Giovani sub: sempre meno o sbaglio?

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  • Gb87
    ha risposto
    Originariamente inviato da cidiemme Visualizza il messaggio

    Io credo che le didattiche facciano qualcosa, ma continua a sfuggirmi come non si vedano influencer con bombole addosso.
    Portare sott'acqua un fashion blogger o un conduttore tv, o un dj... non dovrebbe essere un'impresa così difficile...
    ...visto anche che tipo di gente siamo riusciti a portare sott'acqua
    Non credere l´attrezzatura da sub a volte pare quasi una bardatura militare, non è bella esteticamente. Paradossalmente credo sarebbe molto più facile convincere un influencer a provare a fare apnea, semplicemente perchè esteticamente è più bello da vedere (se poi nuotano con la pala singola possono sentirsi tutti come Ariel)

    Originariamente inviato da cidiemme Visualizza il messaggio
    Sono convinto che dovremmo rinunciare ai guadagni della prima immersione introduttiva allo scopo di coinvolgere più persone e fregarcene se poi vanno altrove a prendere il brevetto o fare altro,
    soprattutto in zone residenziali, in città, scuole, associazioni.

    Chiedere di farlo a chi opera in zone a vocazione turistica e magari ha già un flusso consistente di persone interessate, come credo di capire dalla testimonianza di blu dive, ha poco senso, in realtà.

    Sono le città che devono essere avvicinate al mare, o al lago, un po' meno i turisti che già vi si recano.
    Esatto è quello che intendevo.
    Se io che abito in un posto al mare (anche una città), mi vedo offrire la possibilità di provare l´attività, magari lo faccio e magari mi appooggio all´associazione/circolo/diving locale.
    Questo mi porta a voler continuare, a non praticare lo sport solo nel mare sotto casa, ma a farlo anche in quelli più distanti e, magari a parlarne anche con amici e a coinvolgerli nella subacquea.
    Mi rendo cnto che spesso e volentieri il problema è il "vile" denaro, ma ci sono anche progetti che si possono sfruttare, magari parlando con l´assesorato allo sport, o riusciendo a prendere uno spazietto nelle attività cittadine (es. festa dello sport/ festa patronale/ festa estiva della Santa Vattelapesca) a volte, se non molto spesso, basta meno di quanto i pensi per coinvolgere la gente.

    Certo è tutto lavoro e fatica, e su 100 persone che proveranno, forse 2-3 continueranno ed entreranno nel mondo dei sub,


    Originariamente inviato da Giudiver
    la subacquea costa ma uno potrebbe pure andare da riva e quindi, anche qui, escluso il costo iniziale di attrezzatura e corsi vari, se sei appassionato, andare, ci vai.
    Lo scoglio più grande, a parer mio, è che mentre in tutti gli altri sport/hobby trovi una comunità aperta al confronto che ti spinge ad iniziare, nella subacquea sembra sempre che se non si è figli di tritone non sia possibile avventurarsi in questa esperienza. Non voglio dire di sottovalutare i rischi ma onestamente mi sembra più pericoloso fare un salto mortale con il kite che andare a 30 metri. Un esempio di tanti.
    Eppure il messaggio che passa è che devi essere un superuomo per far parte della comunità. Ai giovani passa proprio la voglia.
    Ni.
    Continuo a pensare che i costi siano comunque un problema.
    Le bombole le devi riempire e quindi bene o male un costo lo hai (anche se minimo?)
    Il mare lo devi raggiungere, se non hai la fortuna di viverci davanti

    Per quanto riguarda la comunità sub, non sparei dirtelo.
    Ammetto di fare sub solo in vacanza e ho sempre trovato gente super socievole e aperta, premetto però che:
    Non faccio immersioni tecniche, ma solo ricreative, e che il mio buddy e anche il mio ragazzo (un fanciullo di 1,90 che faceva pallanuoto) e che, anche se non sono sicura, credo che guardi storito chiunque mi si rivolge in modo poco cortese XD

