanto giustamente già si fa ma che aggiunge un qualcosa che ha tutte le carte in regola anche dal punto di vista della sicurezza.


          Cordialmente
          Rana

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          • Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

            Ciao Livio.
            Grazie per il tuo commento.

            Mi fa piacere quando si sdogana la tecnica "senza gav" dal concetto di pratica "esoterica", con asseriti pericoli da "leggende metropolitane" per far emergere gli aspetti più tecnici e belli di un modo semplice ma non banale d'immergersi.

            Ciao Gasleon81
            Ho letto con interesse il tuo post.

            Mi associo ai commenti di Livio soprattutto per aver curato la "sicurezza" nel sperimentare questa tecnica.

            Sono contento che l'esperienza vi abbia fatto provare il piacere di un più diretto rapporto tra fisicità ed acqua, percezione e movimento.

            Amo dire e ripetere che il "senza gav" non è e non deve diventare una condizione per stabilire le abilità del subacqueo, ne tanto meno terreno di affermazione del proprio ego, non è obbligo ci mancherebbe - ma - è un modo in più per declinare l'immersione che non toglie nulla a quanto giustamente già si fa ma che aggiunge un qualcosa che ha tutte le carte in regola anche dal punto di vista della sicurezza.


            Cordialmente
            Rana
            Si diventa un tutt’uno con il mare e i suoi elementi. Con muta stagna e gav a volte si ha la testa a troppe altre cose. Consiglio a tutti se si ha la possibilità di provare lo stesso tuffo con configurazioni diverse.

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            • RANA Buon pomeriggio. Riflettevo prima, in acqua... In qualcuno dei tuoi interventi precedenti credo tu abbia scritto qualcosa come: il gav è stato utile per lo sviluppo della subacquea tecnica, poichè ha permesso il trasporto di volumi d'aria prima impensabili.
              Almeno, mi pare tu abbia scritto così, non voglio attribuirti affermazioni altrui.
              A volte, per studio o interesse storico, contemplo foto e filmati di corallari dei nostri tempi o che operavano 30-40 anni fa. Uno, anni fa, ho avuto la fortuna e l'onore di intervistarlo. Mi ha sempre colpito il fatto che usassero o usino ancora dei gav molto piccoli, di quelli comunemente definiti ricreativi. Li usano, si sa, con gruppi di due, tre, quattro o cinque bombole dai litraggi sempre grossi : e parliamo di gav che, anche considerando la taglia più grande, non superano i 20-22 kg di spinta.
              Si tratta evidentemente di bombole leggere, un tempo molto più diffuse. Però dentro l'aria ci entra eccome, ed è questo che conta. Tantissima aria per compiti ben più gravosi di quelli del subacqueo medio, tecnico o ricreativo che sia.
              Tutto ciò per dire:
              se la subacquea anche tecnica ha un bisogno essenziale del gav, questo è dovuto -a mio avviso- all'impiego di bombole pesanti (che se poi carichi comunque a 200-220, a che servono pareti così spesse?), schienalini inox, fascioni inox addirittura doppi, ferramenta e ottoni vari.
              E queste sono componenti di un sistema d'immersione (e di tanto, tanto commercio), ma non sono necessariamente l'unico modo di praticare immersioni profonde, a miscela, esplorative.
              CACCIATORI DI RETI FANTASMA

