Giovani sub: sempre meno o sbaglio?

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  • Giudiver
    ha risposto
    Il messaggio che volevo anche far passare è che forse dovremmo essere noi ad aprirci al mondo guardando programmi non in lingua italiana. Non trovo del tutto sbagliato che molti documentari non vengano doppiati, la globalizzazione dovrebbe anche essere questo.

    Quanto all’Italia dei media, prendiamo linea blu.... manca di idee, manca di originalità. Lievissimo se non nessun accenno a problemi ambientali: cambiamento climatico, acidificazione, sfruttamento delle risorse ittiche...

    Sono estranea alla televisione italiana in generale da un paio d’anni ma da quello che so non mi sembra che sia molto produttiva. Quindi a maggior ragione non lo sarà una sezione di nicchia come quella della subacquea. Ma al giorno d’oggi l’informazione non è più qualcosa che ci viene fornito passivamente tramite un solo mezzo comunicativo come succedeva tempo fa, al contrario è attiva. E attivi dovremmo essere noi nel cercare quello cui siamo interessati tramite gli infiniti mezzi a disposizione oggi

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  • cidiemme
    ha risposto
    Originariamente inviato da Giudiver Visualizza il messaggio
    Viviamo nell’epoca della globalizzazione dove tutto è a disponibilità di tutti a costi sempre inferiori. Mi riferisco ai media, non alla subacquea in sè. Di documentari ce ne sono a migliaia (per non ultimo su Netflix se vogliamo parlare di una piattaforma che piace ai giovani) prodotti e sponsorizzati da paesi diversi: Francia e Germania ad esempio se vogliamo eliminare gli Stati Uniti.
    A mio avviso, l’Italia è penalizzata per il semplice fatto che i programmi non in italiano non vengono seguiti e pertanto questo minimizza l’accesso a documentari veramente notevoli ma per i quali non sono disponibili traduzioni in italiano (es: la Francia ha una cultura cinematografica subacquea di tutto rispetto).
    Quanto agli eroi... non siamo più agli albori e la tecnologia ha fatto passi da gigante in tempi davvero brevi. Per cui la mia domanda è: che eroi vogliamo? Che eroi vogliono i giovani? Come dici tu, Claudio, ora la salvaguardia dell’ambiente la fa da padrone e per me eroe di oggi è chi tenta in tutti i modi anche solo di far parlare di argomenti attorno alla subacquea che risultano però scomodi. È questo, si, purtroppo è tipico del Bel Paese.

    quoto tutto, Giuditta,
    con un grazie gigante a Netflix che ha reso disponibile alle masse un capolavoro d'impatto come chasing coral

    e hai toccato il tasto, secondo me, giusto.
    ma dolente

    c'è chi s'inventa l'audience creando un trend
    proponendo prodotti originali e (talvolta) etici
    e chi insegue l'audience

    ma a inseguire i gusti della parte meno propositiva.. scusa: amorfa, dell'homo sapiens non c'è altro da fare che... compensare.

    le tv di stato (quelle che dovrebbero etc) si trovano in mezzo alla trappola degli indici di ascolto
    e non è solo una trappola italiana, purtroppo in Italia percepisco una certa riluttanza.

    non ho i numeri davanti (costi/canone/royalties/utenze) ma il paragone documentari BBC, RTL France etc - doppiati in italiano - tra la rete svizzera di lingua italiana e tutte le reti italiane messe insieme (rai+mediaset etc) è occhio e croce umiiante
    i numeri a occhio:
    1ml di utenti max (ch.it) contro 60ml +

    inoltre
    8000km di coste marine contro ZERO

    E neanche il paragone con i servizi sulla subacquea regge con le altre reti in generale

    io, almeno la percepisco così:
    in Italia come subacqueo sei parte di una setta di gente strana.
    anzi: un paria.

    ma forse hai ragione tu
    forse hanno capito che i subacquei sono pericolosi perché ci tengono al mare

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  • Giudiver
    ha risposto
    Viviamo nell’epoca della globalizzazione dove tutto è a disponibilità di tutti a costi sempre inferiori. Mi riferisco ai media, non alla subacquea in sè. Di documentari ce ne sono a migliaia (per non ultimo su Netflix se vogliamo parlare di una piattaforma che piace ai giovani) prodotti e sponsorizzati da paesi diversi: Francia e Germania ad esempio se vogliamo eliminare gli Stati Uniti.
    A mio avviso, l’Italia è penalizzata per il semplice fatto che i programmi non in italiano non vengono seguiti e pertanto questo minimizza l’accesso a documentari veramente notevoli ma per i quali non sono disponibili traduzioni in italiano (es: la Francia ha una cultura cinematografica subacquea di tutto rispetto).
    Quanto agli eroi... non siamo più agli albori e la tecnologia ha fatto passi da gigante in tempi davvero brevi. Per cui la mia domanda è: che eroi vogliamo? Che eroi vogliono i giovani? Come dici tu, Claudio, ora la salvaguardia dell’ambiente la fa da padrone e per me eroe di oggi è chi tenta in tutti i modi anche solo di far parlare di argomenti attorno alla subacquea che risultano però scomodi. È questo, si, purtroppo è tipico del Bel Paese.