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  • Giudiver
    ha risposto
    Il problema dei costi non è solo presente nella nostra cara penisola. Qui in Australia noleggiare un gav o un erogatore e farsi portare con la barca sul punto di immersione ha prezzi veramente insensati. 1 volta e mezza che da noi.
    Il risultato qual è? Siccome lo avete citato do il mio parere: già amante del kite quale ero mi sto principalmente dedicando a questo sport che, esclusa la spesa iniziale, è totalmente gratis.
    Ci sono personaggi dello spettacolo che fanno subacquea: Carlo Conti, Neri Marcorè, Alberto Angela. Questi i primi che mi sono venuti in mente su due piedi. Il problema è un altro, secondo me. Linea blu dovrebbe trasmettere una passione ed invece c’è ancora sempre la stessa persona (Donatella Bianchi) che ormai non sa più cosa inventarsi e quelle, già rare, volte che la si vede in acqua è meglio chiudersi gli occhi. Poi abbiamo missione relitti. O mio Dio. Un mucchio di immagini con una protagonista che pare un cane affogato senza un minimo abbozzo di storia che faccia da filo alla puntata. I giovani, poi, sono sempre più esigenti, soprattutto se si tratta di programmi televisivi.

    In sintesi: la subacquea costa ma uno potrebbe pure andare da riva e quindi, anche qui, escluso il costo iniziale di attrezzatura e corsi vari, se sei appassionato, andare, ci vai.
    Lo scoglio più grande, a parer mio, è che mentre in tutti gli altri sport/hobby trovi una comunità aperta al confronto che ti spinge ad iniziare, nella subacquea sembra sempre che se non si è figli di tritone non sia possibile avventurarsi in questa esperienza. Non voglio dire di sottovalutare i rischi ma onestamente mi sembra più pericoloso fare un salto mortale con il kite che andare a 30 metri. Un esempio di tanti.
    Eppure il messaggio che passa è che devi essere un superuomo per far parte della comunità. Ai giovani passa proprio la voglia.

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  • cidiemme
    ha risposto
    Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
    A livello di marketing è molto più difficile convincere una persona a fare una cosa nuova piuttosto che convincere chi la fa già a comprare un prodotto nuovo.
    Dovrebbe essere interesse della PADI o di altri gruppi richiamare attenzione su questo settore e coinvolgere le persone, ma...
    Io credo che le didattiche facciano qualcosa, ma continua a sfuggirmi come non si vedano influencer con bombole addosso.
    Portare sott'acqua un fashion blogger o un conduttore tv, o un dj... non dovrebbe essere un'impresa così difficile...
    ...visto anche che tipo di gente siamo riusciti a portare sott'acqua

    In questo credo ci sia anche una disattenzione assoluta dei media classici, perché molti VIP sono subacquei, ma difficilmente li vedremo immergersi in tv o suo mag. non specializzati.
    Sono finiti i tempi di Mike Bongiorno
    che riempiva le colonne dei media con le sue disavventure subacquee. E non abbiamo sostituti.


    Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
    Per la subacquea non ho mai visto fare delle prove gratuite in riva al mare.
    (nonostante io viva in una città di mare)
    perchè?
    sfondi una porta aperta.
    La questione mi sta a cuore da anni
    - tanto che è un elemento chiave e punto di partenza del mio ultimo libro.

    Il punto è che l'immersione introduttiva dovremmo vederla un po' tutti come la fine di un'era, nella quale il DSD e l'intro (o battesimo) hanno garantito il sostentamento di migliaia di centri subacquei e di istruttori e un incentivo a frequentare un vero corso subacqueo.

    In Mar Rosso lo facevamo, anche se in forma diversa.
    Nel senso che offrivamo gratis il primo modulo dell'Open - piscina e teoria - e pagavano solo se decidevano di entrare in mare. E rendeva assai anche quello.

    Lo avevamo fatto a Cayman, ma con le scuole e i residenti: DSD gratis.

    Oggi siamo purtroppo entrati nell'era del gratis.

    Sono convinto che dovremmo rinunciare ai guadagni della prima immersione introduttiva allo scopo di coinvolgere più persone e fregarcene se poi vanno altrove a prendere il brevetto o fare altro,
    soprattutto in zone residenziali, in città, scuole, associazioni.

