Cara Giuditta,
io concordo a grandi linee con quanto ha scritto Rana nella sua risposta. Potrei dire che ogni specie vivente sviluppa nel suo processo evolutivo uno o più talenti che costituiscono la sua forza, ma anche, nello stesso tempo, il suo punto debole. Il talento dell'essere umano, la sua intelligenza, permette di sviluppare la tecnologia che ci pone ai vertici della piramide, ma esalta nel contempo le pulsioni innate ed animalesche che mal si accompagnano al pensiero razionale, e rende le loro conseguenze nefaste, si potrebbe dire, in proporzione logaritmica.
Il concetto della "contaminazione" della "purezza" razionale con la "animalità" dell' istinto naturale (che potremmo chiamare, dal punto di vista dell'essere umano, emotività, passionalità, ispirazione) che fa precipitare l'Uomo da una possibile esistenza priva di dolore in un Eden perfetto, giù in un inferno quotidiano dove ogni cosa deve essere conquistata con sudore, lacrime e sangue, è presente in tutte le maggiori cosmogonie di tutti i popoli della terra, dove invariabilmente l'uomo razionale, fatto ad immagine divina, e rovinato dalla sua "animalità", viene ad un certo punto decimato da una divinità che scaglia la sua punizione (diluvio o altro cataclisma). Ciò fa pensare come da sempre sia stata notata questa miscelzione / contrapposizione, yin e yang nel pensiero orientale, che tuttavia in ogni singolarità crea il meraviglioso cocktail che fa di ognuno di noi un essere unico, inimitabile ed insostituibile.
Il vero successo a mio avviso non è il vincere, l'annullare la componente naturale, istintuale che è inevitabilmente presente in noi, ma essere consci di essa, cercando di adeguare per quanto possibile le sue peculiarità a fini inoffensivi, o addirittura favorevoli (in psicologia, il meccanismo della "sublimazione", con la quale ad esempio un potenziale assassino seriale "pilota" la sua sete di sangue, pericolosa per la società, soddisfacendola col diventare chirurgo e quindi rendendola benefica per i suoi simili). In questo, ci aiuta il pensiero etico e morale, strumenti creati dalla nostra componente razionale a questo scopo, e come ogni altra caratteristica individuale, tra di noi c'è chi ha maggior o minore talento nel riuscirvi.
Il vero, fondamentale compito di uno "Stato Etico" è infondere nei suoi cittadini la cultura, in misura tale da far prendere a ciascuno coscienza della propria natura, nel bene e nel male, in modo di fornire a tutti gli strumenti sufficienti a sviluppare il progresso sociale di pari passo a quello tecnologico.
Aspetto questo in cui gli esseri umani sono svantaggiati rispetto agli altri esseri viventi, a mio parere, in quanto un lupo selvaggio è in grado di usare perfettamente i suoi artigli e le sue zanne, che impiega per procurarsi il nutrimento -con la caccia- o per difendersi, mentre quasi mai le lotte con i suoi simili per l'accoppiamento o il predominio sul branco finiscono con ferite gravi (anzi, spesso senza alcuna ferita). Nel caso degli esseri umani, ai quali le armi non sono state date dalla Natura, ma dalla tecnologia, i conflitti conducono ad ben altro sanguinoso traguardo.
Un Caro Saluto
Marco
io concordo a grandi linee con quanto ha scritto Rana nella sua risposta. Potrei dire che ogni specie vivente sviluppa nel suo processo evolutivo uno o più talenti che costituiscono la sua forza, ma anche, nello stesso tempo, il suo punto debole. Il talento dell'essere umano, la sua intelligenza, permette di sviluppare la tecnologia che ci pone ai vertici della piramide, ma esalta nel contempo le pulsioni innate ed animalesche che mal si accompagnano al pensiero razionale, e rende le loro conseguenze nefaste, si potrebbe dire, in proporzione logaritmica.
Il concetto della "contaminazione" della "purezza" razionale con la "animalità" dell' istinto naturale (che potremmo chiamare, dal punto di vista dell'essere umano, emotività, passionalità, ispirazione) che fa precipitare l'Uomo da una possibile esistenza priva di dolore in un Eden perfetto, giù in un inferno quotidiano dove ogni cosa deve essere conquistata con sudore, lacrime e sangue, è presente in tutte le maggiori cosmogonie di tutti i popoli della terra, dove invariabilmente l'uomo razionale, fatto ad immagine divina, e rovinato dalla sua "animalità", viene ad un certo punto decimato da una divinità che scaglia la sua punizione (diluvio o altro cataclisma). Ciò fa pensare come da sempre sia stata notata questa miscelzione / contrapposizione, yin e yang nel pensiero orientale, che tuttavia in ogni singolarità crea il meraviglioso cocktail che fa di ognuno di noi un essere unico, inimitabile ed insostituibile.
Il vero successo a mio avviso non è il vincere, l'annullare la componente naturale, istintuale che è inevitabilmente presente in noi, ma essere consci di essa, cercando di adeguare per quanto possibile le sue peculiarità a fini inoffensivi, o addirittura favorevoli (in psicologia, il meccanismo della "sublimazione", con la quale ad esempio un potenziale assassino seriale "pilota" la sua sete di sangue, pericolosa per la società, soddisfacendola col diventare chirurgo e quindi rendendola benefica per i suoi simili). In questo, ci aiuta il pensiero etico e morale, strumenti creati dalla nostra componente razionale a questo scopo, e come ogni altra caratteristica individuale, tra di noi c'è chi ha maggior o minore talento nel riuscirvi.
Il vero, fondamentale compito di uno "Stato Etico" è infondere nei suoi cittadini la cultura, in misura tale da far prendere a ciascuno coscienza della propria natura, nel bene e nel male, in modo di fornire a tutti gli strumenti sufficienti a sviluppare il progresso sociale di pari passo a quello tecnologico.
Aspetto questo in cui gli esseri umani sono svantaggiati rispetto agli altri esseri viventi, a mio parere, in quanto un lupo selvaggio è in grado di usare perfettamente i suoi artigli e le sue zanne, che impiega per procurarsi il nutrimento -con la caccia- o per difendersi, mentre quasi mai le lotte con i suoi simili per l'accoppiamento o il predominio sul branco finiscono con ferite gravi (anzi, spesso senza alcuna ferita). Nel caso degli esseri umani, ai quali le armi non sono state date dalla Natura, ma dalla tecnologia, i conflitti conducono ad ben altro sanguinoso traguardo.
Un Caro Saluto
Marco
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