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              • Originariamente inviato da Livio Cortese Visualizza il messaggio
                RANA Buon pomeriggio. Riflettevo prima, in acqua... In qualcuno dei tuoi interventi precedenti credo tu abbia scritto qualcosa come: il gav è stato utile per lo sviluppo della subacquea tecnica, poichè ha permesso il trasporto di volumi d'aria prima impensabili.
                Almeno, mi pare tu abbia scritto così, non voglio attribuirti affermazioni altrui.
                A volte, per studio o interesse storico, contemplo foto e filmati di corallari dei nostri tempi o che operavano 30-40 anni fa. Uno, anni fa, ho avuto la fortuna e l'onore di intervistarlo. Mi ha sempre colpito il fatto che usassero o usino ancora dei gav molto piccoli, di quelli comunemente definiti ricreativi. Li usano, si sa, con gruppi di due, tre, quattro o cinque bombole dai litraggi sempre grossi : e parliamo di gav che, anche considerando la taglia più grande, non superano i 20-22 kg di spinta.
                Si tratta evidentemente di bombole leggere, un tempo molto più diffuse. Però dentro l'aria ci entra eccome, ed è questo che conta. Tantissima aria per compiti ben più gravosi di quelli del subacqueo medio, tecnico o ricreativo che sia.
                Tutto ciò per dire:
                se la subacquea anche tecnica ha un bisogno essenziale del gav, questo è dovuto -a mio avviso- all'impiego di bombole pesanti (che se poi carichi comunque a 200-220, a che servono pareti così spesse?), schienalini inox, fascioni inox addirittura doppi, ferramenta e ottoni vari.
                E queste sono componenti di un sistema d'immersione (e di tanto, tanto commercio), ma non sono necessariamente l'unico modo di praticare immersioni profonde, a miscela, esplorative.
                Usi il concetto di pesante e leggero in maniera che rischia di risultare confusionaria: Archimede imperat.
                www.bludivecenter.com

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                • blu dive Grazie per avermelo fatto notare, appena ho tempo rivedo il post o ne scrivo un altro più breve.
                  CACCIATORI DI RETI FANTASMA

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                  • Mi riferisco al diffuso impiego attuale di bombole magari da 12 o 15 Lt che pesano 14 o 18 kg l'una, quindi fortemente negative da cariche e abbastanza negative anche quando sono scariche, assetto ulteriormente appesantito da fascioni doppi che pesano almeno 1 kg l'uno.

                    (E i v-weights? A me sembrano anche un' invenzione pericolosa, a meno che non siano rimovibili.)

                    A molti vedo che come assetto piace, c'è chi ci si trova bene usando la muta stagna. Ma a queste condizioni un gav è irrinunciabile.

                    La tendenza minoritaria è appunto questa di usare bombole con un peso non molto diverso dal volume interno: all'atto pratico una 15 Lt a 60-70 inizia ad avere spinta positiva, cosa che si nota avendola addosso (certo, mica galleggia).
                    Ultima modifica di Livio Cortese; 28-09-2020, 09:20.
                    CACCIATORI DI RETI FANTASMA

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                    • Originariamente inviato da Livio Cortese Visualizza il messaggio
                      RANA Buon pomeriggio. Riflettevo prima, in acqua... In qualcuno dei tuoi interventi precedenti credo tu abbia scritto qualcosa come: il gav è stato utile per lo sviluppo della subacquea tecnica, poichè ha permesso il trasporto di volumi d'aria prima impensabili.
                      Almeno, mi pare tu abbia scritto così, non voglio attribuirti affermazioni altrui.
                      A volte, per studio o interesse storico, contemplo foto e filmati di corallari dei nostri tempi o che operavano 30-40 anni fa. Uno, anni fa, ho avuto la fortuna e l'onore di intervistarlo. Mi ha sempre colpito il fatto che usassero o usino ancora dei gav molto piccoli, di quelli comunemente definiti ricreativi. Li usano, si sa, con gruppi di due, tre, quattro o cinque bombole dai litraggi sempre grossi : e parliamo di gav che, anche considerando la taglia più grande, non superano i 20-22 kg di spinta.
                      Si tratta evidentemente di bombole leggere, un tempo molto più diffuse. Però dentro l'aria ci entra eccome, ed è questo che conta. Tantissima aria per compiti ben più gravosi di quelli del subacqueo medio, tecnico o ricreativo che sia.
                      Tutto ciò per dire:
                      se la subacquea anche tecnica ha un bisogno essenziale del gav, questo è dovuto -a mio avviso- all'impiego di bombole pesanti (che se poi carichi comunque a 200-220, a che servono pareti così spesse?), schienalini inox, fascioni inox addirittura doppi, ferramenta e ottoni vari.
                      E queste sono componenti di un sistema d'immersione (e di tanto, tanto commercio), ma non sono necessariamente l'unico modo di praticare immersioni profonde, a miscela, esplorative.
                      Posso risponderti per ciò che posso aver visto e testato.
                      Il concetto di discesa, assetto, pinneggiata, per un corallaro (come per un OTS impegnato in lavori pesanti in basso fondale) sono agli antipodi di quelli della subacquea tecnica/sportiva moderna.
                      So che le cose, negli ultimi anni, si sono un po' mischiate, ma qui mi fermo perché avrei solo informazioni di seconda mano.