    Chiedere di farlo a chi opera in zone a vocazione turistica e magari ha già un flusso consistente di persone interessate, come credo di capire dalla testimonianza di blu dive, ha poco senso, in realtà.

    Sono le città che devono essere avvicinate al mare, o al lago, un po' meno i turisti che già vi si recano.

    So che molta gente, molti amici, lo stanno già facendo.
    La solita goccia nel mare.

    Vorrei citare una frase della PADI sul DSD
    "Abbiamo fatto saltare la diga"

    Sarebbe bello che questo avvenisse ora su un piano successivo.

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  • Gb87
    ha risposto
    Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
    Per le realtà che posso aver visto io, gli sport "di vela" son messi peggio della subacquea e non solo in Italia.
    Confermo purtroppo...e la gente no ha idea di quanto sia divertente uscire con una noce con su una vela e giocare con vento e mare ;____;
    Credo che ringrazierò sempre i miei per avermi mandato a fare vela quando avevo 8 anni.

    Originariamente inviato da cidiemme
    Visto, è spettacolare!
    non lo sapevo.
    Grazie.
    Io l´ho comprato con i saldi di steam...ho passato diverse ore a giocarlo e una volta finito l´ho rigiocato almeno altre 2 volte (alcuni capitoli li ho rigiocati almeno 5-6 volte solo per rigurdare i pesci)
    Piccola nota a margine del gioco: In modalità meditazione puoi seguire i vari pesci e vengono dati anche forniti i nomi dei pesci che stai seguendo.
    Ripeto se qualcuno ha figli, regalateglielo.

    Originariamente inviato da cidiemme
    Guarda:
    mi hai tolto i tasti dalle dita.
    ghghghgh te li torno se vuoi....


    Originariamente inviato da cidiemme
    Resta il fatto che costoro, nel bene e nel male, sono influencer e non vedi mai una maledetta bombola sulle spalle di personaggi del genere!

    Ci sarà anche un po' di imbecillità da parte della nostra industria?
    A livello di marketing è molto più difficile convincere una persona a fare una cosa nuova piuttosto che convincere chi la fa già a comprare un prodotto nuovo.
    Dovrebbe essere interesse della PADI o di altri gruppi richiamare attenzione su questo settore e coinvolgere le persone, ma...
    ...coinvolgere le persone in un attività come la subacquea, non vuol dire che verranno a fare il brevetto da te, ergo potrebbe essere un investimento a perdere.
    Ergo è più facile vendere un brevetto Advance a un Open piuttosto che convinecere una persona a cui il mare interessa relativamente a fare immersioni.

    Il 100% di chi si avvicina alla subacquea lo fa perchè ama già il mare e perché il tarlo glielo hanno già infilato in testa.

    Faccio un piccolo esempio:
    Fiera/festa estiva a tema storico/celtico/medioevale, c´è sempre la possibilità di provare il tiro con l´arco,
    Su 100 persone forse 1-2 effettivamente comincierà a tirare e si iscriverà ad un associazione.
    Poco investimento e lo sport riesce a continuare a "galleggiare"

    Per la subacquea non ho mai visto fare delle prove gratuite in riva al mare.
    (nonostante io viva in una città di mare)
    perchè?

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  • cidiemme
    ha risposto
    Originariamente inviato da M. Visualizza il messaggio
    Pensa anche alla vela. Purtroppo è stata buttata via una grande risorsa
    ...che hanno raccolto i francesi

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  • cidiemme
    ha risposto
    Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio

    Qui devo correggerti, esistono e sono moltissimi i giochi che parlano di subacquea, te ne cito solo uno:
    ABZU -un vero capolavoro
    Visto, è spettacolare!
    non lo sapevo.
    Grazie.

    Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
    Nessun Influenzer che conosca la pratica....
    Guarda:
    mi hai tolto i tasti dalle dita.
    Sono andato a guardarmi i Ferragnez alle Maldive (dei quali onestamente mi frega zero) ma l'ho fatto per vedere se c'era una maschera su una delle loro facce.

    Non c'era.

    Poi ho deciso che non potevo infierire su fatti e persone che non conosco:
    dai motivi di salute all'incapacità di chi ha gestito l'evento, c'è un mondo inconoscibile, ma facile da biasimare su feisbuc.

