Trieste, i cimeli del Baron Gautsch dalla casa del sub al museo

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    TRIESTE È stato ribattezzato il Titanic dell’Adriatico. Si chiamava Baron Gautsch e colò a picco con un carico di morte di 130 vittime, in buona parte donne e bambini, al largo di Rovigno il 13 agosto 1914 poche ore prima di attraccare al molo San Carlo, oggi molo Audace di Trieste dove non arrivò mai.
    Probabilmente a bordo non c’era alcuna orchestra che continuò a suonare come nel caso del Titanic, ma di certo l’affondamento segnò la fine di quella che era la Belle Epoque anche sull’Adriatico e quei passeggeri furono le prime vittime civili del conflitto mondiale. A bordo c’erano italiani, cechi, ungheresi, croati, austriaci anche di alto lignaggio, profughi che scappavano dalle prime zone di guerra portandosi dietro, si reputa, gioielli, denaro e argenteria.

    Tra l’altro la presenza di una valigia piena di gioielli sarebbe attestata da un documento conservato all’Archivio di Stato di Trieste.
    Questi ingenti tesori sarebbero oggi ancora sepolti nei ponti inferiori della nave, ma da ieri alcuni cimeli sono esposti in una vetrinetta del Museo del mare di Trieste al quale sono stati ufficialmente consegnati con una cerimonia da parte della Guardia di finanza.
    Si tratta di tazzine, piatti, bottiglie, oltre a una scodella, una pentola e un vassoio d’argento: 25 pezzi complessivamente.
    Erano tutti illecitamente a casa di uno dei più noti ricercatori subacquei triestini, da tempo impegnato nell’individuazione di relitti in tutti i mari del mondo. Oltre a questi aveva anche il ceppo di un’ancora da un quintale di epoca romana e un collo d’anfora presumibilmente del primo secolo dopo Cristo, recuperati anch’essi in acque oggi croate.


    Tutto è andato ora ad arricchire il patrimonio pubblico triestino, già immenso se si pensa alle collezioni del Lloyd Austriaco poi Lloyd Triestino, dell’Autorità portuale, del Nautico, di Fincantieri, dell’associazione Aldebaran che costituiranno l’ossatura del nuovo Museo del mare che potrà trovare collocazione ideale soltanto in Porto vecchio. Un piccolo assaggio è visibile in questi mesi con la mostra sulle navi del Lloyd allestita all’ex Centrale idrodinamica.


    Piatti, tazzine e stoviglie del piroscafo e scoperti in un’abitazione privata salvati dalla Finanza e donati al Comune

  • #2
    E chi sarebbe il furbone

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