                      Tornando ai corallari, alcuni erano dei veri e propri asini, non nel senso di stupidi ovviamente, ma per la loro capacità di caricarsi di pesi veramente esagerati, facevano tutto di forza.
                      Altri, più evoluti e "sensibili", studiavano il proprio assetto perché li facilitasse nel lavoro. Valutando il rapporto pressione/volume in maniera da avere il massimo quantitativo di gas con la minor variazione possibile dal peso ottimale per risalire e non rimanere schiacciati sul fondo.
                      Per tutti la zavorra variabile era fondamentale in maniera preponderante rispetto ad un equilibratore.

                      Chiaramente una mano il gav la dava, si usavano gli scubapro senza sganci rapidi perché quelli c'erano, ed erano un minimo affidabili. Appena sono stati disponibili gli anulari si è passati a quelli, possibilmente con gli elastici, perché meno ingombranti (erano già gli anni 90). Il set-up di base era un D18 a salire.

                      Tieni conto che non tutti i corallari erano degli appassionati di subacquea, ne conosco ancora oggi alcuni che, appena potranno appendere le pinne, saranno solo contenti.
                      Quindi lo studio e il test delle novità passava per "pochi illuminati", gli altri seguivano con l'inerzia di chi vede il cambiamento come uno sforzo in più che non sempre si ha voglia di fare.

                      Quindi non si tratta solo di bombole leggere o pesanti, pesa di più un 10lt in acciaio a 300 bar o il corrispondente 20lt a 200? E una volta svuotate?

                      Parliamo di una gestione completamente diversa dell'immersione, con tempi generalmente più brevi di quelli di un bravo sub sportivo di oggi (coi grottaroli seri poi la differenza è enorme).
                      Con la necessità d'essere ben fermi e piantati con le gambe sul fondo (non penserete che si piccona in trim vero?) e di poter fare un pesante e certosino lavoro di braccia, sempre al limite, o oltre, la quota di confort.
                      La stagna è un lusso che ho visto usare a pochi, mai i più bravi e assidui nei tuffi.
                      Però parliamo di quando ero pischello e di chi ho modo di vedere oggi, sicuramente c'è stata un'evoluzione che io non conosco.
                      Ultima modifica di blu dive; 28-09-2020, 09:36.
                      www.bludivecenter.com

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                      • Ciao Livio.

                        Il tuo intervento per me è molto interessante, penso che ragionando anche dal punto di vista della "genesi" di quanto oggi si fa si possono comprendere importantissimi aspetti che aumentano la consapevolezza di ciò che si usa e come si usa.

                        Premessa: in questo tipo di discussione è facile (parlo principalmente di me) passare per chi si vuole attribuirsi la paternità o attribuire la paternità di espressioni, concetti, o dire come storicamente nella subacquea sono andate le cose.
                        Io non ho una cultura tale sa potermi permettere di essere lo "storico" della subacquea, io condivido (con tutti voi) solo dei miei pensieri, nulla di più, senza la pretesa di essere nessuno se non lo "strampalato" personaggio che scrive con il nik di Rana.

                        Originariamente inviato da Livio Cortese Visualizza il messaggio
                        Buon pomeriggio. Riflettevo prima, in acqua... In qualcuno dei tuoi interventi precedenti credo tu abbia scritto qualcosa come: il gav è stato utile per lo sviluppo della subacquea tecnica, poichè ha permesso il trasporto di volumi d'aria prima impensabili.
                        Almeno, mi pare tu abbia scritto così, non voglio attribuirti affermazioni altrui.
                        Confermo, questo concetto l'ho espresso in più di una discussione.