    Resta il fatto che costoro, nel bene e nel male, sono influencer
    e non vedi mai una maledetta bombola sulle spalle di personaggi del genere!

    Ci sarà anche un po' di imbecillità da parte della nostra industria?

    Io credo di sì.


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  • blu dive
    ha risposto
    Originariamente inviato da polpotto Visualizza il messaggio
    Io avrei potuto permettermelo 20 anni fa ma tutti i miei amici facevano windsurf.Anche oggi vedo che i giovani magari fanno wakeboard o kite anzichè subacquea.
    Per le realtà che posso aver visto io, gli sport "di vela" son messi peggio della subacquea e non solo in Italia.

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  • polpotto
    ha risposto
    Io avrei potuto permettermelo 20 anni fa ma tutti i miei amici facevano windsurf.Anche oggi vedo che i giovani magari fanno wakeboard o kite anzichè subacquea.

    Lascia un commento:


  • Gb87
    ha risposto
    Originariamente inviato da Ishmael Visualizza il messaggio
    Rimango convinto che lo scoglio del costo sia comunque "selettivo", ma anche il fatto che la subacquea sia percepita come "pericolosa" fa molto. Lo sport, soprattutto quando comporta una certa spesa, fino ad una certa età lo scelgono i genitori, c'è poco da fare. E se il comune sentire dell'uomo medio è "fare subacquea è pericoloso", il fatto che l'attività costi un tot, fa sì che il risultato sia questo: i giovani, con alcune significative eccezioni (chi vive vicino al mare, chi ha genitori subacquei) sono pochi. E' un dato "culturale"? E va be', chiamiamolo così.
    Su questo ti dò ragione.
    Quanto avevo 16 anni andai a informarmi con un amico per fare un corso sub e prendere il brevetto. Il corso era troppo costoso per le nostre sole tasche, e visto che i genitori non erano d´accordo finimmo per dover rinunciare.
    Anche perchè per mettere insieme quella cifra avremmo dovuto rinunciare a tutto il resto, dal cinema alle cene fuori alle serate con gli amici.
    Va detto che, se anche i miei mi avessero pagato il corso, per il mio amico non sarebbe stato lo stesso per questo avrei comunque rinunciato.

    Il brevetto l´ho preso circa un anno fa, e solamente perchè parlandone con il mio compagno è venuto fuori che anche lui avrebbe voluto fare subacquea.

    Credo che i fattori che impediscono di cominciare/continuare un attività come la subacque (ma anche molte altre tipo il tiro con l´arco) siano 2:
    La barriera economica, che con l´età forse si riesce a superare
    Il fatto di fare gruppo, se hai un amico che uole farlo ci si fa forza in due e si comincia o si continua, se si è soli, magari può essere più difficile mettersi in gioco nel fare una cosa nuova, in un ambiente nuovo, senza conoscere nessuno.

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  • Ishmael
    ha risposto
    Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
    Alla fine tutti rrano felici ma solo mio figlio ha fatto il brevetto. Alla fine io ero l'unico genitore con il tarlo della subacquea e nel seguito nessuno dei ragazzi ha proseguito.
    Avevo messo in conto la spesa per attrezzare mio figlio di bombola e gav e non parti o da zero come gli altri
    Ogni anno per revisioni, barchino ed ammenicoli vari spendo comunque molto anche se non ho molti altri vizi e vado al mare da indipendente
    Paolo
    Ecco, appunto.

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  • paolo55
    ha risposto
    Io mi sono fatto regalare il bibo come regalo di nozze e mio figlio ha fatto il primo corso padi a 7 anni in un contesto di stage estivo di judo in cui un amico istruttore sub faceva divertire i ragazzi con la subacquea. Alla fine tutti rrano felici ma solo mio figlio ha fatto il brevetto. Alla fine io ero l'unico genitore con il tarlo della subacquea e nel seguito nessuno dei ragazzi ha proseguito.
    Avevo messo in conto la spesa per attrezzare mio figlio di bombola e gav e non parti o da zero come gli altri
    Ogni anno per revisioni, barchino ed ammenicoli vari spendo comunque molto anche se non ho molti altri vizi e vado al mare da indipendente
    Mala tempora currunt
    Ciao
    Paolo

    Lascia un commento:


  • Ishmael
    ha risposto
    Boh, sarà come dite voi, ma io onestamente vedo anche tanta diffidenza.