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  • cidiemme
    ha risposto
    Originariamente inviato da Bonnie Visualizza il messaggio
    Appena finito di leggere "io sono il mare" (libro molto bello che consiglio a tutti di leggere)
    Una figura "missionaria" di grande rilievo manca come il pane.
    Forse è anche questa assenza che tiene lontano i giovanissimi
    grazie per la citazione, Bonnie
    Ci vorrebbe sì un Thomas Canyon. Gli eroi di allora erano indaffarati con la SPECTRE e coi Russi, oggi il cuore batte per la salute del Mare

    Almeno in Italia le figure di riferimento non sono così conosciute. Pochi sanno chi è e cosa ha fatto Sylvia Earle, e al di fuori del 'giro dei subacquei' pochi sanno cosa stia facendo adesso Jean-Michel Cousteau, così come tantissimi altri.

    Non abbiamo punti di riferimento nella fiction, e nei media, come invece avveniva negli anni '60 -'70, e come ancora avviene negli altri paesi.

    I costi della subacquea sono relativi alle possibilità.
    Ieri ti chiedevano di rinunciare al motorino.
    Oggi chi rinuncia allo smart-phone?

    Comunque, ripeto, la mia sensazione è che l'Italia sia più penalizzata di altri paesi avanzati dalla mancanza di una cultura subacquea, una cultura capace di una buona diffusione mediatica, come la subacquea italiana meriterebbe.

    CIao


    Ultima modifica di cidiemme; 07-11-2018, 22:29.

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  • Bonnie
    ha risposto
    Appena finito di leggere "io sono il mare" (libro molto bello che consiglio a tutti di leggere)
    Una figura "missionaria" di grande rilievo manca come il pane.
    Forse è anche questa assenza che tiene lontano i giovanissimi

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  • dodox
    ha risposto
    Non dobbiamo essere così pessimisti, qualche giovinello di primo pelo si vede, soprattutto con la bella stagione, la cosa che continua a crescere, età a parte, è la panza!!!
    Bisogna iniziare a pensare a barche/gommoni più spaziosi...

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  • Subacqueodisuperficie
    ha risposto
    Oddio il nostro è uno sport che costicchia, specie se ti fai prendere dalle mode del momento e dalle pubblicità delle riviste. Di sub giovani se ne vedono poco perchè cmq come sport richiede una certa indipendenza economica, ma io non sottovaluterei invece il processo di alienazione che esite tra i giovani in questo periodo storico.
    Inutile rimarcarlo, ti immergi spesso se hai con chi farlo quindi un gruppo...se passi il tuo tempo in virtuale o su smartphone la vedo dura. Quanto ai costi dell'attrezzatura effettivamente preferiscono spenderne 900 in un telefonino che nell'acquisto di un attrezzatura completa...e in giro che ne sono di usate da chi ha smesso a molto meno...se hai chi ti consiglia ...
    Ultima modifica di Subacqueodisuperficie; 28-10-2018, 01:11.

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  • reato
    ha risposto
    Originariamente inviato da polpotto Visualizza il messaggio
    ...io che sto per iniziare a 45 anni come vengo classificato? ..................................
    Diversamente giovane.

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  • polpotto
    ha risposto
    Mi viene da ridere...io che sto per iniziare a 45 anni come vengo classificato? Un vecchio\giovane o un giovane\vecchio. E' inutile secondo me fare i sociologi tra noi circa i pokemon o james bond anche perchè i pokemon sono di 20 anni fa e i giovani continuano a fare un sacco di attività sportive, molte di piu di quante non ne facessi io all'età loro, semplicemente la subacquea non rientra tra gli sport "pubblicizzati" come gli altri acquatici (senza scomodare il calcio o il basket).Il rugby ha conosciuto un'impennata negli ultimi anni sopratutto dopo i risultati (più in termini di visibilita) dell'Italia al 6 nazione.
    Manca secondo me un Cousteau moderno che attiri l'attenzione, peccato sia morto Rob Stewart.Ecco secondo me ci vorrebbe una figura che faccia sognare in questo senso per avvicinare i ragazzi.