                        Io amo (come sai) la tecnica "no gav" con ciò è per me importante far comprendere che la mia non è una "crociata" contro l'uso del compensatore d'assetto, anzi io stesso sono convinto che il gav è l'attrezzatura che ha permesso di far evolvere tutta la subacquea in quella che oggi chiamiamo anche a sproposito subacquea tecnica.

                        Il limite del "no gav" è secondo me la quantità di gas che necessita nell'immersione che si desidera affrontare.

                        Entro determinate quantità la tecnica ha ragione d'essere oltre no.
                        Ammesso e non concesso che questo mio pensiero sia corretto (proviamo solo a ipotizzarlo per ragionarci sopra), un altro concetto diventa fondamentale.

                        In tutte le immersioni comanda sempre e solo la scorta di gas.
                        Se cosi (io ne sono convinto) abbiamo ben delineato l'operatività del "no gav" perché il "no gav" ha il limite proprio nella quantità di aria che si può gestire senza "compensatore".

                        Ma andiamo avanti nel tuo ragionamento:

                        Originariamente inviato da Livio Cortese Visualizza il messaggio
                        [USER="18675"]A volte, per studio o interesse storico, contemplo foto e filmati di corallari dei nostri tempi o che operavano 30-40 anni fa. Uno, anni fa, ho avuto la fortuna e l'onore di intervistarlo. Mi ha sempre colpito il fatto che usassero o usino ancora dei gav molto piccoli, di quelli comunemente definiti ricreativi. Li usano, si sa, con gruppi di due, tre, quattro o cinque bombole dai litraggi sempre grossi : e parliamo di gav che, anche considerando la taglia più grande, non superano i 20-22 kg di spinta.
                        Si tratta evidentemente di bombole leggere, un tempo molto più diffuse. Però dentro l'aria ci entra eccome, ed è questo che conta. Tantissima aria per compiti ben più gravosi di quelli del subacqueo medio, tecnico o ricreativo che sia.
                        Tutto ciò per dire:
                        se la subacquea anche tecnica ha un bisogno essenziale del gav, questo è dovuto -a mio avviso- all'impiego di bombole pesanti (che se poi carichi comunque a 200-220, a che servono pareti così spesse?), schienalini inox, fascioni inox addirittura doppi, ferramenta e ottoni vari.
                        E queste sono componenti di un sistema d'immersione (e di tanto, tanto commercio), ma non sono necessariamente l'unico modo di praticare immersioni profonde, a miscela, esplorative.
                        Ni ..... nel senso che non sono sicuro che la mia risposta abbiamo compreso bene la tua domanda, quindi a te eventualmente correggermi, ed indicarmi quello che a me è sfuggito del tuo ragionamento.

                        Io non penso che il peso del "ferro" (per ferro intendo proprio il "peso" metallo della bombola - come, mi pare se ho ben capito intendi anche tu) abbia spinto verso il gav - o meglio non penso che questa sia la causa primaria, anzi secondo me un effetto collaterale, molte volte ricercato (ma devo spiegarmi quindi porta pazienza se ora mi fermo).

                        Io sono convinto che la necessità primaria del compensatore d'assetto e la sua evoluzione sia proprio nella quantità di gas - più in come si trasporta.

                        Prendiamo in no gav che mi permette di meglio esporre il mio concetto.
                        Non potendo variare l'assetto (il "senza gav" possiamo chiamarlo immersione ad assetto costante) dobbiamo fare in modo che il metallo che indossiamo e la zavorra uniti agli aspetti positivi dell'attrezzatura (vedi la muta umida) abbiamo come risultante un assetto neutro, ovviamente nelle "estremità" dell'immersione il fondo o la decompressione tendiamo ad uscire dalla condizione di assetto neutro per muoverci in un assetto leggermente negativo (in profondità) e leggermente positivo (in decompressione).

                        Ma c'è un ma - la definizione d'immersione in "assetto costante" per definire il "no gav" non è propriamente corretta perché una variazione c'è.
                        Il subacqueo respira, e la respirazione attraverso un circuito aperto porta ad una costante riduzione di gas nella bombola ergo peso.
                        Noi subacquei solo per il fatto di respirare perdiamo peso, ed alla fine di un immersione ricreativa la differenza può aggirarsi sui 2/3 kg.