    Rimango convinto che lo scoglio del costo sia comunque "selettivo", ma anche il fatto che la subacquea sia percepita come "pericolosa" fa molto. Lo sport, soprattutto quando comporta una certa spesa, fino ad una certa età lo scelgono i genitori, c'è poco da fare. E se il comune sentire dell'uomo medio è "fare subacquea è pericoloso", il fatto che l'attività costi un tot, fa sì che il risultato sia questo: i giovani, con alcune significative eccezioni (chi vive vicino al mare, chi ha genitori subacquei) sono pochi. E' un dato "culturale"? E va be', chiamiamolo così.

    Io non sono un subacqueo da club e pertanto mi muovo in diversi contesti; ebbene, c'è poco da fare, nell'ambiente vedo sopratutto capelli radi, barbe sale e pepe, pancette etc. etc. I giovani sono un'eccezione, almeno nella mia esperienza. Con questi presupposti, puoi fare tutta la comunicazione social che vuoi (You tube, videogiochi, Instagram e via dicendo), ma rimani lì. La realtà, da quanto capisco, è che anche nei periodi d'oro (metà anni 90/primi 2000) la parte del leone la faceva la fascia 30-50, ovvero gente con denaro da spendere e autonomia di scelta.

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  • M.
    ha risposto
    Originariamente inviato da cidiemme Visualizza il messaggio
    non ci sono abbastanza subacquei quanti ce ne dovrebbero essere in un paese che ha 8000 chilometri di coste.
    Vale per tutte le attività ludico sportive collegate al mare. Pensa anche alla vela. Purtroppo è stata buttata via una grande risorsa regalandola ai balneari (ancora di più dopo l'ultima finanziaria) e trasformando gli italiani in spiaggiaroli estivi.

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  • Gb87
    ha risposto
    Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
    si, ma i social si diversificano/evolvono ad una velocità tale che non è possibile stargli dietro.
    per me (che oramai sono tra i vecchietti) i forum sono uno svago, FB un lavoro, Instagnam una chimera ... ...
    Vero, infatti c`è chi lo fa di mestiere, e se lo sa fare bene guadagna tanti ma veramente tanti soldi.

    Il punto è che, secondo me, in Italia nessuno comunica realmente la subacquea.
    Io mi ci sono avvicinata solo per caso/sbaglio nonostante sia nata e cresciuta in una città di mare, e se qualcuno mi chiedesse il motivo saprei anche rispondervi.
    Dalle mie parti (Trieste) nessuno ha mai presentato la subacquea a scuola (ai miei tempi), sono venuti a parlare di vela e canotaggio, parlare di nuoto sarebbe stato superfluo (il nuoto da noi è quasi nel sangue (io ho cominiciato a fare corsi di nuoto che di anni ne avevo 3)).
    Sulla spiaggia dove andavo al mare in estate venivano i sub a fare i corsi, ma mai nessuno di loro che avesse cercato di parlare con i ragazzi o con le famiglie che li guardano andare in mare come degli alieni.

    Se vi fosse un vero interesse nel comunicare la subacquea penso che dovrebbe essere comunicata in modo più easy e facile, a un ragazziono non interessano le bombole o i nomi tecnici dei pesci, ma fateli giocare a ABZU e poi chiedetegli se anche lui vuole nuotare con i pesci come nel videogioco e poi vediamo se non cerca di saperne di più.

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  • blu dive
    ha risposto
    Originariamente inviato da Gb87 Visualizza il messaggio
    Nessun Influenzer che conosca la pratica, volete sapere come far avvicinare la fascia dai 20-30 anni alla subacquea? Usate YouTube, per tutti quelli sotto i 20 anni YouTube è già un mezzo "vecchio" e non influente.
    si, ma i social si diversificano/evolvono ad una velocità tale che non è possibile stargli dietro.
    per me (che oramai sono tra i vecchietti) i forum sono uno svago, FB un lavoro, Instagnam una chimera ... ...

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