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  • cidiemme
    ha risposto
    Ci sono sempre meno giovani
    e secondo me a questi giovani interessa poco andare sott'acqua
    hanno costruito per loro una bella realtà virtuale per cui non vale la pena muovere le chiappe dal divano

    noi avevamo gli eroi, come james bond
    questi hanno i pokemon

    c'è da dire che in Italia non è stato fatto molto per inserire la subacquea tra le attività
    'normali'

    In molti altri paesi la subacquea appare negli spot pubblicitari, in Italia - mai.

    negli altri paesi vedi documentari subacquei a profusione, in Italia poco (8000 km di coste buttate nel cesso)

    Siamo dei paria, ma questa non è una novità.
    Siamo gli ultimi in tutto, figurati che problema, la subacquea...

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  • coregone
    ha risposto
    una mia modestissima riflessione: faccio parte di una associazione sportiva dilettantistica di paese. Il mio primo brevetto l'ho acquisito nel 2014, il corso l'ho cercato perchè avevo deciso di prendere il brevetto e da allora, beh..sapete già che si va a finire nel famoso "tunnel". Sostanzialmente siamo in tre: l'istruttore, un dive master ed io; nel tempo ho visto avvicinarsi all'attività tre o quattro ragazze che dopo aver speso centinaia di euro in attrezzatura per un motivo o un altro hanno mollato. Pubblicità per attirare nuovi allievi ne facciamo, abbiamo anche un nuovissimo sito internet ma la corsia in piscina che noleggiamo per i corsi è sempre vuota. Il discorso dell'attrezzatura cara secondo me è relativo ( all'inizio si può sempre noleggiare per poco, almeno...io ho cominciato così ). Per quanto riguarda il costo delle immersioni, se ti accontenti di un'uscita sul lago, solo per prendere la tua dose di azoto spendi solo il costo della ricarica della bombola. Secondo me è proprio un discorso di cultura generale e di "materia prima generazionale".

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  • Giudiver
    ha risposto
    Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio


    è abbastanza evidente che la colpa sta nel fatto che tu! sia femmina.
    Credo il problema sia che sono talmente femminista da stimolare il maschilismo intrinseco del sesso opposto....

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  • Giudiver
    ha risposto
    @M. per quello che ho visto/vissuto io la subacquea tecnica esaspera un atteggiamento che pero' e' gia' presente anche nella subacquea ricreativa. In particolar modo se giovane e femmina. Esempio lampante e' stato per me quando dopo l'open ho cambiato didattica, e dopo l'advance idem...e via dicendo. Non per motivi particolari se non che avessi gia' compreso l'antifona che "la mia didattica e' migliore delle altre" e allora mi sono detta: proviamone diverse e mettiamo insieme i pezzi. Ogni volta che cambiavo venivo additata di farlo per i motivi piu' disparati (es...perche' avevo tresche varie (no comment)) o perche' irriconoscente. vabbe'. Tutti guru vogliono essere nella subacquea. Il passaggio da circuito aperto a rebreather (e da una didattica ad un'altra) e' stato poi da film.

    mad Nella subacquea ho incontrato le persone che stimo in assoluto di meno e quelle che stimo in assoluto di piu'. Ma c'e' una sostanziale differenza con, ad esempio, altri ambienti. Quello che conosco meglio e' quello dell'arrampicata. E anche in questo non ho mai trovato tanta bassezza come ho trovato nella subacquea. Forse perche' se sei una chiavica ad arrampicare, lo sei, punto. E' oggettivo e non c'e' verso che si possa dimostrare il contrario. La subacquea, invece, e' cio' che di piu' soggettivo ci possa essere. Ecco perche' il campo di gioco per il premio al migliore e' quello delle seghe mentali.

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  • Bonnie
    ha risposto
    Originariamente inviato da reato Visualizza il messaggio
    Scusa Bonnie, io non so dove vivi e come ti connetti al mondo, ma la cosa in cui la Padi è assolutamente imbattibile è il marketing.

    Ciao!
    Padi é imbattibile nel marketing destinato a chi é già interessato alla subacquea… ma non ho mai visto iniziative importanti per diffondere la ns passione al grande pubblico.
    Per attirare giovani devi far nascere il desiderio di provare una nuova esperienza

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  • blu dive
    ha risposto
    Originariamente inviato da reato Visualizza il messaggio
    Scusa Bonnie, io non so dove vivi e come ti connetti al mondo, ma la cosa in cui la Padi è assolutamente imbattibile è il marketing.
    Fino a qualche anno fa senza dubbio, in Italia ed in Europa in generale la Sig.ra Padi perde colpi.
    Non è al passo coi tempi, legata alla carta e ad un modo di lavorare buono 20 anni fa.
    Mio figlio quindicenne entra ora in questo mondo, l'idea che si usi carta (=alberi) per manuali praticamente monouso, è per lui aberrante.
    Il "loro" marketing sta riflettendo questo "loro" modo di vedere.
    Sbaglierò, ma intanto dovrò affiancare un'altra didattica a padi per poter essere più flessibile, poi si vedrà.
    Se sono i giovani che vuoi attirare, devi usare strumenti e linguaggi che possano capire e "carpire" la loro attenzione.

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