                        Questa differenza (tra i 2 ed i 4 kg) la gestiamo prima di tutto andando a ripartire, centrare un po la "coperta corta" al meglio tra la fase in profondità dove il gas contenuto nelle bombole ci rende negativi, e la decompressione dove il gas respirato ci rende ancora più positivi e poi controllando a nostro favore le spinte con le forze dinamiche di cui più volte ho parlato.

                        Siccome che dal punto di vista del peso posso più facilmente lavorare "soprattutto la mare" togliendo zavorra, cercando bombole che a parità di volume siano più leggere ecc, ecc, il limite di gas non è dovuto al tipo di bombola ma il problema è insito nella maggiore quantità di gas stesso (anche in questo ovviamente fino ad un certo punto).

                        Se mi porto dietro più gas è per usarlo (altrimenti che senso ha) se lo uso il mio "delta" tra bombola carica e bombola scarica salirà e di molto rispetto ai 2/4 kg di conseguenza la situazione non può più essere mediata o, meglio, mediata in sicurezza.

                        Se quanto ho detto ha una logica, ammesso e non concesso veniamo all'immersione tecnica.

                        Nell'immersione tecnica le necessità non dovrebbero cambiare rispetto al "no gav" nel senso che un subacqueo tecnico dovrebbe comunque tendere a tenere lo stato idrostatico del suo "hardware" (per hardware intendo il comportamento di tutta la sua attrezzatura, bombole, erogatori pinne muta ecc, ecc) pressoché neutro.
                        (Questo spiega secondo me il fatto che i "corallari" in base a quanto hai scritto usassero compensatori d'assetto piccolini - comunque 20 litri effettivi di spinta permettono di compensare molto )

                        Su questo penso siamo tutti d'accordo - il peso, la dove non necessario, è solo fonte di problemi.

                        Quindi anche per il subacqueo tecnico la compensazione è necessaria solo per controllare la perdita di peso del gas respirato.

                        Ora Livio ti chiedo ancora un po di pazienza, e di seguire ancora i miei passaggi logici.

                        La compensazione del gas respirato è talmente importante che nell'immersione tecnica la stagna, non solo è la muta che meglio delle umide riesce a proteggerci dai problemi di ipotermia, ma rappresenta anche la ridondanza al gav, che diventando necessità si deve poter far fronte anche ad una sua rottura.

                        La stagna, nell'immersione tecnica, è diventata necessità, e secondo me è proprio l'uso della stagna che ha spinto ad aumentare il peso dell'hardware del subacqueo tecnico.
                        La stagna è un vestito di gas che deve essere neutralizzato, ergo se usiamo bombole leggere, piastre in carbonio, la minore spinta negativa si traduce in un uso massivo di zavorra.
                        Ma la zavorra soprattutto in cintura è scomoda e affatica ragion per cui è meglio distribuirla .....
                        E dove ?
                        Nelle bombole, più sono pesanti meno zavorra devo mettere, i fascioni d'acciaio aiutano, la piastra in acciaio aiuta, a volte ci si mette anche il peso a "V" tra il bibo e la piastra.

                        L'uso della stagna ha spinto verso configurazioni e scelte più "pesanti" proprio per neutralizzare il vestito di gas.

                        Correggetemi se baglio ma i vecchi corallari non usavano la stanga, ergo avevano l'esigenza primaria di un hardware leggero, Livio ti chiedo nei video nelle foto, nelle fonti dei corallari che citi è presente la stagna ???

                        Quindi la mia risposta alla tua domanda:

                        Originariamente inviato da Livio Cortese Visualizza il messaggio
                        [USER="18675"]...... all'impiego di bombole pesanti (che se poi carichi comunque a 200-220, a che servono pareti così spesse?), schienalini inox, fascioni inox addirittura doppi, ......
                        E' funzionale all'esigenza di ridurre la zavorra in cintura distribuendola sull'attrezzatura e cosi distribuita avere più "controllo".
                        Il concetto lo possiamo accostare alle armature dei cavalieri medioevali, una buona armatura pesava circa 30 kg, un peso che avrebbe immobilizzato qualsiasi persona anche se muscolosa eppure riuscivano perfino a fare le "capriole" questo perché.
                        Perché il peso era ben distribuito su tutto il corpo e per tanto gestibile.
                        Ecco con la stagna si è cercato di fare la stessa cosa, mi necessita zavorra per neutralizzarla invece che metterla in un solo punto e legarmi una palla al piede la distribuisco su tutto il corpo (su tutta l'attrezzatura in questo caso) con l'innegabile vantaggio di aumentare la mobilità e sentire meno il peso.

                        Tutto questo se vivessimo in un mondo ideale, ma sappiamo benissimo che la subacquea è un mondo reale, ragiona per cui spesso questi concetti sono e vengono distorti portando a delle situazioni paradossali.
                        Chi ha già un eccesso di peso finisce solo per aumentare ancora con risultati tali che portano un subacqueo come te a dire - giustamente - ma che serve tutto questo acciaio ????

                        Spero di aver centrato un pochino l'oggetto della tua riflessione e di aver portato alcune riflessioni anche solo nel correggere quanto io ho scritto.


                        Cordialmente
                        Rana
                        Ultima modifica di RANA; 28-09-2020, 11:53.

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                        • Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio

                          Posso risponderti per ciò che posso aver visto e testato.
                          Il concetto di discesa, assetto, pinneggiata, per un corallaro (come per un OTS impegnato in lavori pesanti in basso fondale) sono agli antipodi di quelli della subacquea tecnica/sportiva moderna.
                          So che le cose, negli ultimi anni, si sono un po' mischiate, ma qui mi fermo perché avrei solo informazioni di seconda mano.

                          Tornando ai corallari, alcuni erano dei veri e propri asini, non nel senso di stupidi ovviamente, ma per la loro capacità di caricarsi di pesi veramente esagerati, facevano tutto di forza.
                          Altri, più evoluti e "sensibili", studiavano il proprio assetto perché li facilitasse nel lavoro. Valutando il rapporto pressione/volume in maniera da avere il massimo quantitativo di gas con la minor variazione possibile dal peso ottimale per risalire e non rimanere schiacciati sul fondo.
                          Per tutti la zavorra variabile era fondamentale in maniera preponderante rispetto ad un equilibratore.

                          Chiaramente una mano il gav la dava, si usavano gli scubapro senza sganci rapidi perché quelli c'erano, ed erano un minimo affidabili. Appena sono stati disponibili gli anulari si è passati a quelli, possibilmente con gli elastici, perché meno ingombranti (erano già gli anni 90). Il set-up di base era un D18 a salire.

                          Tieni conto che non tutti i corallari erano degli appassionati di subacquea, ne conosco ancora oggi alcuni che, appena potranno appendere le pinne, saranno solo contenti.
                          Quindi lo studio e il test delle novità passava per "pochi illuminati", gli altri seguivano con l'inerzia di chi vede il cambiamento come uno sforzo in più che non sempre si ha voglia di fare.

                          Quindi non si tratta solo di bombole leggere o pesanti, pesa di più un 10lt in acciaio a 300 bar o il corrispondente 20lt a 200? E una volta svuotate?

                          Parliamo di una gestione completamente diversa dell'immersione, con tempi generalmente più brevi di quelli di un bravo sub sportivo di oggi (coi grottaroli seri poi la differenza è enorme).
                          Con la necessità d'essere ben fermi e piantati con le gambe sul fondo (non penserete che si piccona in trim vero?) e di poter fare un pesante e certosino lavoro di braccia, sempre al limite, o oltre, la quota di confort.
                          La stagna è un lusso che ho visto usare a pochi, mai i più bravi e assidui nei tuffi.
                          Però parliamo di quando ero pischello e di chi ho modo di vedere oggi, sicuramente c'è stata un'evoluzione che io non conosco.
                          Io non posso parlare per esperienza diretta ma in base a ciò che ho letto e visto nei filmati dei "corallari" sono portato a pensare che quella di Blu Dive sia una "fotografia" reale di questo mondo - molto mitizzato ma come tutti i miti quando poi lo conosci comprendi che ci sono molti "buchi" dal punto di vista della tecnica, ecc, ecc, questo senza voler togliere nulla a persone che sono riuscite in immersioni incredibili.


                          Cordialmente
                          Rana

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                          • RANA , blu dive vi rileggo meglio più tardi e rispondo come si deve.
                            CACCIATORI DI RETI FANTASMA

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                            • Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio

                              Posso risponderti per ciò che posso aver visto e testato.
                              Il concetto di discesa, assetto, pinneggiata, per un corallaro (come per un OTS impegnato in lavori pesanti in basso fondale) sono agli antipodi di quelli della subacquea tecnica/sportiva moderna.
                              So che le cose, negli ultimi anni, si sono un po' mischiate, ma qui mi fermo perché avrei solo informazioni di seconda mano.

                              Tornando ai corallari, alcuni erano dei veri e propri asini, non nel senso di stupidi ovviamente, ma per la loro capacità di caricarsi di pesi veramente esagerati, facevano tutto di forza.
                              Altri, più evoluti e "sensibili", studiavano il proprio assetto perché li facilitasse nel lavoro. Valutando il rapporto pressione/volume in maniera da avere il massimo quantitativo di gas con la minor variazione possibile dal peso ottimale per risalire e non rimanere schiacciati sul fondo.
                              Per tutti la zavorra variabile era fondamentale in maniera preponderante rispetto ad un equilibratore.

                              Chiaramente una mano il gav la dava, si usavano gli scubapro senza sganci rapidi perché quelli c'erano, ed erano un minimo affidabili. Appena sono stati disponibili gli anulari si è passati a quelli, possibilmente con gli elastici, perché meno ingombranti (erano già gli anni 90). Il set-up di base era un D18 a salire.

                              Tieni conto che non tutti i corallari erano degli appassionati di subacquea, ne conosco ancora oggi alcuni che, appena potranno appendere le pinne, saranno solo contenti.
                              Quindi lo studio e il test delle novità passava per "pochi illuminati", gli altri seguivano con l'inerzia di chi vede il cambiamento come uno sforzo in più che non sempre si ha voglia di fare.

                              Quindi non si tratta solo di bombole leggere o pesanti, pesa di più un 10lt in acciaio a 300 bar o il corrispondente 20lt a 200? E una volta svuotate?

                              Parliamo di una gestione completamente diversa dell'immersione, con tempi generalmente più brevi di quelli di un bravo sub sportivo di oggi (coi grottaroli seri poi la differenza è enorme).
                              Con la necessità d'essere ben fermi e piantati con le gambe sul fondo (non penserete che si piccona in trim vero?) e di poter fare un pesante e certosino lavoro di braccia, sempre al limite, o oltre, la quota di confort.
                              La stagna è un lusso che ho visto usare a pochi, mai i più bravi e assidui nei tuffi.
                              Però parliamo di quando ero pischello e di chi ho modo di vedere oggi, sicuramente c'è stata un'evoluzione che io non conosco.
                              Abbastanza inconsuete le pagine di questa storia...Grazie!
                              Mi colpisce che alcuni corallari possano non essere appassionati di subacquea, curioso il contrasto.
                              Non ho mai avuto una 20 Lt, ma per un periodo una 10 Lt a 300 bar: era negativa anche da scarica, e se non ricordo male pesava poco meno di 15 kg. Presumo che una 20 Lt a 200 bar, se pesa 20 kg di bottiglia, potrebbe dare una certa spinta positiva se semivuota.
                              CACCIATORI DI RETI FANTASMA

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                              • RANA il documentario che mi ha fatto riflettere molto (per di più mentre stavo allestendo un bel 15+15 cercando di togliere quanto più peso possibile per farlo quasi neutro) è stato in particolare questo:

                                https://m.youtube.com/watch?v=mm8jgFlqwzc
                                .
                                E da questo vorrei partire per meglio risponderti.
                                CACCIATORI DI RETI FANTASMA

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